SUSO, Heinrich

Enciclopedia Italiana (1937)

SUSO (Seuse), Heinrich

Maryla Falk

Mistico tedesco, nato presumibilmente tra il 1293 e il 1295 a Costanza o nel vicino Überlingen, morto a Ulma il 25 gennaio 1366. Unica e non sempre sicura fonte di notizie sulla sua vita è la sua autobiografia. Destinato al sacerdozio, a 13 anni entrò nel convento dei domenicani a Costanza. A 18 anni ebbe una prima esperienza estatica, descritta da lui con i caratteristici momenti di visione luminosa e fusione intuitiva col Tutto e Nulla delle cose. S'inizia allora lo "sposalizio spirituale con l'Eterna Sapienza", che improntò di sé tutta la vita di S. Dopo aver studiato per otto anni teologia e filosofia, fu mandato all'università di Colonia. Qui divenne scolaro di Johannes Eckart, le cui dottrine modellarono profondamente il suo pensiero; per difenderne la memoria dalle accuse di eresia e di spirito "beghardico" scrisse il Büchlein der Wahrheit (1327?) - l'unica sua opera di contenuto puramente teorico - dove si sforza di conciliare l'insegnamento di Eckhart con la scolastica ortodossa. Fu a sua volta tacciato di eresia, e per quanto l'accusa risultasse infondata, fu richiamato a Costanza. Qui combatté, con le sue prediche e i suoi scritti, il disgregamento della vita religiosa e della disciplina monastica, conseguenza delle lotte tra Lodovico di Baviera e la Curia, e dell'interdetto papale onde la città fu colpita, e fu perciò fatto segno a persecuzioni e calunnie. Sui quarant'anni, S. rinuncia al tirocinio ascetico per dedicarsi alla redenzione delle anime traviate e per svolgere nei circoli laici, un'attiva propaganda religiosa. Confessore nei conventi femminili, vi diffonde il germe del pensiero mistico: tra le sue "figlie spirituali" primeggia Elsbeth Stagel. Durante l'esilio dei domenicani, rimasti fedeli al papa, S. è eletto priore del convento, ma dopo il ritorno dell'ordine a Costanza è destituito - forse in seguito alle accuse di una donna - e, malgrado la sua assoluzione, trasferito a Ulma (circa 1348), ove continua la sua opera di predicazione e cura la redazione di un Esemplare normativo delle sue opere, che circolavano in copie inesatte.

Privo dello spirito teoricamente costruttivo e dell'audacia speculativa di Eckhart, di cui restò cauto seguace, S. occupa un posto a sé come biografo impareggiabile dell'esperienza mistica. La sua Vita (compilata da E. Stagel [v.], sulla base di narrazioni e insegnamenti orali del maestro, poi da lui riveduta e completata; in parte forse rimaneggiata da terzi secondo le tendenze dell'epoca; nel suo nucleo e nel suo complesso indubbiamente autentica) rappresenta il tipo dell'autobiografia interiore, per cui gli avvenimenti concreti formano solo il corollario, e sono esposti non già in ordine cronologico ma in modo da inquadrare le fasi evolutive della vita mistica. Prima autobiografia in lingua tedesca, con la sua struttura anticipa le caratteristiche del Bildungsroman. - Compssto probabilmente a poca distanza di tempo dal Büchlein der Wahrheit, il Büchlein der ewigen Weisheit (1328-30?), col suo contenuto di immediata visione, diverge totalmente dall'involuta speculazione di quello. Esso s'incentra nelle cento contemplazioni poste alla fine dell'opera, a cui in seguito si sovrappose nuovo materiale, senza criterio costruttivo. Autobiografico nello stesso senso come le parti più genuine della Vita, esso forma un compendio della via contemplativa all'unio mystica; di tutte le opere del misticismo germanico - compresa l'Imitatio - ebbe la maggiore diffusione. Un'edizione latina di questo libro, curata dall'autore stesso e notevolmente ampliata con passi di argomento teologico etico e sociale, è l'Horologium Sapientiae. Fa parte dell'Esemplare anche un Kleines Briefbüchlein, redazione ridotta e modificata del suo epistolario raccolto dalla Stagel. All'infuori dell'Esemplare si sono conservate alcune prediche; il Minnebüchlein è quasi certamente spurio.

Nella dottrina di S. l'ideologia psicologico-universalistica, sensibilmente derivata dall'analisi delle sue frequenti esperienze estatiche più ancora che dal retaggio eckhartiano, e rivestita della congenita terminologia simbolica di tipo areopagitico, non senza pena è fatta rientrare nei cardini del tomismo. Come la sua teologia è informata dai motivi della sua vita visionaria, così pure la sua cosmologia, di tipo neoplatonico, si coordina alla psicologia di cui è il riflesso. Il movente di ogni divenire del mondo, come dell'anima umana, è l'aspirazione a tornare nel "fontale principio" dell'Uno trascendente. Pur negando l'immanenza psichica del divino mistero della Trinità nell'attualità della vita umana, S. l'afferma nella trasfigurazione dell'anima, nel suo "rapimento", quando, divenuta Universo, muore a sé stessa e nasce al divino Nulla ove l'eterno Amore-Sapienza si genera nel Figliuolo.

Convinto che le immagini aprono la via all'intuizione dell'Inimaginato, S. ne fu creatore inesauribile non solo nel campo della poesia, ma anche dell'arte grafica: i disegni che accompagnano i suoi scritti sono una fonte importante dell'iconografia mistica.

Ediz.: La prima ediz. del 1482 (Augusta) è stata riprodotta nel 1512 (pure ad Augusta). Le migliori ediz. moderne sono dovute a H. Denifle (Die deutschen Schriften des seligen H. S., Augusta 1876-1889; trad. in tedesco moderno, incompl.) e a K. Bihlmeyer, H. S., deutsche Schriften, Stoccarda 1907; v. inoltre W. Lehmann, H. S., deutsche Schriften, voll. 2, Jena 1911, 2ª ed. 1922; N. Heller, Des Mystikers H. S. deutsche Schriften, Ratisbona 1926.

Bibl.: W. Preger, Gesch. d. deutschen Mystik im Mittelalter, voll. 2, Lipsia 1881; H. Lichtenberger, in Rev. des Cours et Conf., XXVII (1910); R. Zeller, H. S., Parigi 1922; R. Senn, Die Echtheit d. Vita H. S.s, Berna 1930.