GUBBIO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi GUBBIO dell'anno: 1960 - 1994

GUBBIO (ν. vol. III, p. 1067)

D. Manconi

I continui scavi di emergenza effettuati nell'ultimo ventennio hanno consentito l'indagine di una vasta parte del territorio urbano della Iguvium romana almeno nella sua fase di sviluppo più omogeneo. Così se la città-stato degli Umbri rimane ancora quasi sconosciuta, più chiara ci appare la situazione durante il periodo municipale e soprattutto durante quello augusteo.

In relazione al periodo preromano alcuni dati sono emersi da ricognizioni di superficie e da scavi sulle colline attorno alla città, che hanno consentito di individuare alcuni piccoli insediamenti dell'Età del Bronzo e dell'Età del Ferro. In località S. Marco sono attestati insediamenti neolitici su corte terrazze in pianura, mentre altri, relativi all'Età del Bronzo e del Ferro, sono stati trovati rispettivamente sulle colline di Monte Ingino e di Monte Ansciano. Su quest'ultimo sito aveva sede uno dei tanti piccoli santuari noti per l'Età del Ferro in Umbria, in cui sono stati rinvenuti bronzetti a figura umana del V sec. a.C. Nell'area del Vescovado un enorme scarico di ceramiche databili dall'Età del Bronzo Finale all'Età del Ferro permette di localizzare il sito del centro umbro sotto il centro medievale. Altri elementi provengono da rinvenimenti di tombe in pianura: una tomba con carro e vasi d'impasto (Via S. Leonardo) del VI sec. a.C., tombe a circolo con materiale della seconda metà del IV sec. a.C., e una tomba con letto funebre in bronzo del II-I sec. a.C. (località Fontevole) decorato con le caratteristiche protomi equine, permettono di avere un ampio quadro dell'età protostorica che dovette protrarsi a lungo, fino alla conquista romana. Il confronto con le altre comunità aiuta forse a chiarire che veri e propri insediamenti urbani devono essere arrivati piuttosto tardi, qui come altrove in Umbria, benché la presenza di una zecca possa rappresentare la città anche in termini economici. Prove certe, cioè strutture, le abbiamo solo per la fine dell'età repubblicana (II e I sec. a.C.): rinvenimenti di muri costruiti a secco in località Guastuglia e sotto l'edificio dell'ospedale settecentesco così come le fondazioni di un edificio pubblico sotto la Loggia dei Tiratori nella sede della Cassa di Risparmio. Anche alcune infrastrutture stradali che collegano la città al territorio sembrano in parte riferibili a quest'epoca. Sempre per l'età repubblicana è stato rinvenuto un abbondante scarico di ceramiche - tra cui ceramiche a vernice nera - databili tra il IV e il II sec. a.C., in località S. Biagio, posto accanto a una fornace coeva.

La città di epoca augustea disposta in pianura alle pendici del Monte Ingino è il risultato di un progetto in cui è stata programmata l'espansione futura. Essa nasce perfettamente quadrata (se ne conoscono finora i confini settentrionale, meridionale e occidentale, mentre resta ancora indefinito quello orientale) e doveva svilupparsi con terrazzamenti lungo la collina, a partire dalla Piazza dei Consoli fino alla nuova città in pianura. Inoltre alcune strade basolate e glareate individuate in località Guastuglia fanno conoscere il tessuto infrastrutturale della città. Esse sono disposte ortogonalmente alla pianura, preannunciando quel perfetto assetto di centuriazione individuato tramite rinvenimenti di insediamenti rustici e ricognizioni di superficie. Era stato inoltre costruito un grandioso tempio con funzioni di controllo ideologico, politico ed economico della pianura e di esso è stato posto in luce una parte del terrazzamento in località Monteleto, agli estremi limiti del municipio e della stessa pianura, confine ideale della città, e ancora limite dei terreni riservati alla caccia fino all'epoca di Federico da Montefeltro.

Della città romana sono state messe in luce alcune case, dal cui rinvenimento si è compreso che la città fu intensamente abitata almeno fino al IV sec. d.C. e ancora in epoca altomedievale, con continui rinnovamenti e ristrutturazioni. Tra i vari casi è da menzionare una domus della fine del I sec. a.C. con un ambiente a mosaico decorato da un emblema con raffigurazione del mito di Scilla e i compagni di Ulisse e inoltre una domus con terme annesse, situata presso l'ospedale e significativa per comprendere l'assetto della città. Qui le ristrutturazioni perdurano almeno fino all'VIII sec. d.C., epoca nella quale una parte delle terme viene trasformata in basilica con annessa zona funeraria.

Le necropoli d'epoca imperiale hanno fornito un interessante apporto alla conoscenza della città e dei suoi riti: l'esame di un muro di delimitazione posto accanto al c.d. Mausoleo di Pomponio Grecino congiunto alla rilettura di dati d'archivio ha rivelato la presenza di tombe ipogee accanto al monumento di epoca augustea, consentendo di ipotizzare che quest'area della necropoli fosse riservata ai maggiorenti della città. Necropoli più modeste d'epoca imperiale sono state in gran parte scavate nelle località Fontevole, Madonna del Prato, Zappacenere. In località Vittorina ne è stata individuata una più vasta delle altre, con c.a 250 tombe, in cui sono attestati numerosi riti. Anche l'ambito cronologico, pur con dei vuoti, è abbastanza lungo, abbracciando un periodo che va dal V-IV sec. a.C. fino al II sec. d.C. Nei pressi della necropoli una fornace - databile al II sec. d.C. - forniva il materiale per i corredi delle tombe.

Nel territorio numerose scoperte sia occasionali che programmate hanno permesso di disegnare una mappa degli impianti rustici che hanno contribuito anche allo sviluppo economico del centro urbano, p.es. nelle località S. Felicissimo, S. Marco, Vittorina, Zappacenere.

Il Museo Civico di G. non è stato ampliato nel corso degli anni, ma recenti restauri hanno permesso di valorizzare materiali precedentemente ignorati: una testa di Apollo facente parte della decorazione architettonica del teatro; alcuni reperti in bronzo del V-IV sec. a.C.; un piatto in ceramica etrusco-corinzia, un puttino in marmo d'epoca augustea, numerosi bronzetti votivi, falcetti e armi in ferro. Tra i rinvenimenti sporadici di nuova acquisizione particolarmente interessante appare una testa di Agrippa in marmo.

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