GUINEA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

GUINEA

Guido Barbina
Giampaolo Calchi Novati

(App. III, I, p. 801; IV, II, p. 124)

Con la fine dell'esperienza marxista (1984), la G. ha modificato sensibilmente la sua strategia economica, restituendo ai privati le terre che erano state espropriate e favorendo in tutti i modi gli investimenti stranieri.

La popolazione conta 6.710.000 ab. (1989), con una densità di 27 ab./km2. La capitale, Conakry, con i suoi 705.280 ab. (1983) deve sopportare, oltre a un'elevata densità (2290 ab./km2), uno dei più alti regimi pluviometrici (4292 mm annui); altre città importanti sono Kankan, Labé, Kindia. Il coefficiente di accrescimento annuo è alto (2,5%); la speranza di vita alla nascita è ancora molto bassa (39 e 42 anni, rispettivamente per maschi e femmine), il 43% della popolazione non ha superato i 15 anni. Gli emigrati sono circa 2 milioni. Il tasso di analfabetismo è sul 76%. La composizione etnica si presenta articolata: prevalgono i Fulbe (40%), i Malinké (25%), i Sussu (11%) e i Kissi (8%). I musulmani sono più diffusi degli animisti (rispettivamente 68% e 30%).

L'agricoltura rimane ancora la principale fonte d'impiego. La popolazione è occupata principalmente nel settore primario (79% della popolazione attiva); il governo sta cercando in tutti i modi di sviluppare la produzione alimentare con una serie di programmi che, finanziati soprattutto dagli USA, dalla Francia e dai paesi arabi, dovrebbero portare a un sensibile aumento delle superfici coltivabili.

Il progetto di Siguiri (che interessa 6800 ha di terreno alluvionale), la seconda fase del progetto di Guéckédou, e una serie di progetti minori nella regione di Kankan (180.000 ha) hanno permesso un sensibile aumento delle colture di soia e di cotone, che si aggiungono alle produzioni di riso, cassava, patate dolci e mais coltivati prevalentemente nella fascia costiera. Le colture commerciali sono in difficoltà a causa del lungo periodo d'interruzione dei rapporti con la Francia: in particolare la banana, che era uno dei prodotti agricoli più importanti per l'esportazione, ha perso gran parte della sua importanza.

L'area più importante per l'allevamento bovino, che è praticato ancora con tecniche tradizionali poco produttive, è quella delle alture del massiccio del Fouta Djiallon, esenti dalla tripanosomiasi.

Il settore economico più dinamico è quello minerario, che fornisce quasi per intero le esportazioni. La ricchezza del sottosuolo ha richiamato in questi ultimi anni l'attenzione di molti paesi industriali, che concorrono con il governo locale allo sfruttamento delle risorse. La G. possiede almeno un terzo delle riserve mondiali di bauxite e sta cercando di migliorare la produttività dei suoi giacimenti (Boké, Debélé, Dabola, Tougué) con la creazione di una serie di collegamenti ferroviari fra essi e i porti di Kamsar e Conakry. Il minerale viene trasformato in allumina in uno stabilimento che appartiene a una compagnia internazionale a prevalente capitale francese.

Nel 1969 è stato abbandonato il giacimento di minerali ferrosi di Kaloum, mentre è stata sviluppata l'estrazione nel più ricco deposito nel monte Nimba, collegato con una ferrovia al porto della capitale. L'estrazione di diamanti era stata sospesa alla fine degli anni Settanta allo scopo di eliminare il contrabbando, ma è stata ripresa nel 1980 da alcune compagnie collegate a capitali stranieri: i giacimenti di Banankoro, aperti nel 1984, e quelli vicini di Aredor-Guinée stanno portando la G. ai primi posti fra i produttori mondiali di diamanti. Le ricerche di idrocarburi non hanno dato risultati incoraggianti, ma lo sfruttamento delle risorse idriche (fiumi Bafing e Konkouré) permette un'elevata produzione di energia.

L'industria manifatturiera ha ancora dimensioni limitate (tessile, alimentare, cementiera) e non copre il fabbisogno interno. Il paese ha una limitata estensione di vie di trasporto: la rete stradale è asfaltata solamente per 1300 km. Il reddito pro capite è ancora molto basso: nel 1990 era inferiore ai 450 dollari. L'indebitamento con l'estero, allo stesso anno, ammontava a 2500 miliardi di dollari.

