Gran Bretagna

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Gran Bretagna

Claudio Cerreti

La terra dove fu inventata la produzione industriale

Patria della rivoluzione industriale e della lingua che il mondo usa per comunicare, centro nevralgico degli scambi finanziari e commerciali del Pianeta, cuore di un Impero che non esiste più, ma ancora guarda a Londra: la Gran Bretagna è tutto questo, e insieme un paese moderno ma verdissimo, ricco eppure sobrio, dalle grandi città e dalle immense campagne, dove le tradizioni scientifiche e culturali e quelle politiche si sono sviluppate tanto da diventare modello per il resto del mondo

Un'organizzazione complessa per un territorio articolato

Il territorio del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord ‒ questa la denominazione completa dello Stato ‒ è formato da isole: la Gran Bretagna, che è la più vasta, una serie di isole minori (Shetland, Orcadi, Ebridi, Isola di Man, Isole del Canale e migliaia di altre più piccole) e una parte dell'isola d'Irlanda. La Gran Bretagna vera e propria, a sua volta, comprende le regioni storiche e amministrative della Scozia nel Nord, dell'Inghilterra nel Sud e del Galles nel Sud-Ovest.

Dipendono dallo Stato o dalla Corona ‒ cioè direttamente dal sovrano ‒ alcuni territori, soprattutto in America, che sono quel che rimane del vastissimo Impero britannico di un tempo. Uno di questi territori esterni è in Europa: Gibilterra, all'estremità meridionale della Penisola Iberica; il più esteso è invece l'arcipelago delle Isole Falkland, al largo dell'Argentina; ma per la maggior parte si tratta di piccole isole tropicali. Un legame particolare è poi quello che la Gran Bretagna mantiene con una cinquantina di ex colonie: Stati del tutto indipendenti che fanno parte dell'organizzazione del Commonwealth, presieduta dal sovrano britannico ‒ che è anche capo dello Stato di molti dei paesi membri. La Gran Bretagna è prevalentemente collinare; i monti (Grampiani, Pennini) sono bassi e arrotondati, ma movimentano molto il paesaggio; la cima più alta è in Scozia (Ben Nevis, 1.343 m). Nella regione sudorientale, attraversata dal Tamigi, si estende l'unica vera pianura del paese, e qui sorge la capitale, Londra. Anche l'Irlanda del Nord è collinare. Le coste sono quasi ovunque alte e molto frastagliate, spesso incise da profonde insenature: a volte veri e propri fiordi in cui sfociano i fiumi, come l'Humber o la Mersey.

Tutto il territorio ha un clima temperato umido, di tipo atlantico. La vegetazione forestale è stata ridotta al 10% del territorio, che per due terzi è invece coperto da prati e pascoli.

Rivoluzione industriale demografica

Fino alla fine del Medioevo, le Isole Britanniche non ebbero un grande sviluppo economico e demografico. Grazie alla fertilità dei suoli e al clima, l'agricoltura era però produttiva e la pastorizia aveva raggiunto una grandissima importanza. Tra 15° e 16° secolo, la lavorazione della lana, la pesca, i commerci marittimi, le prime imprese coloniali e lo sviluppo dell'agricoltura accrebbero le risorse disponibili e la popolazione cominciò ad aumentare. Da allora, per circa tre secoli, la Gran Bretagna conobbe un'espansione economica e politica senza paragoni, arrivando a controllare circa un quarto delle terre emerse e circa un terzo della popolazione mondiale; la sterlina era la valuta internazionale e la City di Londra il cuore dei traffici di tutto il mondo.

A partire dal Settecento, grazie al forte incremento della produzione agricola e alla rivoluzione industriale, la popolazione triplicò in poco più di un secolo, concentrandosi soprattutto in Inghilterra, intorno a Londra -‒ che diventò una delle più popolose città del mondo ‒ e nelle aree dove erano i giacimenti di carbone e di ferro. Tuttora nell'Inghilterra sudorientale vive circa la metà della popolazione totale, mentre la Scozia ha una densità molto bassa (65 ab./km2) e le aree montane sono ormai spopolate. Circa il 90% della popolazione vive in città: la Grande Londra ha più di 7 milioni di abitanti, Manchester 2,5 milioni; Birmingham, Glasgow, Liverpool, Edimburgo sono tra le altre città più importanti; numerosissime sono poi le città di medie dimensioni e quelle fondate di recente per ridurre l'affollamento di Londra.

