MESSENICHE, GUERRE

Enciclopedia Italiana (1934)

MESSENICHE, GUERRE

Paola Zancan

. La prima guerra Messenica, cioè la prima combattuta da Sparta contro i Messenî, sarebbe avvenuta durante il regno del re spartano Teopompo (seconda metà del sec. VIII a. C.) e sarebbe durata 20 anni; condusse alla conquista della Messenia occidentale e settentrionale, grazie all'espugnazione della fortezza di Itome dove i Messenî s'erano rifugiati. I vinti furono ridotti alla condizione d'iloti, costretti a pagare ai vincitori (fra i quali fu divisa la regione) la metà dei prodotti dei loro campi. Sulle cause occasionali della guerra non siamo esattamente informati; ma il motivo sostanziale va ricercato nella fertilità della Messenia. Col nome di seconda messenica si suole designare la grande insurrezione dei Messenî alla fine del sec. VII. Dello svolgersi di questa rivolta non sappiamo niente o quasi niente. Tirteo prese parte alla guerra, e in occasione d'essa scrisse i suoi canti, ma i frammenti che ci rimangono non dànno alcuna notizia precisa. Attraverso la tradizione, tutta permeata delle leggende fiorite nel sec. IV dopo la liberazione della Messenia per opera d'Epamiponda (369 a. L.), la rivolta dei Messenî ci appare come una grande guerra in cui fosse coinvolto tutto il Pelopomeso. Approfittando della momentanea debolezza di Sparta turbata da torbidi interni, i Messenî avrebbero impugnato le armi contro i loro dominatori, appoggiati dal re dei Pisati e da quello degli Orcomenî. Sotto la guida di Aristomene (v.) i Messenî e i loro alleati avrebbero dapprima riportato notevoli successi; sarebbero poi stati vinti dagli Spartani nella battaglia alla Gran Fossa, e finalmente anche l'ultimo punto d'appoggio, la fortezza di Ira sui confini arcadici, sarebbe stato costretto alla resa. Fallita l'insurrezione, i Messenî furono nuovamente ridotti in servitù; parte esularono.

Che una terza guerra abbia avuto luogo al tempo delle guerre persiane, è ipotesi moderna destituita d'ogni fondamento. Terza guerra messenica è invece quella che Sparta combatté contro gli iloti ribelli, durante la pentecontetia. La sollevazione degl'iloti messenî, cui partecipò anche la città perieca Turia, scoppiò subito dopo un pauroso terremoto (primavera del 464 a. C. circa). I Messenî insorti, dopo un qualche successo iniziale furono battuti alla località detta Istmo, e ridotti a rifugiarsi nella rocca d'Itome. Gli Spartani vi posero l'assedio, che si protrasse piuttosto a lungo. Gli Ateniesi, richiesti d'aiuto, mandarono Cimone con un esercito di 4000 opliti, i quali furono però assai presto congedati dagli Spartani (primavera 462). La resa d'Itome dovette seguir poco dopo (461); i Messenî ne ottennero libera uscita, ed esularono a colonizzare Naupatto, concessa loro dagli Ateniesi.

Bibl.: Sulla prima e seconda guerra messenica: B. Niese, Die ältere GEschichte Messeniens, in Hermes, XXVI (1891), pagina 1 segg.; G. Busolt, Griechische Geschichte, I, 2ª ed., Gotha 1893, pp. 592 segg., 606 segg.; U. Wilamowitz-Moellendorff, Textgeschichte der griech. Lyriker, in Abhandl. Gött. Ges. d. Wiss., IV (1900), fasc. 7, pp. 97-118; F. Hiller von Gärtringen, Hira und Andania, Berlino 1911; K.J. Beloch, Griechische Geschichte, I, ii, 2ª ed., Strasburgo 1913, p. 262 segg. (cfr. I, i, pp. 206, 334); L. Pareti, Storia di Sparta arcaica, Firenze 1920, p. 207 segg.; H.T. Wade-Gery, in Cambridge Ancient History, III, Cambridge 1925, pp. 537, 557; W. Jaeger, Tyrtaios über die wahre ἀρετή, in Sitzber. d. preuss. Akad., 1932, p. 537; Reincke, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XV, 1931, col. 1239 segg.

Sulla terza geurra messenica: G. Busolt, Griechische Geschichte, III, i, Gotha 1897, p. 242 segg.; G. De Sanctis, Atthis, 2ª ed., Torino 1912, p. 404 segg.; K.J. Beloch, Griechische Geschichte, II, i, 2ª ed., Strasburgo 1914, pp. 143, 152, 165; II, ii, 2ª ed., Strasburgo 1916, p. 194 seg.; V. Costanzi, La durata della III guerra messenica, in Rivista di filologia e di istruz. classica, 1922, pp. 289-307; id., Una testimonianza esplicita sulla durata della III guerra messenica, in Bollettino di filologia classica, XXXI, pp. 212-13; G.M. Walker, in Cambridge Ancient History, V, Cambridge 1927, pp. 67, 70 segg.