BUCCHIA, Gustavo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 14 (1972)

BUCCHIA, Gustavo

DD'Alessio

Nacque a Brescia il 5 febbr. 1810 da Tommaso, colonnello napoleonico, e da Marianna Paleocapa. Compiuti a Venezia gli studi ginnasiali e filosofici, curando in particolare la matematica e la fisica, nel settembre del 1831 si laureò a Padova ingegnere architetto, frequentando poi la scuola di architettura presso quell'accadenia di Belle Arti. Entrato nel 1833 nel corpo del Genio civile, dove lo zio Pietro Paleocapa ricopriva la carica di ingegnere capo, si occupò della compilazione dei piani esecutivi dei lavori idraulici e stradali del Veneto, dei rilievi geodetici e idrometrici della zona delle foci del Po, dello studio e progettazione dei ponti sul Fella (uno dei quali in ferro, opera ardita per quei tempi), della supervisione dei lavori per la costruzione della grande strada militare di Ala attraverso i monti Lessini.

Nel 1844 il B. vinse il concorso per la cattedra di architettura civile e idraulica nella Scuola per ingegneri architetti, che era stata da poco riorganizzata, presso l'università di Padova, e fu nominato professore ordinario nel 1845. Durante la prima guerra d'indipendenza, alla testa dei suoi allievi, che lo avevano eletto colonnello comandante della legione dei cacciatori padovani, partecipò all'infausto scontro di Sorio e Montebello (8 apr. 1848): la sua condotta fu elogiata poi dal comandante, il vecchio generale napoleonico M. Sanfermo. Lasciato il comando della legione al suo aiutante maggiore A. Cavalletto, e caduta Padova nuovamente sotto gli Austriaci (10 giugno), il B. riparò a Venezia, dove lo zio P. Paleocapa faceva parte del Governo provvisorio, e qui col grado di capitano del genio fu assai attivo nell'opera di difesa alla quale parteciparono anche i fratelli Tommaso e Achille. Il ristabilito governo austriaco rimosse il B. dall'insegnamento; fu reintegrato nel 1851, dietro le ripetute insistenze della facoltà e del celebre astronomo G. Santini.

Dopo l'annessione del Veneto all'Italia il B. fu eletto deputato per la zona di Udine, e successivamente di Padova, ricoprendo la carica per quattro legislature successive, finché nel 1883 venne nominato senatore.

L'attività del B. si svolse prevalentemente nel campo delle costruzioni idrauliche, in un periodo in cui era particolarmente sentita la necessità di una razionale sistemazione del corso dei fiumi del Veneto, taluni dei quali arrecavano danni anche disastrosi ai vari paesi. I suoi interessi tuttavia si estesero anche al campo delle costruzioni ferroviarie, di ponti o di strade. Infatti, oltre ai ricordati lavori compiuti con il Genio civile, il B. si occupò della resistenza dei cosiddetti ponti all'americana, o a graticcio (Alcune note sulla fermezza delle armature dei ponti all'americana, in Mem. del R. Ist. veneto di scienze,lett. ed arti, X [1861], pp. 125-176), della costruzione della ferrovia ligure occidentale da Genova alla Francia (il comune di Oneglia lo nominò per questo cittadino onorario) ed anche di materiali da costruzione. L'attività di professore veniva quindi da lui svolta in concomitanza con importanti lavori nel campo delle opere pubbliche, ed anzi in essi egli trovava continuo spunto per estesi studi teorici in cui però teneva sempre presente la pratica applicazione. In conseguenza, nelle sue pubblicazioni, dopo l'impostazione e la risoluzione teorica del problema, venivano presentate formule semplificate ed indicazioni da seguire nei vari casi pratici.

Tra i vari problemi, quelli dei muri di sostegno e di rivestimento dei terrapieni, e della spinta delle terre, lo interessarono più volte. In particolare, nel 1862 egli pubblicò la memoria Del profilo convenevole ai muri di rivestimento dei terrapieni piantati sulla spiaggia del mare (ibid., XI, pp. 307-320), in cui, partendo dall'esame dei danni provocati dalle burrasche alla linea ferroviaria che in Abruzzo correva lungo l'Adriatico, suggeriva di abbandonare, per i muri di sostegno del terrapieno, il profilo rettilineo, per adottarne uno curvo, con la concavità rivolta verso il mare, tangente alla superficie della spiaggia, per evitare sia l'impatto dell'onda sia lo scalzamento prodotto dalla risacca. Nello studio della spinta delle terre, il B. prese lo spunto anche dalla lunga esperienza, acquisita come direttore tecnico dei lavori di costruzione della ferrovia ligure occidentale, protrattisi dal 1863 al 1871 circa. Nella estesa memoria del 1871 Sulla spinta della terra con Appendice sulla opportunità dei contrafforti interni applicati ai muri di rivestimento (ibid., XIV, pp. 495-563), partendo dalle teorie generali del Coulomb e dal Saint-Guilhem, forniva espressioni semplificate e di agevole applicazione nella costruzione di terrapieni per ponti e strade, in particolare ferrate, sollecitate dinamicamente dal passaggio dei treni, esplicitando inoltre le formule per vari casi pratici.

