GUASCOGNA e GUIENNA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1996)

GUASCOGNA e GUIENNA

J. Cabanot

(franc. Gascogne e Guyenne)

La G. (lat. Vasconia, Wasconia; occitano Gasconha 'paese dei Baschi') e la Guienna (occitano Guiaina, dal lat. Aquitania) corrispondono al bacino aquitanico, il cui asse portante è costituito dalla 'grondaia' della Garonna.Sulle colline e sugli altipiani calcarei a N, nel basso Quercy, nell'Agenais, nel Périgord e nel Bordelais, si crearono le condizioni per lo sviluppo di un'architettura a conci apparecchiati; verso S invece, nella zona in cui gli affluenti che scendono dalla base dei Pirenei formano un ventaglio aperto verso la Garonna, tagliando i sedimenti molassici in una moltitudine di basse colline, i materiali costruttivi rimasero per lungo tempo il legno e la terra, e, verso la regione tolosana, il mattone. Nelle valli a ridosso dei Pirenei le costruzioni in pietra apparvero precocemente, mentre il marmo costituì un materiale ricercato.Se la geografia organizza l'insieme Guienna-G. secondo un'opposizione N-S, la storia le ha invece separate secondo una direttrice E-O. In effetti la loro attuale ripartizione tra le regioni dell'Aquitania (con capoluogo Bordeaux) e del Midi-Pyrénées (con capoluogo Tolosa), prolunga una bipolarizzazione già fondamentale nel Medioevo.Il ducato di G., che emerse poco prima del Mille, includeva anche il Bordelais, il Bazadais, l'Agenais (vale a dire pressappoco la futura Guienna), ma intorno al 1050 venne annesso al ducato d'Aquitania, il cui centro principale all'epoca era Poitiers. Dal 1154 al 1453 il ducato d'Aquitania fu possedimento del re d'Inghilterra e nel sec. 13° si designava come G. la parte occidentale dell'Aquitania effettivamente dominata dagli inglesi, mentre il capetingio Alfonso di Poitiers, divenuto nel 1249 signore di Tolosa, controllava la parte orientale della regione. La guerra franco-inglese dei Cento anni, che ebbe termine nel 1453, condusse al ricongiungimento del ducato d'Aquitania con la Corona di Francia. Fino alla rivoluzione del 1789 la Guienna formò un'entità amministrativa diversa (che si estendeva fino al Rouergue), mentre la G., divisa tra Bordeaux e Tolosa, deve al proprio particolarismo etnico-linguistico la conservazione della sua identità territoriale.Nel processo di sviluppo artistico di questi territori è possibile distinguere fasi di diversa estensione cronologica. Un primo momento corrisponde alla grande fioritura romanica, che fece seguito a quattro secoli di povertà e che culminò, tra il 1070 e il 1130, nei cantieri di Moissac e di Saint-Sernin a Tolosa, nella confinante Linguadoca, e in quello di Saint-Sever, in Guascogna. La seconda fase si colloca tra l'avvio della costruzione della cattedrale gotica di Bazas (1233) e di quella di Saint-Bertrand-de-Comminges (1307): le forme gotiche si imposero nello stesso momento in cui la civiltà urbana andava sviluppandosi. Infine, dopo un lungo secolo di crisi, la riapertura dei cantieri alla fine del sec. 15° (cattedrale di Auch, 1489) ebbe l'effetto di prolungare il Gotico al di là del termine cronologico del Medioevo.In epoca altomedievale, le vestigia monumentali dell'Antichità fornirono materiali di reimpiego e modelli formali, come illustra la chiesa romanica di Valcabrère. Il dominio esercitato dai Visigoti (di cui Tolosa fu la capitale tra il 418 e il 507) e dai Franchi diede luogo a una civiltà 'neoromana', caratterizzata dalla produzione di placche-fermaglio aquitaniche e dalla diffusione di sarcofagi in marmo dei Pirenei (con chrismon). La fine del sec. 6° costituì un momento di rottura e la dominazione dei Vascones a S della Garonna riattivò una specificità etnica latente. Sul limite settentrionale della provincia ormai chiamata G., di fatto indipendente o almeno ribelle, i Carolingi crearono una sorta di marca che prefigurava la futura Guienna. Poco testimoniate nelle fonti scritte e povere di resti monumentali, queste regioni rimasero ai margini della rinascenza carolingia. L'epoca delle invasioni normanne è segnata da una recessione della vita urbana, soprattutto in G., ove la maggioranza delle sedi episcopali suffraganee di Auch, che era succeduta all'antica Elusa (od. Eauze), fu abbandonata e in seguito raggruppata, alla fine del sec. 10°, in un grande 'episcopato dei Guasconi'. Intorno all'anno Mille, nel ducato di G., rivolto verso S e isolato, le realizzazioni preromaniche furono al tempo stesso rozze e poco numerose.A partire dalla metà del sec. 11°, l'affermarsi delle vie di pellegrinaggio per Santiago de Compostela, che convergevano verso la G., provocò una rapida sprovincializzazione di questa regione, che si agganciò definitivamente ai territori settentrionali. L'attività legata a tale flusso di pellegrinaggio ebbe un effetto evidente in quest'area, divenuta allora un instabile conglomerato di signorie. Questa sprovincializzazione, coniugata agli effetti dello sviluppo agricolo e al rinnovamento della vita religiosa, creò la condizione per l'affermarsi di un potente dinamismo. I cantieri romanici seguirono la restaurazione delle sedi episcopali e il formarsi dei capitoli (Oloron-Sainte-Marie); i principi locali favorirono la creazione di ospizi per i pellegrini e lo sviluppo di nuovi insediamenti urbani collegati ai monasteri benedettini, in qualche caso fondati nel sec. 10° (Sarlat, Condom, La Réole, Saint-Sever), affiliati a Cluny (Layrac) o ad altre abbazie (Saint-Savin), oppure legati a collegiate (Saint-Caprais ad Agen, Saint-Gaudens). Nelle abbazie cistercensi e premostratensi che si insediarono al centro dei possedimenti intorno al 1130-1155 (Flaran, L'Escale-Dieu, Cadouin) venne precocemente sperimentato l'uso delle volte ogivali.Nei cantieri si incrociarono molteplici influenze che, legandosi a soluzioni tradizionali, necessitano di una complessa chiave di lettura. La predominanza della navata unica pone in risalto i casi in cui il corpo longitudinale è dotato di navate laterali (Moirax, Le Mas d'Agenais) e la frequenza delle chiese a serie di cupole (cattedrale di Saint-Front a Périgueux) conferisce al territorio della Guienna una facies particolare. Gli influssi della Linguadoca (Moissac, Tolosa) e quelli ispanici o ispano-moreschi (L'Hôpital-Saint-Blaise) si individuano soprattutto nell'ornamentazione scolpita, caratteristica della seconda arte romanica, che prende massicciamente possesso dell'articolazione degli edifici. I resti di decorazione pittorica sono più rari; a E dei Pirenei della G., intorno al 1100, coesistevano l'attaccamento a forme arcaiche (cappella di Saint-Jean-des-Vignes a Saint-Plancard) e influssi italo-catalani (a Saint-Lizier), testimoniati anche