Grazzini ‹-zz-›, Antonfrancesco, detto il Lasca. - Scrittore (Firenze1503 - ivi 1584), di professione speziale. Fu nel 1540 tra i fondatori dell'accademia degli Umidi (poi Fiorentina), in cui prese il nome di Lasca; quarant'anni dopo, fu tra i fondatori dell'accademia della Crusca. È noto per le commedie (La gelosia, La spiritata, La strega, La pinzochera, ecc.) e più per le Cene, raccolta di 22 novelle, che si fingono raccontate in tre sere da cinque giovani e cinque donne e che hanno per argomento beffe, avventure amorose, storie comiche e tragiche. Scrisse rime per lo più burlesche (ispirate alle polemiche interne dell'accademia Fiorentina), fu tra i primi a tentare il poema eroicomico (con la Guerra de' mostri, 1547) e curò edizioni di poesie burlesche e canti carnascialeschi.
Nato a Firenze nel 1505 e ivi morto nel 1584, Grazzini, Antonfrancesco, detto il Lasca, trascorre tutta la vita nella città natale dove fonda, nel 1540, l’Accademia degli umidi che diviene poi Accademia fiorentina. L’orgogliosa rivendicazione da parte di Grazzini, Antonfrancesco dell’eccellenza artistica ...
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 59 (2002)
(detto il Lasca). - Nacque a Firenze il 22 marzo 1504 da Grazzino e Lucrezia di ser Lorenzo de' Santi.
Il padre del GRAZZINI, Antonfrancesco era nato nel 1452; rimasto orfano, fu allevato insieme con i tre fratelli dagli zii paterni Simone e Iacopo, entrambi notai. Divenuto anch'egli notaio, rogò a ...
Nacque a Firenze il 22 marzo 1503. Fu dei fondatori dell'Accademia degli umidi, dove prese il nome di Lasca, e vi ebbe uffici varî anche quando essa si trasformò in Fiorentina. Con alcuni amici, a cui si aggiunse Lionardo Salviati, fondò nel 1582 l'Accademia della crusca. Morì a Firenze il 18 febbraio ...
lasca s. f. [dal longob. aska «temolo» (ted. mod. Äsche), con agglutinazione dell’articolo; fu prob. chiamato così per il colore cenerognolo della pelle (ted. Asche «cenere»)]. – 1. Nome di diverse specie di pesci d’acqua dolce della famiglia ciprinidi,...
mangiare il panettone loc. v.le In senso figurato, portare a conclusione un incarico, restare in carica fino a Natale. ♦ Tutti quei miliardi spesi per ritrovarsi nella tempesta? E Liedholm arriva o no a mangiare il panettone? E il nuovo corso di Berlusconi...