HELGOLAND

Enciclopedia Italiana (1933)

HELGOLAND (Heligoland; A. T., 53-54-55)

Arrigo LORENZI
Camillo MANFRONI
Guido Almagia

Isola del Mare del Nord, davanti alle foci del Weser e dell'Elba (circa 60 km. da Kuxhaven). Misura un'area di 0,5 kmq. e ha un contorno triangolare. Profondamente diversa dalle vicine Isole Frisone, l'isola è un tavolato che con alte ripe si eleva sui flutti e che è costituito da strati di arenarie triassiche rossastre sovrastanti allo Zechstein. Perciò l'isola trova riscontro con le prominenze che sporgono qua e là nel Bassopiano Germanico. La superficie verdeggiante del tavolato, a 56 m. s. m., è detta Oberland e dà ricetto al potente faro e alla cittaduzza. Sul lato orientale dell'isola, sotto le rupi rossastre, biancheggia una cimosa coperta di sabbie, l'Unterland, dove sono gli alberghi balneari. Perciò chi si avvicina all'isola, la vede tricolore.

Tutt'intorno all'isola sono disseminati scogli pittoreschi, rottami di roccia avulsi dalla furia delle onde e un'ampia spianata di abrasione, dalla quale si può facilmente riconoscere quanto maggiore ne fosse l'originaria estensione.

Non lungi dalla parte bassa è la Düne, isolotto sabbioso che i flutti staccarono nel 1720 e dove si prendono i bagni.

L'isola è luogo di tappa di molti uccelli migratori. Vi è un osservatorio ornitologico e una stazione biologica.

È abitata da Frisî (circa 2000) che vivono principalmente della pesca, della navigazione e del soggiorno dei bagnanti: avevano costumi e usanze particolari che ora sono quasi scomparsi, causa le relazioni con i forestieri.

Secondo la tradizione, vi era un gran tempio di Hertha, meta di pellegrinaggio dei Frisî e degli Angli, e S. Willibrod vi predicò per il primo il cristianesimo nel sec. VII. Per il suo possesso si svolsero accanite lotte tra i pirati nordici, ma finalmente nel sec. XlV divenne un feudo dei duchi dello Schleswig. Nel 1714 passò alla Danimarca, nel 1807 fu occupata dagl'Inglesi, che ne fecero il principale deposito della merce di contrabbando durante il blocco continentale. Helgoland divenne definitivamente inglese con la pace di Kiel nel 1814 e fu dalla Gran Bretagna ceduta alla Germania nel 1890 in cambio del Zanzibar.

La Germania ne aveva fatto un potente porto militare; le fortificazioni furono smantellate per il trattato di Versailles.

Battaglie navali. - Durante la guerra danese, data la notevole inferiorità delle forze navali prussiane di fronte a quelle della Danimarca, tanto che le tre navi prussiane furon costrette a rifugiarsi a Swinemunde, giunsero nel Mar del Nord due fregate austriache, la Radetzky e la Schwarzenberg, e la cannoniera Seehund, agli ordini del capitano di vascello Tegetthoff. Contro queste unità, rinforzate da tre cannoniere prussiane, mosse la piccola armata danese (due fregate e una corvetta) agli ordini del capitano commodoro Suenson. L'incontro ebbe luogo il 9 maggio 1864 all'altezza di Helgoland, che allora apparteneva all'Inghilterra. La tattica danese mirava a separare gli Austriaci dai Prussiani, che pare non combattessero con soverchio vigore; il Tegetthoff tentò di impedire quella manovra, ma, ricevuta un'intiera fiancata di colpi dalla capitana nemica, ebbe grave incendio a bordo, sicché, sempre combattendo, entrò nella zona neutra delle acque territoriali inglesi, e il combattimento ebbe fine. Scarse le perdite: molte le lodi tributate al comandante austriaco, che fu promosso contrammiraglio.

Durante la guerra mondiale, il 28 agosto 1914, allo scopo di spazzari il Mare del Nord e tagliar fuori il maggior numero possibile di navi leg-. giere, cacciatorpediniere e sommergibili tedeschi, fu organizzata dagli Inglesi una spedizione che comprendeva quasi tutti i tipi di navi veloci. Sommergibili furono dislocati in punti opportuni; i due incrociatori Arethusa e Fearless condussero due flottiglie di cacciatorpediniere sino nelle acque di Helgoland per tentare di tagliar fuori gl'incrociatori e cacciatorpediniere tedeschi e spingerli possibilmente verso ponente; una squadra di sei incrociatori della classe Euryalus e Bacchante si tenevano poco più a ponente, pronti a intercettare le navi inseguite; infine un'altra squadra d'incrociatori leggieri attendeva il vice-ammiraglio Beatty con gl'incrociatori da battaglia in un punto di riunione prestabilito. La spedizione era molto rischiosa, perché arrivava a pochissime miglia dalle basi nemiche e poteva provocare l'uscita dell'intera flotta tedesca. L'azione cominciò sul far del giorno, si sviluppò in una serie di combattimenti piuttosto disordinati e confusi e terminò verso le 1,30 pomeridiane con un netto successo inglese. L'Arethusa, che fu fra le navi maggiormente impegnate, e tre cacciatorpediniere inglesi furono seriamente danneggiati; vi furono 35 morti e 40 feriti; ma le perdite tedesche furono assai maggiori: 1242 tra morti, feriti e prigionieri, tre íncrociatori (Mainz, Koln e Ariadne) e un cacciatorpediniere (V 187) affondati, e un incrociatore (Frauenlob) seriamente danneggiato.

Bibl.: A. Brohm, Helgoland, Kuxhaven 1907; Lindemann, Die Nordseeinsel Helgoland, Berlino 1899; id., Die deutsche Insel Helgoland, Berlino 1913; G. Lukas, Helgoland, in Geographische Zeitschrift, 1905; E. Tittel, Die Natürlichen Veränderungen Helgolands, Lipsia 1894.

Per la battaglia del 1864, v.: C. Randaccio, Storia nav. universale, II, Roma 1891, p. 351. Per quella del 1914, v.: J. Corbett, Storia della Grande Guerra. Le operazioni navali, trad. ital., I, Livorno 1923; H. A. Pollen, La Marina in battaglia, trd. ital., Livorno 1923; R. Scheer, La flotta d'alto mare della Germania nella guerra mondiale, trad. ital., Firenze 1923; O. Groos, La guerra sul mare 1914-1918, La guerra nel Mare del Nord, trad. ital., I, Livorno 1928.