Reichenbach, Hans

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Filosofo tedesco (Amburgo 1891 - Los Angeles 1953), naturalizzato statunitense. Tra i maggiori esponenti del neopositivismo, nell'ambito dell'analisi critica  dei metodi  e dei risultati della conoscenza scientifica, i suoi maggiori contributi sono gli studi dedicati all'iterpretazione della causalità come grado di frequenza della probabilità e alla riduzione dell'induzione scientifica a previsione probabilistica (The rise of scientific philosophy, 1951). Notevoli sono stati anche i suoi contributi ai fondamenti logici ed epistemologici della fisica, in particolare ai problemi inerenti la teoria della relatività (Philosophie der Raum-Zeit-Lehre, 1928), e la meccanica quantistica (Philosophic foundation of quantum mechanics, 1944).

Vita

Di origini ebree da parte di padre, iniziò a studiare ingegneria civile per poi dedicarsi alla fisica, alla matematica e alla filosofia, materia nella quale, nel 1915, si laureò presso l'università di Erlangen.  Dopo due anni trascorsi al fronte nel corso della Prima guerra mondiale, tornato a Berlino, frequentò i corsi di A. Einstein sulla relatività (1917- 1920), insegnò quindi al Politecnico di Stoccarda e  nell'univ. di Berlino (1926-33). Nel periodo berlinese dette un forte impulso al movimento neopositivista come membro del Circolo di Berlino e dirigendo (dal 1930) con R. Carnap del Circolo di Vienna la rivista Erkenntnis. All'avvento del nazismo emigrò prima in Turchia, dove insegnò nell'univ. di Istanbul (1933-38) e poi Negli Stati Uniti a Los Angeles dove fu docente di filosofia presso l'univ. della California dal 1938. In questo Paese continuò a diffondere e a consolidare il neopositivismo come membro dell'International committee for the unity of science, che promosse la pubblicazione (1938 e segg.) della International encyclopedia of unified science.

Opere e pensiero

Pur aderendo ai presupposti generali del neopositivismo, R. ne mise tuttavia in discussione l'originaria formulazione del principio di verificazione. Tra i protagonisti più autorevoli del dibattito sulla non conclusività della verificazione delle generalizzazioni scientifiche, sostenne una concezione probabilistica del significato secondo cui le leggi e le ipotesi scientifiche non si trovano in un rapporto di equivalenza con una congiunzione finita di asserzioni su proprietà osservabili, ma in un rapporto di probabilità con le asserzioni osservative che registrano casi favorevoli alle leggi e alle ipotesi in un'ampia classe di verifiche a cui queste vengono sottoposte; un'asserzione è considerata empiricamente significante, da questo punto di vista, se possiede un certo grado di probabilità. Importante in tale contesto la teoria frequentistica della probabilità elaborata da R., che fu al centro delle discussioni neopositivistiche: con tale teoria, secondo cui la probabilità di un evento equivale al limite della frequenza relativa di quel dato evento in una successione data, R. intese altresì risolvere il problema della giustificazione dell'induzione. I suoi contributi ai fondamenti logici ed epistemologici della fisica sono altresì di notevole importanza. In tale prospettiva si occupò in particolare dei problemi suscitati dalla teoria della relatività circa la geometria più adatta a rappresentare lo spazio fisico, sostenendo la presenza sia di elementi convenzionali, sia di fattori empirici nella determinazione della geometria applicabile allo spazio fisico. Elaborò inoltre una logica a tre valori (vero, falso, indeterminato) ritenuta più adeguata della classica logica bivalente ai fini dell'interpretazione della meccanica quantisitica. Da ricordare inoltre i suoi studi sulla causalità, sull'a priori e sul concetto di legge naturale. Tra le opere: Relativitätstheorie und Erkenntnis apriori (1920; trad. ingl. 1965, da cui la trad. it. 1984); Von Kopernikus bis Einstein (1927; trad. it. 1985); Philosophie der Raum-Zeit-Lehre (1928; trad. ingl. 1958, da cui la trad. it. 1977); Wahrscheinlichkeitslehre (1935; ed. ingl. riveduta 1949); Experience and prediction (1938); Philosophic foundation of quantum mechanics (1944; trad. it. 1954); Elements of symbolic logic (1947); The rise of scientific philosophy (1951; trad. it. 1961). Varie le opere pubblicate postume, tra cui: Nomological statements and admissible operation (1954); Modern philosophy of science (1959; trad. it. 1968).

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