ZSCHOKKE, Heinrich

Enciclopedia Italiana (1937)

ZSCHOKKE, Heinrich

Carlo Antoni

Nato il 22 marzo 1771 a Magdeburgo, morto ad Aarau il 27 giugno 1848. Orfano d'un artigiano (il suo vero nome pare fosse Schoke o Schok; si servì pure degli pseudonimi "Johannes von Magdeburg" e "L. Weber"), dopo studî irregolari lasciò la città natale al seguito d'una compagnia di comici. Nel 1790 compose una tragedia, Graf Monaldeschi, seguita da due volumi di novelle, dialoghi e frammenti, Schwärmerei u. Traum (1791-94), da un romanzo d'avventure, Die schwarzen Brüder (1791-95), da scritti d'estetica, Ideen zur psychologischen Ästhetik (1793) e da un romanzo, Abällino der grosse Bandit (1793), che lo rese celebre e, ridotto a dramma, ebbe largo successo sulle scene tedesche. Nel frattempo si addottorava in teologia e filosofia, entrava nella massoneria, componeva inni alla rivoluzione francese ed iniziava un corso all'università di Francoforte s. O. Avendo dovuto rinunciare, per le sue idee politiche e religiose, alla carriera universitaria, tornò a peregrinare per la Germania e la Svizzera, scrivendo romanzi storici, Die Männer der Finsternis (1795), Kuno von Kyburg (1795), Stephan Bathori (1796), drammi storici, Charlotte Corday (1794), Julius von Sassen (1796), e bozzetti, Arkadien (1796). Nel 1796 capitò a Parigi, ma disgustato dalla corruzione tornò in Svizzera, dove narrò le sue impressioni (Meine Wallfahrt nach Paris, 1796). Propostosi di recarsi a Roma per farvi il pittore, dovette fermarsi per un disguido del bagaglio a Coira, dove finì per acquistare il Philantropinum di Reichenau. Poté così dare largo campo al suo entusiasmo di educatore. Avendo composto degli schizzi storici sui Grigioni, Die drei ewigen Bünde im hohen Rhätien (1798) e un libro di lettura, Neues nützliches Schulbüchlein (1798) per le scuole della Rezia, ottenne la cittadinanza grigionese, ma poco dopo, essendo intervenuto nel conflitto tra repubblica elvetica e Grigioni con un invito a costoro ad aderire alla nuova Svizzera del popolo, dovette prender la fuga. A Lucerna entrò al servizio della repubblica elvetica, organizzò società patriottiche e fondò un giornale, Der aufrichtige und wohlerfahrene Schweizerbote, che diresse, con interruzioni, fino al 1832. Commissario elvetico a Unterwalden, a Waldstätten, a Basilea, si adoprò a riparare le devastazioni della guerra trovando il tempo per compilare un manuale per i maestri di campagna, Anweisungfür Schullehrer auf dem Lande (1799), racconti e novelle, Kleine Schriften (1800), Vignetten (1801), e una storia dei cantoni di montagna, Geschichte vom Kampf u. Untergang d. schweiz. Berg- u. Waldkantone (1801). Nel 1801 un colpo di mano dei federalisti lo costrinse ad abbandonare i pubblici uffici e a ritirarsi, in compagnia di Kleist, a Berna. In un racconto, Almontade, der Galeerensklave (1803), combinò panteismo ed etica kantiana. Nel 1803 si trasferì a Biberstein presso Aarau ottenendo la cittadinanza del nuovo cantone di Argovia e la carica di consigliere forestale e minerario. Scrisse allora un libro sui boschi delle Alpi, Die Alpenwälder (1804) e divenne celebre in tutta Europa per le sue idee sulla silvicoltura, che espose in un manuale forestale, Der schweizerische Gebirgsförster (1806). Scrisse pure commedie, Hippolyt u. Roswida (1803), Schauspiele (1804) e romanzi, Die Prinzessin von Wolfenbüttel (1804), Giulio degli Obizzi (1805), e tradusse le commedie di Molière (Zurigo 1805-06). Invano il Bonstetten cercò di attirarlo a Ginevra nella cerchia della Staël: preferì sposare la figlia del parroco, che gli diede dodici maschi, dedicarsi all'educazione del popolo e pubblicare Die Stunden der Andacht, settimanale di edificazione cristiana senza dogmi, che, raccolto in volumi, raggiunse in pochi anni la trentaquattresima edizione.