Il commercio con l'estero, in attivo grazie alle esportazioni di bauxite e di allumina, interessa soprattutto la CEE e gli Stati Uniti, che oggi assistono la G. con una serie di progetti di sviluppo finalizzati a far uscire il paese da quella condizione di stagnazione e d'isolamento alla quale il regime di Sékou Touré lo aveva portato.

Bibl.: Y. S. Canale, La République de Guinée, Parigi 1970; A. Lewi, La Guinée, ivi 1984.

Storia. - Il regime di Sékou Touré, iniziato con l'indipendenza nel 1958, è stato contrassegnato da un'involuzione fatta di illibertà, dispotismo, inefficienza economica e isolamento internazionale. Sékou Touré era stato uno degli interpreti più acclamati del nazionalismo africano, credeva nel panafricanismo, cercò di realizzare il socialismo, ma i risultati furono disastrosi. Tutti i veri o presunti complotti contro di lui, andati a vuoto, servirono da pretesti per la più dura repressione. Touré fu più sensibile alla protesta delle donne del mercato, ribellatesi nell'agosto 1977 contro le angherie del sistema, e nel 1978 diede il via a un'ampia liberalizzazione dell'economia. La svolta fu sancita dall'xi Congresso del Parti Démocratique de Guinée. Nelle parole e con i fatti, Sékou Touré abbandonava il socialismo; di pari passo procedette il riavvicinamento alla Francia e ai paesi moderati dell'ex Africa francese. Nel dicembre 1978 la riconciliazione con la Francia fu solennizzata dalla visita a Conakry del presidente Giscard; lo stesso Touré si recò in visita ufficiale a Parigi nel settembre 1982.

Ponendo fine a un lungo periodo di autoreclusione in G., che si era imposto nel timore di congiure o colpi di stato, Touré visitò numerosi paesi dell'Africa e del Medio Oriente presentandosi come un ''saggio'' e adoperandosi in veste pacificatrice nei conflitti interafricani. Colpito da una crisi cardiaca, fu trasportato in un ospedale di Cleveland, nell'Ohio, ma morì durante l'operazione, il 26 marzo 1984. Il 3 aprile, mentre il piccolo clan di familiari di Touré e di uomini fidati stava mettendo a punto le procedure per la successione, i militari deposero il presidente ad interim, Lansana Béavogui, e presero il potere proclamando la Seconda Repubblica. La politica di Sékou Touré fu accusata degli errori e dei crimini peggiori e il nuovo governo si apprestò a un ulteriore raddrizzamento nel senso della liberalizzazione voluta dal Fondo monetario internazionale. Alla testa del Comitato militare di riforma nazionale erano due alti ufficiali, il col. (poi gen.) Lansana Conté e il col. Diarra Traoré, che divennero rispettivamente presidente della Repubblica e capo del governo. Nel dicembre dello stesso 1984 un rimpasto portò all'estromissione di Traoré, che il 4 luglio 1985 tentò un colpo di stato, ma le forze leali a Conté lo sventarono. Nel maggio 1987 fu reso noto che 9 ministri del passato regime e 30 ufficiali erano stati condannati a morte in un processo segreto. Il rimpasto del dicembre 1985 ha portato nel governo più civili che militari.

Nell'aprile 1986 si svolsero elezioni a livello di consiglio distrettuale nella capitale, Conakry, e si avviò un processo di graduale restaurazione di un governo civile su basi democratiche. Nel dicembre 1990 fu approvata la nuova Costituzione, che sanciva la fine dello stato a partito unico e preparava la dissoluzione della giunta militare. La Costituzione sostituiva il Comitato militare di riforma nazionale con il Comité Transitoire de Redressement National (CTRN) e prevedeva l'istituzione di un sistema bipartitico entro cinque anni. Nel gennaio 1992 Lansana Conté era costretto a dimettersi dalla presidenza del CTRN per l'intensificarsi delle proteste delle opposizioni, che fin dal dicembre 1990 avevano chiesto la separazione di potere esecutivo e legislativo e la convocazione di una Conferenza nazionale di tutte le forze politiche.

Bibl.: Th. E. O'Toole, Historical Dictionary of Guinea, Metuchen 1978; A. Lewin, La Guinée, Parigi 1984; I. Baba Kaké, Sékou Touré, le héros et le tyran, ivi 1987; G. Caire, Guinée: deuxième gouvernement de la deuxième République, an deux, in Mondes en Développement, t. 16, n. 62-63, 1988.

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