da alcune chiese preromaniche a fasce di tipo lombardo (Saint-Aventin).Con l'ambiziosa architettura e la decorazione scultorea della sua abbaziale - una sorta di versione dei Commentari all'Apocalisse di Beato di Liébana che vi fu realizzata - Saint-Sever illustra l'eccezionale capacità di un abate, Gregorio di Montaner (1028-1072), a tramutare in importante fucina artistica le ricchezze di un centro religioso. D'altro canto, una moltitudine di piccoli edifici romanici attesta il carattere generalizzato della crescita e il progresso della signoria rurale e della rete delle parrocchie. I numerosi castelli che vennero eretti in questa fase testimoniano anche di una volontà dei signori laici di cogliere una parte dei frutti della crescita; peraltro, nella maggior parte dei casi non rimangono che i terrapieni che servirono da base per questi edifici in legno alla maniera delle più semplici costruzioni di abitazione.L'avvento del Gotico seguì un ritmo diverso e assunse forme differenti nei diversi distretti della regione. A O, nella G. dei Plantageneti, la transizione dal Romanico al Gotico si operò in maniera graduale tra il 1180 e il 1230, sotto influssi diversi, in particolare angioini, spesso associati a soluzioni architettoniche antiche. In seguito le cattedrali di Bazas e Bayonne vennero concepite come pure imitazioni dell'arte gotica francese. Nella regione tolosana l'avvento del Gotico seguì a una fase di rottura. Intorno al 1200 la grande scultura tolosana di Notre-Dame-de-la-Daurade completò il suo sviluppo e nei primi decenni del nuovo secolo la regione venne scossa dagli avvenimenti legati alla crociata albigese, che condussero alla diretta sottomissione feudale del territorio al re capetingio. Insieme a questo nuovo ordine politico e culturale si andò sviluppando, intorno alla metà del sec. 13°, un'arte adattata alle nuove forme di spiritualità, il c.d. Gotico meridionale, generato da una tradizione regionale, nella cui diffusione ebbero un ruolo importante gli Ordini mendicanti e in particolare i Domenicani. Si tratta di edifici a navata unica, adatti alla predicazione, in cui le volte ogivali poggiano su contrafforti massicci tra i quali si aprono le cappelle.Piuttosto timida là dove la densità del Romanico era più forte (Périgord), la diffusione delle diverse espressioni gotiche è legata a un potente movimento di creazione di nuovi insediamenti (bastides), la maggior parte dei quali nacque tra il 1250 e il 1320. Questi agglomerati, che costituiscono la trama essenziale dell'attuale reticolo di piccole città, furono generalmente fondati secondo un piano a scacchiera, di eccezionale regolarità e uniformità, al centro del quale si trova la piazza del mercato, spesso occupata da un mercato coperto, come a Gimont, e circondata da portici.La rivalità fra i Capetingi e il re-duca plantageneto, che andò esacerbandosi verso la fine del sec. 13°, spiega la forte concentrazione delle bastides lungo la linea di demarcazione tra le due dipendenze, ma quasi ovunque i signori subalterni si sforzarono di rafforzare il proprio potere dotandosi di fortificazioni. Ciò diede l'avvio a una tendenza alla militarizzazione, che interessò anche le chiese (Simorre) o alcuni mulini (Barbaste), e a un processo di predominio dell'edilizia in pietra su quella in legno. Borghi ecclesiastici, borghi castrensi (castelnaux) e bastides vennero dotati di mura di cinta, di cui rimangono soprattutto i portali d'accesso ogivali e turriti e, talvolta, resti più considerevoli, come a Larressingle. L'architettura militare è caratterizzata da un arcaismo riscontrabile sia nei modesti castelli guasconi dell'Agenais sia in numerose fortezze maggiori (Saint-Emilion, Orthez).I primi decenni del sec. 14° furono ancora fecondi. Nel 1317 la creazione di nuove diocesi, per la frammentazione di quella di Tolosa, comportò l'avvio della costruzione di nuove cattedrali, per es. quella di Sainte-Marie a Lombez. I 'papi guasconi' di Avignone, a cominciare da Clemente V, e i loro nipoti e cardinali finanziarono la realizzazione di monumenti quali i castelli di Villandraut, Roquetaillade, la cattedrale di Saint-Bertrand-de-Comminges e le collegiate di Uzeste e di La Romieu. La peste nera del 1348 aprì un secolo di crisi, segnato da calamità demografiche e dalla guerra dei Cento anni, complicata dal secolare conflitto che opponeva la casata di Armagnac a quella di Foix-Béarn. Le campagne si spopolarono, le cinte murarie dei villaggi e delle città si contrassero. In un'epoca di guerre distruttive fu solo il conte di Foix, Gaston III Phébus, a lanciare un programma di nuove costruzioni di una certa ampiezza (Mauvezin, Montaner). Nonostante ciò, l'imperativo di garantire la sicurezza accentuò il processo di militarizzazione, nonché l'uso di costruire in pietra negli abitati. Le bastides più tarde assunsero l'aspetto di villaggi fortificati (Montjoie-en-Couserans) e alcune chiese si trasformarono in fortezze (Luz). L'arredo, al loro interno, si arricchì in particolare di statue lignee che attestano un forte attaccamento ad alcuni temi popolari, come per es. la Vergine con il Bambino che tiene una mela nella mano destra.Un'autentica ripresa delle attività in campo artistico si ebbe solo dopo la riconquista della Guienna da parte del re di Francia (1453), con una lunga serie di restauri e di rimaneggiamenti ma senza grande originalità. Il Tardo Gotico ebbe una notevole fioritura in numerose località secondarie, protraendosi fino nel sec. 16°, con un rinnovamento della pittura monumentale. Segnali manifesti di una nuova fase di crescita sono i numerosi cantieri di cattedrali (Auch, Lectoure, Sarlat, Condom) che si aprirono sia negli ultimi anni del sec. 15° sia più tardi. Infine, l'enorme castello di Bonaguil, costruito tra il 1482 e il 1530, appare come il testamento di un'epoca feudale ormai passata.L'eredità medievale è stata ulteriormente e gravemente amputata dalla grande crisi iconoclasta delle guerre di religione (fine del sec. 16°) e dalle distruzioni dell'epoca rivoluzionaria e postrivoluzionaria (cattedrale di Saint-Etienne ad Agen). Poche sono le collezioni importanti, al di là di quelle dei musei di Bordeaux e di Tolosa. L'Apocalisse di Saint-Sever è conservata a Parigi (BN, lat. 8878); alcuni pezzi interessanti si trovano a Saint-Sever (Mus. Lapidaire Mun.), ad Auch (Mus. de Jacobins), ad Agen (Mus. des Beaux-Arts) e a Saint-Savin (Mus. d'Art Sacré de la Salle Capitulaire). Per la maggior parte, i documenti iconografici dei secc. 16° e 17° raffiguranti siti o edifici oggi perduti o alterati (in particolare i disegni realizzati nel 1612 dall'olandese Du Wiert) sono conservati a Parigi (BN, Cab. Estampes).