Nel 1811 fondò ad Aarau una loggia massonica e un' "associazione per la cultura patriottica in Argovia", dalla quale si svilupparono società di mutuo soccorso, casse di risparmio, scuole domenicali e artigiane, un istituto per sordomuti.

Dopo il 1815 ritenne che fosse sua missione tener desta l'Europa e specialmente la Svizzera. Scrisse memorie storico-politiche, Überlieferungen zur Geschichte unserer Zeit (1817-1823), pubblicò una rivista, Miszellen für die neueste Weltkunde, e una serie di novelle di carattere educativo, Erheiterungen. Dal re Massimiliano Giuseppe di Baviera fu nominato membro dell'Accademia bavarese e incaricato di scrivere una storia della Baviera, Der Baierischen Geschichten I-VI Buch (1813-18). Scrisse pure dei saggi di storia svizzera, Des Schweizerlands Geschichten (1822), Bilder aus der Schweiz (1825-26), un romanzo, Alderich im Moos (1826); insegnò ai contadini con un novella, Das Goldmacherdorf (1817), il modo di condurre un podere, e creò nella propria casa, la "Blumenhalde", una scuola familiare. Celebre in tutta Europa, sospetto alle polizie, il patriarca della democrazia svizzera fu visitato dalla regina Ortensia, da Luigi Napoleone, dal ministro Capodistria, da Börne e da Uhland, da generali, professori, emigrati politici.

La rivoluzione di luglio lo riportò sulla scena politica. Vicepresidente del consiglio costituzionale, ebbe l'incarico di ordinare i beni ecclesiastici. Fondò la rivista Prometheus, combatté l'alcoolismo con una novella, Die Branntweinpest (1837), scrisse un'autobiografia, Eine Selbstschau (1842) e continuò a pubblicare fino alla fine scritti d'edificazione e d'educazione popolare (Ährenlese, 1844-1848).

Lo Z. è un entusiasta campione dell'Aufklärung, nella sua fase più tarda, in quanto questa si fa azione di elevazione e rischiaramento delle masse. Accanto a Pestalozzi egli è uno dei promotori dell'educazione popolare e dell'assistenza sociale, e ha contribuito a fare della Svizzera, nella prima metà dell'Ottocento, il centro d'irradiazione di tale movimento europeo. Scrittore di vena abbondantissima e talvolta fresca, ha avuto grande successo con i suoi volumi di edificazione religiosa e con i suoi racconti educativi.

Lo Z. stesso raccolse in 40 volumi le sue Ausgewählte Schriften (Aarau 1825-28). Le sue opere complete, Gesammelte Schriften, furono pubblicate in 35 volumi (Aarau 1851-54). Ulteriori edizioni degli scritti scelti: in 5 volumi, Berlino 1889; in 4 volumi, Berlino 1889; Aarau 1891; Berlino 1894; Stoccarda 1894. Le sue novelle furono pubblicate: in 12 volumi, Berlino 1888; a cura di A. Vöglin, Lipsia 1904; in 4 volumi, Berlino 1892; in 6 volumi, Lipsia 1904; in 3 volumi, Lipsia 1904. Numerosissime le edizioni di singole novelle.

Bibl.: E. Zschokke, H. Z., Berlino 1866; J. Keller, Beiträge zur politischen Tätigkeit Z.s in den Revolutionsjahren 1798-1801, Aarau 1887; M. Schneiderreit, H. Z., seine Weltanschauung und Lebensweisheit, Berlino 1904; C. Günther, H. Z.s Jugend- und Bildungsjahre, Zurigo 1918; R. Zschokke, Über H. Z.s Geschichtsauffassung, Aaru 1928; W. Hartmann, H. Z.s Stunden der Andacht, Gütersloh 1932.