Ḥezbollāh (Ḥizb Allāh) Movimento e partito islamico sciita («Partito di Dio»). Nato in Libano dopo l’invasione israeliana (1982), filoiraniano e appoggiato dalla Siria, si rese responsabile di numerose e cruente azioni terroristiche. Il suo radicamento nella società proseguì anche dopo il ritiro dalla fascia di sicurezza di Israele (2000), con cui continuò a scontrarsi nelle zone di confine. Dopo aver conquistato 14 seggi al Parlamento nelle elezioni legislative del 2005, quasi tutti ottenuti nel Sud del paese, dove ha costituito una sorta di Stato nello Stato, H. entrò al governo. Ritornato all’opposizione, nell’estate 2006 fu protagonista del conflitto con Israele. Nel 2008, la decisione di H. di reagire in armi alla decisione del premier F. Siniora di smantellare le linee di telecomunicazione dell’organizzazione, portò il Libano sull’orlo di un’altra guerra civile, evitata dopo trattative mediate dalla Lega Araba, con la formazione di un governo di unità nazionale e la concessione a H. del potere di veto. Nelle elezioni del 2009 la coalizione 8 marzo guidata da H. è stata sconfitta dalla coalizione filooccidentale 14 marzo; il partito è comunque entrato a far parte dei governi costituiti nel novembre 2009 (primo ministro S. Ḥarīrī), nel giugno 2011 (primo ministro N. Mikati) e nel febbraio 2014 (primo ministro T. Salam). Inserita dal 1997 nella lista statunitense delle organizzazioni terroristiche straniere - mentre nel 2013 l'Unione Europea ha identificato come terroristica soltanto la sua ala militare -, nel 2016 H. è stata designata come organizzazione terroristica dal Consiglio di cooperazione del Golfo e dalla Lega araba, decisione collegata ricollega all'inasprimento delle tensioni tra l'Arabia Saudita e l'Iran sciita cui H. è vicina, con la contrapposizione delle parti sui fronti di guerra regionali della Siria - dove H. sostiene il regime di B. al-Assad - e dello Yemen, dove il partito sciita supporta i ribelli houthi. Il partito politico ha registrato una netta affermazione alle elezioni legislative tenutesi in Libano nel maggio 2018 – le prime dal 2009 –, conquistando 14 seggi in Parlamento, a fronte della consistente flessione del Movimento per il futuro di Ḥarīrī, mentre alle consultazioni del maggio 2022 la coalizione sostenuta dal movimento sciita ha perso la maggioranza in Parlamento, ottenendo 60 seggi contro i 71 detenuti dal 2018.