COZZARELLI, Guidoccio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)

COZZARELLI, Guidoccio

Anna Padoa Rizzo

Figlio di Giovanni di Marco di Nanni di Cozzarello, nacque a Siena nel 1450; fu pittore e miniatore. Il padre, maestro di legname, lavorava attivamente per l'ospedale della Scala e per l'Opera del duomo senese (cfr. Bacci, 1939, che corregge il Romagnoli). Suoi cugini erano lo scultore Iacopo e l'orafo Battista (cfr. Bacci, 1939, p. 227; il Romagnoli, V, cc. 233 s., erroneamente indica Battista come padre di Guidoccio Cozzarelli).

Il C., sposatosi nel 1480 e rimasto vedovo, passò a seconde nozze il 16 sett. 1504; ebbe molti figli, almeno sette. Condusse vita agiata, possedette case e beni nel "terzo" di Camollia (Magione) e nel "popolo" di S. Bartolomeo a Ruballa (Romagnoli; Bacci, 1939).

La prima attività di cui resta ricordo nei documenti riguarda, negli anni 1470-71, piccoli lavori per l'ospedale della Scala; nel 1473 è creditore della Compagnia di S. Bernardino per la pittura di due figure intorno all'immagine della Vergine nell'ospedale di S. Bernardino (Romagnoli), nonché di una Pietà a fresco sopra la porta d'ingresso della sede della Compagnia (Bacci, 1939); nel 1475 riceve 12 lire per un S. Gerolamo eseguito per Giovanni di Saibene Benassai (Romagnoli): opere, tutte queste, perdute che indicano però il crescere della fama dell'artista. In questo periodo è spesso impegnato in cariche importanti per la Compagnia delle contrade di S. Bartolomeo e di S. Gilio (1472, 1481, 1483: cfr. Romagnoli). Negli anni 1481-83 lavora per il duomo di Siena: nel 1481 firma e data, con il pittore Bastiano di Francesco, la decorazione della cupola del duomo (Romagnoli); il 7 dic. 1482 riceve pagamenti per miniature degli Antifonari del duomo (Bacci, 1939); il 5 sett. 1483 riceve un pagamento per il disegno della Sibilla libica per il pavimento del duomo (Romagnoli; Bacci, 1939). Nel dicembre 1482 firma e data la tavola con Madonna col Bambino in trono, due angioli reggicorona, s. Gerolamo e il beato Giovanni Colombini, caratteristica sua opera devozionale (Siena, Pinacoteca nazionale).

Negli anni tra il 1483 e il 1486 è documentata una sua notevole attività per il convento dell'Osservanza a Sinalunga (chiesa di S. Bernardino) e per la zona limitrofa: firmata e datata 1486 è infatti la Madonna col Bambino e i ss. Simone e Taddeo, iniziata nel 1483 (documenti citati da Romagnoli); nella stessa chiesa è la tavola con il Battesimo di Cristo, considerata dalla critica il suo capolavoro; sempre al 1486 è datata (e firmata) la tavola rappresentante la Madonna col Bambino in trono con s. Margherita e s. Caterina d'Alessandria, ora nel Museo di Budapest, proveniente dai dintorni di Sinalunga (M. Boskovits, Tableaux de la Renaissance Toscane, Musée de Beaux-Arts de Budapest, Musée Chrétien d'Esztergom, Budapest 1969, p. 25): opere tutte caratterizzate da una grande accuratezza di esecuzione e da un ottimo livello espressivo.

Al 1495 è datato il S. Sebastiano della Pinacoteca nazionale di Siena, eseguito, come dice l'iscrizione per Balthasar von Munchhausen, un giurista nato verso il 1465 e morto nel 1537che dovette frequentare il famoso Studio senese (Torriti, 1977).Nel 1512partecipò alla preparazione degli addobbi per il solenne funerale di Pandolfo Petrucci, celebrato l'8 giugno (doc. riportato dal Romagnoli).

Accanto alla vasta attività di pittore su tavola il C.ne ebbe una, anch'essa importante, sia come miniatore, di cui già si è detto (Bacci, 1939;Ciardi Dupré, 1972), sia come pittore di cassoni (cfr. Zeri, 1976 e 1990) e di tavolette di Gabella (1484, Presentazione di Maria al tempio; 1487, La Vergine guida la barca del governo;1489, Il camerlingo e i quattro esecutori implorano la Vergine: cfr. Bacci, 1939; Carli, 1950).

