GUARIENTO di Arpo

Enciclopedia Italiana (1933)

GUARIENTO di Arpo

Andrea Moschetti

Pittore padovano, che documenti relativi a negozî privati indicano vivente fra il 1338 e il 1370.

L'anonimo Morelliano, confermato quasi in tutto anche dal Vasari, assicura che il G. dipinse il coro della chiesa degli Eremitani, la cappella della reggia carrarese insieme con Iacomo Davanzo; nella reggia stessa parte della Sala dei Giganti "con li dodici Cesari a man destra e li loro fatti" e nella ora distrutta chiesa di S. Agostino "la cappella maggiore ove sono gli monumenti delli Signori di Carrara". Tutti gli antichi storici poi ricordano il Paradiso o Incoronazione di Maria da lui dipinto, dogando Marco Cornaro dal 1365 al 1368, nella Sala del Maggior Consiglio del palazzo ducale di Venezia. Rimangono tutti gli affreschi del coro degli Eremitani (Storie dei Ss. Filippo e Agostino) coi bellissimi monocromati del basamento (I sette pianeti, e Storie della Passione), gli affreschi frammentariamente superstiti nella cappella carrarese narranti storie dell'Antico Testamento e le tavole con la Serie angelica e con le figure di Maria, di Cristo e di S. Matteo, pervenute al Museo di Padova dalla stessa cappella; gli affreschi frammentarî di S. Agostino ora agli Eremitani, i frammenti del Paradiso nel palazzo ducale di Venezia. Press'a poco questo è anche, a varia distanza di anni, l'ordine cronologico di tali opere. Restano senza data un Crocifisso (unica sua opera firmata) del Museo di Bassano e certi affreschi con storie di Cristo e dell'Incoronazione di Maria, già esistenti in quella cappella del primo chiostro degli Eremitani, dove il Vasari assicura aver dipinto il G.; e ora ricoverati al museo. A queste si aggiungono altre opere con vario fondamento attribuitegli.

Avvinto da un lato alla tradizione giottesca e, più in là, all'ancor vivo bizantinismo, ma aspirante già a nuove forme di bellezza nella composizione numerosa delle scene, nella complessità prospettica delle architetture, nella verità espressiva di talune sue figure, il G. è anello di congiunzione nell'arte padovana fra Giotto e l'Altichieri. Della sua grandissima importanza basterebbe a far fede la macchinosa mole del suo Paradiso ricca di motivi nuovi e più volte ricopiata dagli artisti veneziani del '400.

Bibl.: G. Fiocco, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XV, Lipsia 1922 (con bibl. precedente); W. Suida, Meisterwerke ital. Malerei, in Belvedere, III (1923), pp. 65-67; R. van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, IV, L'Aia 1924, pp. 110-120; V, L'Aia 1925, pp. 482-83; VII, L'Aia 1926, pp. 335-37; A. Moschetti, G. pittore padovano del sec. XV, in Atti e memorie Accad. di Padova, XL (1924), p. 10 segg.; id., L'affresco della Pietà scoperto nella chiesa degli Eremitani in Padova, in Dedalo, VI (1925-26), p. 705; id., Due antichi ritratti di Fr. Petrarca, in Atti d. R. Accad. Petrarca di Arezzo, n. s., VII (1928), p. 72 segg.; A. Fitzgerald, G. di Arpo, in Memoirs of the Americ. Academy in Rome, IX (1931), p. 166 segg.; L. Coletti, Studi sulla pittura del Trecento a Padova: I, G. e Semitecolo, in Riv. d'arte, XII (1930), pp. 323-80.