Bibl.: E. Lambert, Abbayes et cathédrales du Sud-Ouest, Toulouse 1958; Dictionnaire des églises de France, III, Sud-Ouest, Paris 1967; R. Mesuret, Les peintures murales du Sud-Ouest de la France du XIe au XVIe siècle, Paris 1967; J. Secret, Périgord roman (La nuit des temps, 27), La Pierre-qui-Vire 1968; Agenais, CAF 127, 1969; P. Dubourg-Noves, Guyenne romane (La nuit des temps, 31), La Pierrequi-Vire 1969; M. Durliat, V. Allègre, Pyrénées romanes (La nuit des temps, 30), La Pierre-qui-Vire 1969; Gascogne, CAF 128, 1970; Histoire de l'Aquitaine, a cura di C. Higounet, Toulouse 1971; J. Gardelles, Les châteaux du Moyen Age dans la France du Sud-Ouest. La Gascogne anglaise de 1216 à 1327, Paris 1972; Landes. Canton de Peyrehorade (Inventaire général des monuments et des richesses artistiques de la France, 40), 2 voll., Paris 1973; La naissance et l'essor du gothique méridional au XIIIe siècle, Cahiers de Fanjeaux 9, 1974; J. Cabanot, Gascogne romane (La nuit des temps, 50), La Pierre-qui-Vire 1978; Périgord Noir, CAF 137, 1979; Dictionnaire des châteaux de Guyenne et de Gascogne, a cura di J. Gardelles, Paris 1981; La sculpture sur bois en Gascogne à la fin du Moyen Age (1450-1550), a cura di J. Penent, cat., Paris 1983; El ''Beato'' de Saint-Sever, Madrid 1984; Bordelais et Bazadais, CAF 145, 1987; J. Cabanot, Les débuts de la sculpture romane dans le Sud-Ouest de la France, Paris 1987; A. Lauret, R. Malebranche, G. Seraphin, Bastides, villes nouvelles du Moyen Age, Cahors 1988; Archéologie et vie quotidienne aux XIIIe-XIVe siècles en Midi-Pyrénées, cat., Toulouse 1990; M. Durliat, La sculpture romane de la route de Saint-Jacques. De Conques à Compostelle, Mont-de-Marsan 1990; Vic-Bilh, Morlaas et Montanérès, Paris 1990; Gallo-romains, Wisigoths et Francs en Aquitaine, Septimanie et Espagne, "Actes des VIIe Journées internationales d'archéologie mérovingienne, Toulouse 1985", a cura di P. Perin, Rouen 1992; J. Gardelles, Aquitaine gothique, Paris 1992; Les racines de l'Aquitaine. Vingt siècles d'histoire d'une région. Vers 1000 avant J.-C. vers 1000 après J.-C., a cura di L. Maurin, J.P. Bost, J.M. Roddaz, Bordeaux 1992.B. Cursente

