Mulisch, Harry

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Scrittore nederlandese (Haarlem 1927 - Amsterdam 2010). Ai temi mitologici e al senso del meraviglioso che segnano la sua prima produzione narrativa (Archibald Strohalm, 1952; Het zwarte licht "La luce nera", 1956; Het stenen bruidsbed "Il talamo di pietra", 1959) è subentrata, a partire da Voer voor psychologen ("Mangime per psicologi", 1961), un'esigenza di maggiore adesione alla realtà che ha prodotto interessanti saggi-reportage (De zaak 40/61 "Il caso 40/61", 1962, sul processo Eichmann; Bericht aan de rattenkoning "Messaggio al re dei ratti", 1966, sui provos; Het sexuelle bolwerk "Il bastione sessuale", 1973, su W. Reich). Con l'ermetico romanzo De verteller ("Il narratore", 1970), seguito dal "saggio esplicativo" De verteller verteld ("Il narratore narrato", 1971), si apre una nuova fase, in cui a romanzi d'impianto tradizionale (Twee vrouwen "Due donne", 1973; De aanslag, 1982, trad. it. L'attentato, 1986) si alternano opere di maggiore complessità (Hoogste tijd "Il tempo incalza", 1985; De elementen "Gli elementi", 1988). Notevole interesse ha suscitato il monumentale romanzo De ontdekking van de hemel (1992, trad. it. La scoperta del cielo, 2002). Oltre al saggio De compositie van de wereld ("La composizione del mondo", 1980) M. ha scritto anche drammi (Oidipus Oidipus, 1972; Axel, 1977) e poesie. Tra le opere più recenti: De Procedure (1998, trad. it. La procedura, 2005); Siegfried (2001, trad. it. 2003).

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