PETRASSI, Goffredo

Enciclopedia del Cinema (2004)

Petrassi, Goffredo

Marta Tedeschini Lalli

Compositore, nato a Zagarolo il 16 luglio 1904 e morto a Roma il 3 marzo 2003. Considerato uno dei massimi compositori italiani del Novecento, diede al cinema, soprattutto nel periodo neorealista, un contributo quantitativamente limitato ma di grande rilievo per la qualità specifica delle sue colonne sonore. Collaborò con registi come Giuseppe De Santis, Pietro Nelli e Valerio Zurlini, introducendo anche la musica cinematografica nel quadro della propria ricerca linguistica, con una forte attenzione nei confronti dei repertori popolari italiani.

Dopo la prima formazione musicale tra i pueri cantores di San Salvatore in Lauro a Roma, esperienza che avrebbe lasciato tracce importanti nella maturazione del suo percorso artistico, studiò con A. Bustini e V. Di Donato privatamente e presso il Conservatorio di Santa Cecilia dove si diplomò in composizione e in organo. Di questi anni è la Partita per orchestra (1932), prima opera a raggiungere notorietà internazionale. Sovrintendente del Teatro La Fenice di Venezia (1937-1940) e direttore artistico dell'Accademia filarmonica romana (1947-1950), dalla fine degli anni Trenta fu docente di composizione al Conservatorio di Roma, alla cattedra di perfezionamento dell'Accademia di Santa Cecilia (1960-1978), alla Chigiana di Siena, nonché al Mozarteum di Salisburgo e al Berkshire Music Center di Tanglewood negli Stati Uniti.

Insieme agli altri compositori della sua generazione, diede un contributo fondamentale allo sviluppo di un linguaggio musicale specificamente novecentesco, attraverso una personale, sofferta ricerca alla quale non abdicò mai. Con le tradizioni musicali, a partire da quelle, tanto importanti per l'Italia, del teatro lirico e della musica sacra, si aprì per P. un costante confronto dialettico, che egli estese a comprendere anche i repertori popolari e i cui esiti sono rilevabili in qualche misura nella musica per film. Particolarmente intenso fu, a partire dal Salmo IX (1936), il ricorso alla musica vocale e corale, elaborata come quella strumentale in costruzioni architettoniche complesse e di vasto respiro. Nel suo repertorio assumono particolare rilievo gli otto Concerti per orchestra, scritti tra il 1934 e il 1972.Nei lavori per il cinema, inaugurati nel 1948 con i documentari La creazione del mondo di Corrado Pavolini e Lezione di geometria di Vittorio Sabel e Leonardo Sinisgalli, P. impiegò alcuni importanti elementi della propria ricerca artistica. I risultati più significativi arrivarono l'anno seguente con Riso amaro (1949) di De Santis; per questo capolavoro del Neorealismo P. riuscì infatti a integrare efficacemente il lavoro di ricerca sui canti popolari delle mondine con brani composti ex novo, che sfruttano efficacemente il valore drammaturgico di alcune soluzioni espressive già sperimentate nei lavori giovanili ‒ in particolare nell'impiego dei ritmi e dei timbri. L'uso del canto popolare ritorna nelle sue due partiture successive, per Non c'è pace tra gli ulivi (1950) di De Santis, dove i brani del repertorio folclorico sono inseriti in un commento musicale che appare talvolta estraneo al contesto della vicende, e per La pattuglia sperduta (1954) di P. Nelli, altro film di ambientazione contadina. Dopo aver lavorato a Le avventure di Cartouche (1954) di Steve Sekely e Gianni Vernuccio, P. abbandonò il cinema per alcuni anni, fino a quando Valerio Zurlini lo chiamò a collaborare a Cronaca familiare (1962), tratto da un racconto autobiografico di V. Pratolini, incentrato sulla storia di due fratelli, rievocata dall'uno dopo la morte dell'altro, che P. commentò con partecipazione emotiva ed efficacia drammaturgica, contribuendo al successo del film. Questa colonna sonora sarebbe anche stata l'ultima del compositore per il cinema di finzione; nel 1964 scrisse le musiche per il documentario La porta di S. Pietro di Manzù di Glauco Pellegrini e Carlo Levi, mentre l'anno successivo compose una colonna sonora per il kolossal La Bibbia (1966) di John Huston, che fu però rifiutata dal regista, il quale affidò poi le musiche al giapponese Mayzumi Toshiro.

Bibliografia

M. Magaldi, Goffredo Petrassi e le musiche per film, in "Rivista del cinematografo", aprile 1964; L. Lombardi, Conversazioni con Petrassi, Milano 1980; J. Weissmann, Goffredo Petrassi, Milano 1980.

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