Oggi la popolazione aumenta molto poco, e quasi solo grazie all'immigrazione, che è piuttosto intensa; le sue condizioni di vita (reddito, istruzione, sanità) sono molto avanzate.

Accanto all'inglese sono ancora parlate lingue celtiche (in Scozia, nel Galles, e nell'Isola di Man) e, accanto alla religione anglicana ‒ la più seguita ‒, sono numerosi i fedeli di altre religioni.

La più antica economia industriale del mondo

La presenza di minerali utili permise lo sviluppo di un'industria nel vero senso della parola; ma non sarebbe bastata, se il paese non avesse sviluppato la ricerca scientifica e tecnologica che avviò la meccanizzazione; e tutto questo non sarebbe bastato se le colonie non avessero assorbito le produzioni di massa dell'industria britannica e non le avessero fornito le altre materie prime indispensabili.

L'insieme di questi fattori condusse alla nascita vigorosa ‒ e, da principio, senza concorrenti ‒ della più antica economia industriale al mondo. Inizialmente, furono i settori classici, e cioè quello tessile (lana, poi cotone) e quello siderurgico, a svilupparsi maggiormente; poi la meccanica, la chimica, l'elettrotecnica e praticamente tutte le altre industrie. Oggi l'economia della Gran Bretagna è ancora largamente basata sull'industria, con produzioni un po' in tutti i settori; importanti sono state le recenti scoperte di petrolio e di metano sul fondo del Mare del Nord, che riguardano anche la Gran Bretagna; ma quasi i tre quarti della ricchezza ormai provengono dalle attività di servizio: prime fra tutte quelle bancarie e finanziarie in genere, che continuano a essere importantissime, e quelle commerciali.

L'agricoltura ha avuto un nuovo forte sviluppo in epoca recente, anche se non riesce a soddisfare la richiesta di prodotti agroalimentari e le importazioni di grano, per esempio, sono ancora rilevanti. L'allevamento, invece, è molto sviluppato e i suoi prodotti sono anche esportati.

L'economia britannica dipende anche più di altre da un fittissimo scambio con l'estero: importazioni ed esportazioni sono assolutamente vitali. Da quando l'impero coloniale si è dissolto, e malgrado il Commonwealth, gli scambi sono diventati meno vantaggiosi e sono in passivo. Ma avere per secoli ammassato denaro proveniente da mezzo mondo nella Borsa di Londra consente alla Gran Bretagna di disporre di due risorse in più: i capitali e la lingua.

Ritorno all'Europa?

Con l'adesione all'Unione europea (resa simbolicamente più salda dal tunnel ferroviario sotto la Manica) la Gran Bretagna ha rivitalizzato i suoi rapporti con l'Europa continentale, ma senza rinunciare alle relazioni privilegiate con le ex colonie e soprattutto con gli Stati Uniti (e senza rinunciare alla moneta nazionale, la sterlina, simbolo della sua potenza). Il passato e il presente continuano a fare della Gran Bretagna un punto di incontro di una quantità di interessi e di persone, mentre il suo ruolo negli equilibri politici ed economici europei e mondiali è tuttora importante.

Il grande sviluppo economico del paese fu effetto, e poi anche causa, di un altrettanto forte sviluppo culturale. Notissime sono le antiche università di Oxford e Cambridge, famosi i musei londinesi dove sono conservate immense ricchezze artistiche provenienti da tutto il mondo. Sia per studio sia per turismo, e non solo per lavoro e per affari, la Gran Bretagna è così meta di milioni di persone ogni anno, e la sua lingua e la sua cultura sono conosciute in tutto il mondo.

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