In queste opere di minore formato il C. si dimostra spigliato e vivace, mentre nelle pale d'altare o nelle tavole votive risulta piuttosto statico nelle pose e convenzionale nelle espressioni, seppur sempre accurato nell'esecuzione. In tutta la sua attività, ma specialmente nel primo periodo noto, il C. si dimostra molto vicino ai modi di Matteo di Giovanni, sempre indicato dalla critica come suo maestro.

Il C. morì a Siena nel 1517.

Bibl.: Oltre la bibl. (compilata da G. De Nicola), in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 38, si veda specialmente: E. Romagnoli, Biografia cronol. de' bellartisti senesi... [sec. XIX], Firenze 1976 (ed. anast.), V, cc. 211, 233-44 (233 s. per Battista); G. C., Due quadri di G. C., in Rassegna d'arte, XVI (1916), p. 106; B. Berenson, Essays in the study of Sienese Painting, New York 1915, p. 81; F. Mason Perkins, Un quadro di G. C., in Rass. d'arte senese, XV (1922), p. 66; P. D'Ancona, La miniature italienne, Paris 1925, p. 85; I. Machetti, Orafi senesi, in La Diana, IV (1929), I, p. 83 (per Battista); C. Brandi, Gli affreschi di Monticiano, in Dedalo, XI (1930-31), 2, pp. 709-34 (cfr. Cento opere ... da salvare nel Senese, Genova 1980, pp. 68 s.); I. Vavasour Elder, Un quadro poco conosciuto di G. C., in La Diana, VII (1932), pp. 10 s.; R. Van Marle, The development of the Italian schools of painting, XVI, The Hague 1937, pp. 367-89 (con bibl.); P. Bacci, Dipinti ined. e sconosciuti, Siena 1939, 11, pp. 209-27; V. Lusini, Il duomo di Siena, Siena 1939, II, pp. 106, 140, 142 s., 325-30; J. Pope Hennessy, Sienese Quattrocento Painting, London 1947, pp. 18 s.; C. Brandi, Quattrocentisti senesi, Milano 1949, pp. 147, 230 s., 269; E. Carli, Le tavolette di Biccherna, Firenze 1950, pp. 65-69; Id., Dipinti senesi del contado e della Maremma, Milano 1955, pp. 1955 s.; Id., Arte senese nella Maremma grossetana, Grosseto 1964, p. 40; G. Coor, Note on six parts of two dismembered altarpieces, in Gazette des Beaux-Arts, CVII (1965), p. 129; R. P. Ciardi, La raccolta Cagnola, Cremona 1965, p. 32; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central and North Italian Schools, New York 1966, I, pp. 97-101; Paintings from the Kress Coll., F. R. Shapley, Italian schools, XII-XV Cent., London 1966, p. 159; B. Berenson, Homeless paintings of the Renaissance, London 1969, p. 56; M. Lenzini Moriondo, in Arte in Valdichiana (catal.), Cortona 1970, p. 26; B. B. Frederiksen-F. Zeri, Census of pre-Nineteenth Cent. Italian Paintings in North American Public Collections, Cambridge, Mass., 1972, p. 58; M. G. Ciardi Dupré, I corali del duomo di Siena, Siena 1972, pp. 41-45 e passim;F. Zeri, Italian Paintings in the Walters Art Gallery (catal.), Baltimore 1976, I, pp. 129 s.; M. C. Bandera, Variazioni ai catal. berensoniani di Benvenuto di Giovanni, in Scritti di storia d. arte in on. di U. Procacci, Milano 1977, I, p. 313; P. Torriti, La Pinacoteca nazionale di Siena ... (catal.), I, Genova 1977, pp. 374-79; B. Santi, in Mostra di opere d'arte restaurate nelle province di Siena e Grosseto (catal.), Genova 1979, n. 52; F. Zeri-E. Gardner, Italian Paintings. A Catalogue of the Collection of the Metropolitan Museum of Art. Sienese and Central Italian Schools, New York 1980, pp. 9 s.

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