La città di Auch, l'antica Elimberris, capoluogo del dip. Gers, in G., fu costruita nel punto di incontro di diverse vie. Essa fu la capitale della popolazione degli Auscii e si sviluppò lungo la pianura che costeggia a E il corso del fiume Gers.Secondo tradizioni non verificabili, ad Auch, dalla metà del sec. 9° sede dell'episcopato, sarebbero esistiti due monasteri e numerose chiese; ma i documenti più antichi testimoniano l'esistenza nel sec. 11° di due soli grandi poli religiosi: la cattedrale e l'abbazia di Saint-Orens. La prima fu consacrata nel 1121 e si innalzava all'interno della cinta muraria; diverse manomissioni e la ricostruzione iniziata nel 1489 hanno lasciato intatti soltanto i resti della sala capitolare, disposta a un livello inferiore rispetto al transetto: la muratura in laterizio, i capitelli ornati da volute, foglie e pigne su colonnine semplici e binate, i costoloni a toro delle volte indicano una datazione alla fine del sec. 12°; rimangono anche scarsissime tracce di pittura.L'abbazia di Saint-Orens, fondata nel 967 su un antico sito lungo il fiume dal primo conte di Armagnac, Bernardo I il Losco, fu donata a Cluny nel 1068 e ridotta al rango di priorato. La sua chiesa è stata quasi interamente distrutta durante le guerre di religione e in seguito alla Rivoluzione francese, ma gli scavi condotti nel sec. 19° e alcune vestigia rimaste permettono di valutarne l'interesse: costruita intorno al 1100 secondo un modello diffuso nella Francia centrale e occidentale, presenta analogie soprattutto con le chiese di Saint-Caprais ad Agen e Saint-Etienne a Cahors, per la sua navata unica, il transetto molto sporgente, le due absidiole e soprattutto la vasta abside su cui si aprono direttamente, senza deambulatorio, tre cappelle radiali. La decorazione scolpita, di cui rimangono solo alcuni fregi e un capitello mutilo, sembra essere stata segnata dalla vicinanza di Tolosa e della Spagna settentrionale, influsso evidente anche in altri edifici contemporanei della regione. Una sala capitolare con volte ogivali, comunicante un tempo con il chiostro attraverso una porta e due aperture, e una torre molto restaurata rappresentano oggi quanto rimane del monastero che si trovava a S della chiesa; si conservano inoltre, nella città, poche altre testimonianze di un passato del quale ancora sfuggono molti aspetti essenziali: frammenti, capitelli di marmo preromanici, rare sculture, oppure oggetti medievali (Auch, Mus. des Jacobins) e un sarcofago aquitanico conservato nella cripta della cattedrale.

