GOEBBELS, Heiner

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

GOEBBELS, Heiner

Francesco Antonioni

Compositore e regista teatrale tedesco, nato il 17 agosto 1952 a Neustadt (Weinstrasse). Figura poliedrica dello spettacolo d’innovazione, la sua produzione coniuga l’esperienza musicale con la rappresentazione teatrale.

Promossa spesso in collaborazione con l’Ensemble Modern di Francoforte e il Théâtre de Vidy di Losanna, l’attività di G. ha origine da esperienze diverse, dagli studi di sociologia alla militanza nel gruppo avant rock Cassiber, sino alla collaborazione con il drammaturgo Heiner Müller, del quale ha realizzato lavori teatrali e radiofonici: Verkommenes Ufer (1984), Die Befreiung des Prometheus (1985). In comune con Müller è il profondo interesse di G. per la relazione fra musica e teatro sperimentata da Bertolt Brecht e Hanns Eisler. L’affinità con la poetica di Eisler, che si concretizzerà nel progetto Eislermaterial (1998), emerge nella concezione della musica all’interno di una più vasta rete di relazioni con la letteratura, la rappresentazione, il dibattito politico. G. struttura il lavoro teatrale trattando la scena come una partitura musicale da comporre assemblando materiali testuali, scenografici e sonori di diversa estrazione, per esplorarne analogie e riferimenti reciproci.

Elementi di teatralità sono presenti anche nelle composizioni vocali e strumentali: Surrogate cities (1994); Aus einem Tagebuch (2003). Fra i terreni di ricerca indagati da G. spicca il tema dell’assenza (si veda: H. Goebbels, Aesthetics of absence. Questioning basic assumptions in performing arts, http://igcs.cornell.edu/files/2013/ 09/GoebbelsCornell-Lecture18-1dnqe5j.pdf), affrontato a partire dal 1993 con Ou bien le débarquement désastreux, in cui l’attore viene come risucchiato all’interno dell’impianto scenico, approfondito in Schwarz auf Weiss/Black on white (1996), con il dislocamento dell’attore fra i musicisti dell’Ensemble Modern ai quali vengono affidati gesti attoriali oltre che esecutivi, proseguendo in Eraritjaritjaka (2004), dove l’unico attore in scena abbandona il palcoscenico poco dopo l’inizio dello spettacolo, seguito da una telecamera che lo accompagna fin dentro la sua casa, e lo ritrae occupato in apparenti mansioni quotidiane fra cui, sorprendentemente, anche la preparazione di una omelette in sincronia con il quartetto di Ravel eseguito in teatro dai musicisti in scena, giungendo fino all’estremo del teatro senza attori nella istallazione performativa Stifters Dinge (2007). Al pari, la musica, sempre centrale nei lavori di G., non proviene soltanto da musicisti professionisti ma, nel caso esemplare di Max Black (1998), da oggetti di scena o perfino dal corpo dell’attore, suonato come uno strumento musicale. Dal 2012 G. è direttore artistico del Festival Ruhrtriennale, dove ha realizzato lavori di John Cage, Europeras 1&2 (2012); di Harry Partch, Delusion of the fury (2013); Louis Andriessen, De Materie (2014).

Bibliografia: Composed theatre. Aesthetics, practices, processes, ed. M. Rebstock, D. Roesner, Bristol 2012, pp. 81-121.

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