In maniera analoga veniva dal B. condotto l'ampio studio sulla tenuta degli argini in terra, inteso a render ragione della differenza riscontrata tra la teoria e la pratica costruttiva (Considerazioni sulla fermezza degli argini in terra,ibid., XVIII [1874], pp. 171-201). Il motivo della discrepanza è individuato nell'azione di ammollamento prodotta, durante le piene prolungate, dalle infiltrazioni d'acqua che, variando il coefficiente di attrito tra i vari strati, ne favorivano lo scorrimento relativo, e quindi il cedimento dell'argine. In una memoria del 1885 Il B. ritornava sull'argomento, esaminando quali mutamenti della forma dell'argine si rendessero necessari, in occasione di una sovraelevazione.

Dopo l'inondazione del settembre 1882 il municipio di Verona aprì un concorso per un progetto di massima per opere intese a salvare la città dai pericoli e danni di possibili inondazioni dell'Adige. La commissione era costituita dal B., D. Turazza e A. Cavalletto (Pareri sui progetti presentati per salvare Verona dalle future inondazioni, Venezia 1883). Per due anni il B. si prodigò in vari modi, partecipando ai lavori della commissione e portando avanti studi teorici, e cioè Considerazioni sul modo di chiudere le grandi rotte dei fiumi reali (Mem. del R. Ist. veneto di scienze,lett. e arti, s. 6, I [1882-83], pp. 708-734) e Come si debba regolare il franco,vale a dire la prevalenza degli argini di un fiume per prevenire il trabocco di future piene ingrossate dalla soppressione di estesi bacini di espansione (Udine 1884). Nel primo lavoro esaminò le prescrizioni teoriche per il tamponamento di falle, fornendo suggerimenti pratici per la migliore riuscita di tali opere; nella seconda studiò il probabile innalzamento delle massime piene dell'Adige, in conseguenza dei lavori di sistemazione e difesa che si stavano compiendo nel Tirolo.

Al problema della laguna di Venezia il B. dedicò due importanti memorie (Considerazioni intorno al porto di Lido ed alla laguna di Venezia,ibid., II [1875-76], pp. 1013-1032, con Appendice sul movimento della marea negli estuari, pp. 1033-1046) e La laguna di Venezia (ibid., VIII [1881-82], pp. 1265-1276), nella prima delle quali propugnava la necessità per Venezia del risanamento del porto di Lido, del quale definiva anche le caratteristiche, e nell'altra difendeva con energia, contro coloro che volevano bonificarla, la laguna morta, ritenendola, fra l'altro, utile per il buon funzionamento del porto di Lido. Con pari energia, era intervenuto nel 1861 a proposito della sistemazione del Bacchiglione, propugnando una soluzione che prevenisse per Padova il pericolo di allagamenti, frequenti in passato. Degna di nota è anche la sua opera costante per la bonifica dei consorzi padani e per il superamento delle controversie che opponevano questi ai consorzi polesani.

Socio effettivo del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti dal 1856, il B. ricoprì anche la carica di presidente.Morì a Resiutta (Udine) il 9 nov. 1889.

Tra le opere del B., oltre a quelle citate, ricordiamo: Ricerche sul moto dell'acqua nel turbine idroforo dello Schlegel e sull'effetto di questa macchina applicata al prosciugamento dei terreni palustri, in Mem. del R. Ist. veneto di scienze,lett. ed arti, s. 4, VIII (1859), pp. 135-159; Alcune considerazioni circa il divisamento di sopprimere i due sostegni,proposti dal conte Fossombroni,all'incile dei due canali di Padova e di Battaglia, in Atti della R. Accademia di Padova (1861); Nota intorno ad alcune regole idrauliche per l'ordinamento dei canali di scolo di un basso terreno pianeggiante, Padova 1875.

Dei fratelli del B., Tommaso (n. a Venezia nel 1822, m. a Firenze nel 1891), nel '48 comandava come alfiere di vascello una cannoniera austriaca. Riuscito a riportarla a Venezia allo scoppio della rivoluzione, con quella partecipò al terzo attacco (11 giugno) al porto fortificato di Caorle, ma ebbe colpita la santabarbara. Caduta Venezia, emigrò a Genova, dove fu insegnante di nautica. Ammesso nel 1859 nella Marina sarda, divenuta nel 1861 R. Marina italiana, vi raggiunse il grado di contrammiraglio. Fu segretario generale del ministero della Marina, e deputato nella XII e XIV legislatura.

Achille (n. nel 1815 a Venezia, m. nel 1851 a Torino) era luogotenente di fregata; nel '48 passò al servizio del governo provvisorio, ottenendo il grado di capitano di corvetta. Pressata dalla pubblica opinione, scontenta dell'inazione della Marina, la Commissione di difesa dette ad Achille il 18 giugno 1849 il comando della flotta con pieni poteri d'azione. Nonostante le sollecitazioni del governo (ordini 26 giugno; 20, 25, 27, 28 luglio; 4, 7, 10 agosto), la Marina restò quasi inattiva; ne nacquero risentimenti contro il suo comandante e una polemica con N. Tommaseo. Caduta Venezia, emigrò a Torino, dove morì.

Bibl.: P. Turazza, Commemor. di G. B., Padova 1890; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Terni 1890, ad vocem; P. Chicchi, Commemorazione di G. B., in Atti d. R. Ist. ven. di scienze,lettere ed arti, s. 7, II (1890-91), pp. 99-131; P. Rigobon, Gli eletti alle Assemblee veneziane del 1848-49, Venezia 1950, p. 47.

Si vedano anche, per Tommaso e Achille: Raccolta per ordine cronologico di tutti gli atti,decreti,nomine... del Governo provvisorio di Venezia, Venezia 1849, VII-VIII, passim; Diz. del Risorg. naz., II, ad voces.

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