Gradualismo

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

gradualismo

Mauro Napoletano

Modalità di approccio graduale che le autorità di politica monetaria adottano prevalentemente nelle politiche disinflazionistiche. L’approccio gradualista tende a raggiungere in modo, appunto, graduale gli obiettivi di contrasto all’inflazione, mentre una politica del tipo cosiddetto cold-turkey (o anche shock-therapy), mira al loro raggiungimento immediato.

Approccio gradualista e cold turkey

La scelta fra i due approcci si basa sui costi economici che essi comportano. Infatti, in presenza di aspettative inflazionistiche backward-looking (cioè fondate sui tassi di inflazione passati) e/o di rigidità nominali, che impediscono l’aggiustamento completo dei prezzi a variazioni della domanda e dell’offerta di beni e servizi, l’economia è caratterizzata nel breve periodo da un trade off tra inflazione e disoccupazione (➔ Phillips, curva di). Pertanto, una riduzione dell’inflazione comporta una contrazione del reddito aggregato e dell’occupazione rispetto ai livelli di equilibrio naturale. Questa contrazione è tuttavia temporanea, poiché nel lungo periodo entrambe le variabili ritornano ai loro livelli di equilibrio. La velocità di ritorno all’equilibrio dipende da quanto rapidamente le aspettative degli agenti si adeguano agli obiettivi di inflazione. Il g. implica una minore riduzione del reddito e dell’occupazione nel breve periodo, ma tale diminuzione sarà persistente nel tempo, poiché il grado di aggiustamento delle aspettative inflazionistiche sarà più lento, e così anche la velocità di ritorno all’equilibrio. Al contrario, l’approccio cold-turkey produce un drastico abbassamento del reddito e dell’occupazione nel breve periodo, a fronte però di un più rapido aggiustamento delle aspettative, e dunque un più veloce ritorno del reddito e dell’occupazione ai livelli di equilibrio. I fattori che determinano la dimensione del trade off tra inflazione e disoccupazione, incidendo sui costi dell’approccio gradualista (o di quello cold-turkey), includono il tasso di inflazione corrente, il grado di apertura dell’economia al commercio internazionale, la struttura dei contratti di lavoro e le caratteristiche del processo di negoziazione dei salari.

L’incidenza delle aspettative razionali

I costi della disinflazione sono nulli nell’impostazione della cosiddetta  nuova macroeconomia classica. Secondo questa corrente di pensiero, gli agenti formano le loro aspettative in modo razionale (➔ anche aspettativa) e non commettono errori sistematici nella previsione dell’inflazione futura (come invece avviene con aspettative backward-looking). Un’ipotesi di  aspettative razionali, in assenza di rigidità nominali, implica che il reddito aggregato e l’occupazione siano al loro livello di equilibrio naturale anche nel breve periodo, a meno di shock temporanei. Di conseguenza, l’economia non è mai caratterizzata da un trade off tra inflazione e disoccupazione. Il tasso di inflazione obiettivo viene quindi raggiunto ancorando a esso le aspettative degli agenti: questi devono considerare credibile l’obiettivo annunciato dalla politica monetaria. Tuttavia, nonostante il largo uso dell’ipotesi di aspettative razionali in macroeconomia, la proposizione che le politiche disinflazionistiche non abbiano costi ha trovato scarso riscontro empirico. Numerosi studi hanno infatti mostrato che le politiche disinflazionistiche sono quasi sempre associate a riduzioni significative del reddito e dell’occupazione (L. Ball, What determines the sacrifice ratio? in Monetary policy, «NBER Chapters» 1994).