Russo-giapponese, guerra

Dizionario di Storia (2011)

russo-giapponese, guerra


Conflitto combattuto fra l’8 febbr. 1904 e il 5 sett. 1905. All’inizio del 1904 i contrasti tra Russia e Giappone per la prevalenza nell’Estremo Oriente asiatico erano giunti a un punto di tensione che lasciava prevedere prossimo lo scoppio delle ostilità. Dopo un infruttuoso negoziato diplomatico, i giapponesi, forti dell’appoggio della Gran Bretagna, alla quale erano legati dall’alleanza del 1902, e dell’acquiescenza degli USA, ruppero gli indugi e, senza previa dichiarazione di guerra, attaccarono la flotta russa a Port Arthur nella notte fra l’8 e il 9 febbr. 1904. Il 1° maggio successivo riuscirono a battere i russi sul fiume Yalu, costringendoli alla ritirata, e alla fine dello stesso mese assediarono Port Arthur; il 10 agosto affondarono gran parte della flotta zarista di stanza a Port Arthur. Infine attaccarono i russi sulla terraferma, sconfiggendoli presso Liaoyang (24 ag.-4 sett.). Fallita la controffensiva russa, nell’ottobre le operazioni militari subirono una temporanea battuta d’arresto. Dopo la capitolazione di Port Arthur (2 genn. 1905), i tentativi intrapresi dall’esercito zarista per rilanciare l’offensiva si mutarono in una serie di sconfitte, culminate nella disfatta di Mukden (10 marzo). Le truppe russe, costrette a una rapida ritirata verso nord, raggiunsero prima Tieling, a 150 km da Mukden, e proseguirono poi la marcia per altri 500 km fino a Harbin, rinunciando in pratica alla continuazione delle ostilità. A.N. Kuropatkin, capo dell’esercito russo, fu esonerato dal comando. Intanto il governo russo, nello sforzo di controbilanciare la superiorità navale giapponese e non potendo utilizzare la flotta del Mar Nero, aveva deciso di inviare in Estremo Oriente la flotta del Baltico. Partita il 15 ott. 1904 al comando dell’ammiraglio Z.P. Rožestvenskij, la squadra raggiunse il teatro delle operazioni nel maggio 1905, dopo aver compiuto il periplo di metà della terra. Rafforzatasi con l’arrivo di altre unità, al comando dell’ammiraglio N.I. Nebogatov, il 20 maggio la flotta russa entrò nel Mar Cinese Orientale e il 27 incrociò le forze dell’ammiraglio H. Togo nello stretto di Tsushima, subendo una grave sconfitta. Questa segnava la fine della guerra e con essa l’ascesa al rango di grande potenza del Giappone. La Russia, battuta militarmente e scossa dalla rivoluzione interna, e il Giappone, prostrato dallo sforzo finanziario, accettarono l’offerta di mediazione del presidente Roosevelt, sollecitata dal governo nipponico. Con il Trattato di pace di Portsmouth (5 sett. 1905), la Russia riconobbe la preponderanza giapponese in Corea, cedette al Giappone l’affitto sulla penisola del Liaodong, con le basi di Dairen e Port Arthur, la parte meridionale dell’isola di Sachalin e i suoi diritti sulla ferrovia sud-mancese.

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