Kenner, Hugh

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Critico statunitense di origine canadese (Peterborough, Ontario, 1923 - Athens, Georgia, 2003). Prof. nell'univ. di Santa Barbara, California. La funzione della critica fu per K. innanzi tutto elucidazione: il suo fondamento veniva rintracciato nell'esegesi, non esclusivamente formale, come invece nel New Criticism, di cui egli stigmatizzò sempre l'aridità e le ambizioni. Nel rinnovamento intellettuale seguito alla prima guerra mondiale K. vide un mutamento di direzione fondamentale quanto quello ispirato dal romanticismo. La sua attività si concentrò quasi interamente su questo periodo, studiando autori quali E. Pound, W. Lewis, J. Joyce, T. S. Eliot e S. Beckett. Tra le sue opere più importanti: The poetry of Ezra Pound (1951), seguito nel 1972 dall'ampio The Pound era; Wyndham Lewis (1954), Gnomen (1958) e The invisible poet (1959) su T. S. Eliot, che è forse il suo studio più noto; inoltre, Samuel Beckett (1962), Flaubert, Joyce and Beckett: the stoic comedians (1963), The counterfeiters (1968), A readers guide to Samuel Beckett (1973), Joyce's voices (1979), A colder eye (1983), Chuck Jones (1994), The elsewhere community (2000).

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