Grafica

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

grafica

Michela Santoro

La forza delle immagini moltiplicata migliaia di volte

Manifesti, stampe artistiche e stampe pubblicitarie: la grafica circonda il nostro quotidiano anche quando noi non ci facciamo caso. Un esempio? Quel rettangolino dentellato che chiamiamo francobollo viaggia per il mondo portando un'immagine legata al suo paese d'origine. I fattori determinanti per definire l'arte grafica sono due: lo sviluppo di tecniche di riproduzione delle immagini e la diffusione che ne consegue

Grafica come incisione, disegno

Per capire che cosa si intende col termine grafica domandiamolo direttamente al vocabolo: in greco antico gràpho significa "incidere, disegnare" e anche "scrivere"; graffiare proviene da questa stessa famiglia linguistica, e di conseguenza anche il termine graffito. C'è di più: il nostro scrivere ha affinità, grazie all'anello di collegamento offerto dal latino, con il verbo greco skariphèuo, che vuol dire "scalfire", proprio perché indicava l'abbozzo di un segno o di un disegno fatto con lo skàriphos, un pennino appuntito.

La parola grafica viene usata, in generale, per indicare le varie tecniche legate al disegno ma soprattutto alla riproduzione, artigianale o industriale, di un'immagine originale.

Le origini della grafica

Stampi e sigilli vengono usati per un primo tentativo di moltiplicazione delle figurazioni già dagli Assiri. Analoghi procedimenti tecnici sono alla base della riproduzione in serie di motivi decorativi su stoffa e su carta da utilizzare, per esempio, per le carte da parati, per le carte da gioco, per piccole immagini religiose.

La diffusione su vasta scala di immagini riprodotte avviene però solo dopo l'invenzione della stampa (1450), con i libri accompagnati da tavole illustrate, che commentano il testo. A partire dal Rinascimento, gli incisori si dedicano soprattutto a tradurre i capolavori dell'arte (quadri, sculture, architetture, monumenti) in forma grafica, in modo che la loro immagine, riprodotta a stampa, possa circolare in molte copie.

Nell'Ottocento, l'industrializzazione dei processi di stampa e l'invenzione della tecnica della litografia (incisione) aumentano la diffusione e anche il commercio delle opere grafiche. E proprio nell'Ottocento, quando con l'invenzione della fotografia il compito di riprodurre la realtà e le opere d'arte viene lasciato a questo nuovo mezzo, l'arte grafica diventa una forma di espressione autonoma: non serve più solo per copiare opere esistenti, ma viene usata per creare immagini di invenzione. A poco a poco, si riconoscono alla grafica qualità espressive e creative indipendenti: per esempio, con la grafica si possono rendere con potenza stati d'animo e soggetti che risaltano maggiormente con la forza espressiva del segno piuttosto che del colore.

Il mestiere del grafico

Anche se i tanti grafici che lavorano giorno dopo giorno nelle redazioni di giornali, libri, agenzie di pubblicità, siti web, non sono artisti nel senso consueto del termine, la loro attività è pur sempre la grafica. Non l'arte grafica, ma la grafica intesa come impaginazione di testi e immagini che verranno riprodotti per diffondere strategicamente nel pubblico, con concetti e figure, un qualsiasi messaggio nel modo più chiaro possibile.

Le preoccupazioni principali di un grafico (oltre, ovviamente, al voler realizzare un qualcosa di gradevole alla vista) sono innanzitutto due: il messaggio, ossia cosa si vuole comunicare, e il target ("bersaglio"), cioè il tipo di pubblico cui è destinato il messaggio. A questo punto si può passare alla fase creativa, in cui il grafico cerca le soluzioni visive più efficaci per i suoi obiettivi.

Nella grafica pubblicitaria l'attenzione è rivolta soprattutto ai colori e alle figure, mentre nella grafica editoriale (giornali, riviste, libri) un prodotto risulta più o meno gradevole e più o meno efficace soprattutto in base a un corretto uso dell'impaginazione e dei font (cioè dei caratteri utilizzati per la scrittura): bisogna fare molta attenzione, infatti, a come posizionare un titolo, a quanto grande esso debba essere, alle proporzioni delle colonne di testo, alla corretta relazione fra testo e immagine, per non creare una pagina di difficile lettura, e dunque inefficace.

La grafica computerizzata

Negli ultimi anni, con l'avvento della grafica computerizzata (che rende il lavoro più facile e veloce), la professione del grafico si è arricchita di nuove tecniche, nuove strategie di comunicazione e nuove competenze. E lo stile della grafica per il web (cioè per Internet) ha contribuito a un rinnovamento della grafica editoriale.

Le numerose scuole di grafica che operano in tutto il mondo industrializzato ‒ il cui prototipo è stato il Bauhaus, fondato in Germania nel 1919 ‒ si occupano della formazione di queste nuove figure professionali, affiancando all'insegnamento di corsi base quali l'illustrazione, le arti visive, la fotografia, anche uno studio sul funzionamento dei mass media (i mezzi di comunicazione che permettono la diffusione del messaggio) e nozioni di marketing (le strategie economiche che permettono di affrontare il mercato e che richiedono un'attenzione particolare alla pubblicità).

Grafica applicata al giornalismo, un esempio: i quotidiani italiani

Fino agli anni Sessanta in Italia le redazioni dei giornali non disponevano della figura professionale del grafico: l'impostazione della pagina era affidata alle scelte individuali di ciascun capo settore, non esisteva un gruppo di lavoro che progettasse l'impaginazione degli articoli. Il Messaggero, Paese Sera e La Repubblica sono stati i primi giornali in Italia ad avere un coordinamento grafico: la pagina non è più costruita in base alla lunghezza di un articolo, ma è l'articolo a doversi adeguare alla struttura della pagina così come è stata pensata dal grafico. Il risultato è un effetto ordinato molto più funzionale alla lettura.

Il DTP: grafica fatta in casa!

Grazie alla diffusione dell'informatica, è possibile anche per i non addetti ai lavori realizzare oggi un prodotto editoriale, basta avere qualche competenza tecnica e un po' di fantasia. Il DTP, sigla che sta per Desktop publishing ("editoria da scrivania"), è un sistema di hardware (il computer) e di software (i programmi) che permette di realizzare locandine, biglietti da visita, biglietti d'auguri e quant'altro la nostra immaginazione sia in grado di pensare (un giornale di classe, perché no) senza avere una preparazione specifica. Piccoli accorgimenti: un prodotto non professionale si nota da un uso a volte un po' ingenuo dei font, cioè dei caratteri di scrittura. Meglio non caricare il foglio di un numero eccessivo di font di tipi diversi o scegliere font esageratamente originali e rari. Il rischio è che il messaggio non raggiunga in modo efficace il pubblico a cui si rivolge. Oppure, qualora il documento venga messo in rete, c'è il rischio che un carattere non usuale ma previsto nel nostro computer non sia però leggibile su altri computer! Se poi vogliamo dare un tocco di fantasia a una scrittura semplice, la grafica digitale viene in nostro aiuto con programmi di disegno e di manipolazione delle immagini.

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