Hohenzollern

Dizionario di Storia (2010)

Hohenzollern


Famiglia che deve il suo nome al castello di Zollern nella Svevia, e riporta le sue fortune a Federico III conte di Zollern, fautore degli Hohenstaufen, il cui matrimonio con Sofia, figlia del conte Corrado di Raabs, lo portò a insediarsi nel burgraviato di Norimberga (1191). Dei suoi figli, il maggiore, il conte di Zollern Corrado III (I come burgravio di Norimberga), divenne il capostipite della linea principale in Franconia, e il minore, conte Federico II (I come burgravio), di quella secondaria in Svevia. Tra i discendenti di Corrado, Federico VI estese il dominio della dinastia sul Brandeburgo, concessogli, insieme alla dignità di principe elettore dell’impero, dall’imperatore Sigismondo nel 1415, e assunse come elettore il nome di Federico I; Alberto Achille, con la Dispositio Achillea del 1473, ripartì i possedimenti territoriali tra i suoi figli Giovanni Cicerone, Federico il Vecchio e Sigismondo, quest’ultimo morto (1495) senza discendenza, sicché anche la sua parte passò al fratello Federico il Vecchio. I due rami così costituiti si insediarono l’uno nel Brandeburgo, l’altro nella Franconia ad Ansbach-Kulmbach-Bayreuth. Estintosi però quest’ultimo, nel 1603, i margraviati della Franconia ritornarono al ramo più anziano. L’elettore Giovanni Sigismondo, nel 1618, al Brandeburgo unì anche il ducato di Prussia, che nel 1525 era stato secolarizzato dall’ultimo gran maestro dell’Ordine teutonico, Alberto, figlio di Federico il Vecchio. L’accorta politica dei successori, durante la guerra dei Trent’anni e nel corso delle lotte di Luigi XIV con l’impero, rafforzò notevolmente la posizione degli H. in Germania e in Europa. Con Federico I come re di Prussia, figlio del grande elettore Federico Guglielmo, la dinastia ottenne nel 1701 il titolo reale (König in Preussen; dal 1773, con l’annessione della restante Prussia occid., König von Preussen). Con il re Federico II, detto il Grande, la funzione della Prussia nel sistema politico europeo divenne determinante, e nella stessa Germania il predominio degli Asburgo, di fronte alla vitalità del nuovo Stato, risultò compromesso. Nel 1791 i principati di Ansbach-Bayreuth, dove si erano estinti i rami collaterali, fondati dai fratelli di Gioacchino Federico nel 1603, ritornarono alla linea principale, che li conservò tuttavia solo fino al 1810, quando furono ceduti alla Baviera. La guerra del 1866 con l’Austria segnò la fine dell’egemonia asburgica in Germania e l’inizio dell’egemonia della Prussia, che aggregò ai suoi domini (estesisi dopo il 1815 anche lungo il Reno) lo Schleswig-Holstein, il Hannover, l’Assia-Cassel e Nassau. Cinque anni dopo Guglielmo I, in seguito alla vittoriosa guerra contro la Francia, aggiunse al titolo di re di Prussia quello di imperatore (Kaiser) tedesco, trasmesso al figlio Federico e al nipote Guglielmo II, e conservato fino all’abdicazione di quest’ultimo nel 1918. Anche il principe ereditario Federico Guglielmo rinunciò nel 1918 in favore del figlio Guglielmo Federico ai suoi diritti, che passarono nel 1933 al suo secondogenito Luigi Ferdinando.

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