Longfellow, Henry Wadsworth

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Poeta statunitense (Portland, Maine, 1807 - Cambridge, Massachusetts, 1882). Fu uno dei primi poeti statunitensi a scrivere su temi propri della sua terra, anche se con modalità mutuate dalla cultura europea; la storia, le tradizioni, i nativi e il paesaggio americani sono al centro delle sue composizioni, talvolta dai toni sentimentali, talvolta di impianto più narrativo. Svolse anche un'intensa attività come traduttore. Tra le sue opere: Voices in the night (1839); Evangeline (1847).

Vita

Compì gli studi universitari nel 1822-25 al Bowdoin College di Brunswick (Maine); tra i condiscepoli c'era N. Hawthorne. Professore di lingue moderne, prima al Bowdoin College poi alla Harvard University (dal 1836), compì diversi viaggi in Europa e visitò Francia, Italia, Spagna, Germania, Olanda, Inghilterra, Svizzera e paesi scandinavi, apprendendo lingue e letterature con grande facilità; nel 1854 si ritirò dall'insegnamento per dedicarsi alla letteratura. Colpito nel 1861 dalla tragica morte della seconda moglie, perita in un incendio, sospese per un decennio l'attività creativa e si dedicò insieme a J. R. Lowell e Ch. Norton, con i quali aveva costituito il "Dante club", alla traduzione della Divina Commedia.

Opere

Aveva esordito nel 1839 con un romanzo (Hyperion) e una fortunatissima raccolta di versi, Voices in the night, cui seguì nel 1842 Ballads and other poems, contenente la celebre poesia Excelsior, che consolidò la sua fama. Poeta di professione più che d'ispirazione, L. raggiunse tra i contemporanei una statura che può paragonarsi a quella raggiunta da R. W. Emerson. Influenzato dal movimento romantico europeo, ne trasferì gli aspetti più superficiali nel nuovo mondo, del quale cantò leggende e miti in lunghi racconti in versi (oltre al già citato Evangeline; The song of Hiawatha, 1855; The courtship of Miles Standish, 1858). Appartenente come O. W. Holmes e J. R. Lowell alla società colta ma convenzionale della Nuova Inghilterra, L. mostrò di non avvertire i gravi problemi sociali e religiosi che turbavano scrittori come N. Hawthorne e H. Melville (i versi antischiavisti Poems on slavery, 1842, erano stati scritti su richiesta del suo amico C. Summer); molto fece con l'opera di traduttore per la diffusione della letteratura europea in America e, con la riesumazione di antiche leggende, per la conoscenza del folclore americano in Europa. Nel 1863 fu pubblicato Tales by the wayside, che era stato scritto quasi interamente prima della disgrazia che aveva colpito la moglie nel 1861. Nel 1872, apparve il suo Christus, una trilogia storica, che nella seconda parte (The golden legend) rispecchia l'influenza del Faust goethiano. Le due ultime collezioni di versi (Ultima Thule, 1880, e In the harbor, 1882) contengono alcune delle sue poesie migliori ispirate a un sereno ottimismo e scritte con semplicità di stile, derivata da un coscienzioso mestiere e da una naturale facilità di scrittura. L. rimane pur sempre una delle voci più genuine di un'America ancora fortemente legata all'Europa, ma già protesa alla ricerca di una propria individualità. Nel 1867 fu pubblicata la traduzione dell'l'intero poema dantesco, in tre volumi (The Divine Comedy of Dante Alighieri, translated by H.W.Longfellow); in appendice L. aggiunse estratti di studi di studiosi inglesi e americani di Dante, e una serie di analogie e allusioni a Dante tratte dalle opere dei maggiori scrittori europei.

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