Bibl.:

Fonti. - Gallia christiana, I, Paris 1715, p. 1019; L.C. de Brugèles, Chroniques ecclésiastiques du diocèse d'Auch, suivies de celles des comtes du même diocèse, Toulouse 1746; Cartulaires du chapitre de l'église métropolitaine Sainte-Marie d'Auch, a cura di C. Lacave Laplagne Barris, Paris-Auch 1899; Livre rouge du chapitre métropolitain de Sainte-Marie d'Auch, a cura di J. Duffour, Paris-Auch 1907.

Letteratura critica. - P. Lafforgue, Histoire de la ville d'Auch depuis les Romains jusqu'en 1789, 2 voll., Auch 1851; F. Canéto, Tombeau roman de saint Léothalde évêque d'Auch de 691 à 718. Notice historique et descriptive, Paris 1856; id., Prieuré de Saint-Orens d'Auch. Etude historique et monumentale depuis les premiers siècles de l'ère chrétienne jusqu'à nos jours, Auch 1873; id., Sainte-Marie d'Auch, Auch 1876 (1903⁶); J.R. Marboutin, Auch, cathédrale Sainte-Marie, CAF 92, 1929, pp. 172-199; A. Deghert, Auch, in DHGE, V, 1931, coll. 276-282; H. Polge, Saint-Orens d'Auch, Bulletin de la Société archéologique du Gers 52, 1951, pp. 5-28; F. Lot, E. Houth, Auch, in Recherches sur la population et la superficie des cités remontant à la période gallo-romane, III, La Novempopulanie, Paris 1953, pp. 31-80; Histoire d'Auch et du Pays d'Auch, Roanne 1980; G. Loubès, Auch, Gers (Atlas historique des villes de France), Paris 1982.J. Cabanot

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