SEBORGA, Guido

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)

SEBORGA, Guido

Giuliano Manacorda

SEBORGA, Guido (pseudonimo di Hess, Guido)

Scrittore, nato a Torino il 10 ottobre 1909, morto ivi il 13 febbraio 1990. Di famiglia di origine egiziana semita, negli anni Quaranta assunse lo pseudonimo da un piccolo paese presso Bordighera dove aveva trascorso l'infanzia. Frequentò il liceo a Torino, allievo di A. Monti, e successivamente a Parigi studiò filosofia alla Sorbona, ma senza laurearsi. Parigi rimase il punto di riferimento fondamentale per il suo temperamento ribelle e amante dell'avventura e per il contatto con artisti e scrittori francesi. Fortemente antifascista fin da ragazzo e spirito assolutamente laico, partecipò alla Resistenza nelle Brigate Matteotti e continuò poi la sua militanza socialista come collaboratore, fra l'altro, dell'Avanti! e vicedirettore della rivista Socialismo diretta da P. Nenni.

Il suo primo romanzo, L'uomo di Camporosso - storia di un giovane scaricatore di porto alle prese con ristrettezze familiari, in difficili rapporti con la moglie e con l'educazione religiosa dei figli, con l'impegno politico che lo porterà al carcere fascista − uscì (1948) nella collana mondadoriana ''La medusa degli Italiani'' e venne subito tradotto in Francia.

Autodefinitosi un realista, S. si confermò tale con Il figlio di Caino (1949): dove però l'esigenza d'imprimere un flusso più incalzante al racconto della lotta partigiana in Liguria, segnata da drammatici tradimenti e da atroci sevizie, indusse S. a rinnovare radicalmente il proprio stile, con l'adozione di un inedito ritmo narrativo formalmente sostenuto da un tipo di poesia prosastica e priva di punteggiatura che, oltre a rivelarsi altamente funzionale all'assunto, crea momenti lirici e figurativi di notevole suggestione. I successivi romanzi, Amori capitali (1959) ed Ergastolo, vennero poi riuniti con i due precedenti nel volume Quattro romanzi (1963). Una storia d'amore ambientata a Parigi, Gli innocenti (1961), costituisce una delle ultime prove della sua carriera di scrittore. Già poeta con il suo vero nome tra il 1941 e il 1946, S. aveva nel frattempo pubblicato alcune raccolte di poesia (Se avessi una canzone, Vivere e disvivere, Sangue e cerebrum) che per certo linguaggio asciutto e certa vena di pessimismo lo rendono accostabile alla cosiddetta ''linea ligure''. Meritevoli d'attenzione sono anche le due opere teatrali di S., il dramma Spartaco, vuoi essere libero? (1951) e il "rito drammatico" Licia pesca a ponente (1952). Forse più interessante è stata la sua attività di pittore che risente delle antiche radici africane. Nel 1968 pubblicò il diario Occhio folle occhio lucido.

Bibl.: G. De Robertis, in Il Tempo, 1° maggio 1948; G. Ravegnani, in Epoca, 30 agosto 1959; U. Mastroianni, G. Seborga pittura ideografica, Torino 1974; Il grido e l'eco, Bologna 1985; N. Orengo, in La Stampa, 14 febbraio 1990.

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