Ho Chi Minh

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Città del Vietnam (5.450.000 ab. nel 2007 considerando l’intera agglomerazione urbana che, di fatto, coincide con l’omonima unità amministrativa, estesa su 2095 km2), la più popolosa del paese; il nome ufficiale è Than-Pho Ho Chi Minh, fino al 1976 Saigon. È situata nella Cocincina, a NE della grande regione deltizia del Mekong, attraversata dal fiume Saigon, largamente navigato. Il clima è di tipo monsonico caldo, con temperature molto elevate per tutto l’anno e precipitazioni copiose (oltre 2000 mm).

La città era un modesto centro quando fu occupata dai Francesi (1858); diventata sede del governo della Cocincina si sviluppò notevolmente, acquistando aspetto moderno. Nel 1945 contava 185.000 ab.; nel 1955 divenne capitale della Repubblica del Vietnam. Successivamente l’agglomerato si è dilatato a dismisura, saldandosi con le vicine città di Cholon, fondata e abitata da una numerosissima colonia cinese, e Gia Dinh. La conurbazione aveva superato il milione e mezzo di abitanti nel 1962: più di metà della popolazione era costituita da Vietnamiti; i Cinesi, attivissimi nel commercio e nelle industrie, erano oltre 600.000. Lo sviluppo delle attività industriali, legate in gran parte alla funzione portuale e commerciale, fece della città il principale centro economico del paese. Evacuata nel 1956 dalle ultime unità francesi, Saigon divenne sede del comando supremo delle forze alleate americane e sud-vietnamite impegnate nella guerra del Vietnam. Il 30 aprile 1975 fu occupata dalle truppe del Vietnam del Nord. L’anno successivo, dopo la proclamazione della Repubblica Socialista del Vietnam, assumeva il nome attuale e perdeva la funzione di capitale.

Economicamente, malgrado le vicende seguite all’unificazione politica del Vietnam abbiano causato immobilismo dell’apparato produttivo, la città ha conquistato nel paese un ruolo di preminenza come base di iniziative industriali e commerciali. Fattore essenziale di sviluppo è stata una singolare integrazione tra politica statale e iniziativa privata, promossa, a partire dai primi anni 1990 (in concomitanza con la cessazione degli aiuti sovietici), dall’afflusso di investimenti internazionali, per lo più statunitensi, che hanno creato una moltitudine di aziende produttrici di beni per l’esportazione. Alla ripresa economica è seguita, nello stesso decennio, una pianificazione territoriale dell’area urbana, che ha individuato nel settore meridionale la zona di sviluppo industriale. Accanto alle nuove attività terziarie (soprattutto amministrative, finanziarie e culturali) si sono insediate numerose imprese, in prevalenza meccaniche ed edilizie.

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