I milionari cinesi comprano arte

Il Libro dell'Anno 2011

Simone Verde

I milionari cinesi comprano arte

Il 2011 è stato il secondo anno consecutivo dominato dalla Cina. Ciò emerge da tutti gli indici, a cominciare dalle transazioni delle case d’asta che già nel 2010 avevano visto Shanghai, Hong Kong e Pechino protagoniste di un record storico: 3 miliardi di dollari di fatturato e il 30% delle vendite, che le ha fatte passare dal terzo al primo posto, surclassando Stati Uniti e Gran Bretagna, paesi leader dal secondo dopoguerra.

A permettere lo storico sorpasso è stata la crescita sostenuta del paese, divenuto motore dell’economia globale, con nuovi milionari che di qui al 2014 aumenteranno al ritmo del 20% l’anno, ben oltre il 5,6% del resto del mondo. La crescita, però, non basta a spiegare l’exploit, visto che finora la liquidità destinata al mercato dell’arte arrivava nelle case d’asta occidentali. Per comprendere il fenomeno bisogna tenere conto degli investimenti nella promozione della cultura nazionale, coronata nel 2010 dall’esposizione universale di Shanghai, dall’apertura di numerose fiere (Hong Kong International Art Fair, China International Gallery Exposition, Art Stage ecc.) e preparata a fine 2009 dalla nascita della Shenzhen Cultural Assets and Equity Exchange, Borsa per i beni culturali pensata per arrestare l’emorragia di capitali e per rispondere alla sempre maggiore finanziarizzazione.

Anche se il duopolio di Sotheby’s e Christie’s non è per il momento in discussione una pletora di nuovi attori, con base principalmente a Pechino, minaccia il primato di New York e nel 2010 ha spinto Phillips de Pury & Company al sesto posto.

Altro dato essenziale del 2011 è il superamento della crisi, che nel 2009 aveva portato a un calo di 3,7 miliardi di dollari rispetto al 2008, circa la metà dei 9,39 miliardi record del 2007.

La ripresa, in realtà, si era consolidata già nel 2010 ed era cominciata nel novembre del 2009 quando un pezzo di Andy Warhol, 200 one dollar bills, era stato battuto a New York per 39 milioni di dollari, a fronte di una stima iniziale di 8-12 milioni, prefigurando gli orientamenti tradizionalisti che avrebbero prevalso tra i collezionisti, scottati dal crollo delle quotazioni degli artisti viventi. Anche il 2011, infatti, è stato caratterizzato da vendite record per alcuni valori sicuri, a conferma di un fenomeno che nel 2010 aveva visto le quotazioni di Christie’s e Sotheby’s per opere impressioniste o di arte moderna di particolare pregio aumentare del 205%, restituendo una ripartizione conservatrice nel mercato post crisi.

Altra caratteristica del 2011 è la ripresa degli artisti del Medio Oriente, in precedenza fortemente penalizzati dalla crisi.

Il fenomeno era cominciato nel 2005 e, dopo aver interessato principalmente artisti nati tra il 1920 e il 1940, aveva conosciuto un’esplosione nel 2008.

Poi, il crollo e ora l’inversione di tendenza e il ritorno a valori precedenti al crack.

A sostegno di questa sostanziale stabilizzazione, una maggiore organizzazione del mercato grazie a vendite specializzate, fiere d’arte in situ come quelle di Dubai e di Marrakesh e un gran numero di eventi commerciali e culturali tra Europa e Medio Oriente, tra cui spicca la mostra organizzata ad aprile da Saatchi & Saatchi sull’arte turca: Confessions of dangerous minds: contemporary art from Turkey.

Un dinamismo che ha permesso a giovani artisti contemporanei di conseguire risultati storici.

Tra questi il trentottenne Abdulnasser Gharem che nell’aprile del 2011 ha visto moltiplicare per dieci la sua quotazione: la sua opera Message/Messenger è statavenduta per 700.000 dollari.

Viene confermata, perciò, dal dinamismo del Medio Oriente e della Cina la situazione critica dell’Europa, che sta vivendo una vera e propria eclissi sul mercato internazionale. Se nel 2003, infatti, accentrava il 55% del fatturato globale delle aste, nel 2010 rappresentava il 33%.

Lavora a una tenue ripresa l’Italia, che nel 2010 aveva registrato un calo consistente, passando dal 2,7% del 2008 all’1,5% del mercato internazionale.

Art Basel quota 42

Giunta alla 42ª edizione, Art Basel, una delle maggiori fiere d’arte al mondo, fa segnare un record di visitatori con 65.000 presenze. Tra i numeri dell’edizione 2011 ci sono i 35 paesi del mondo con la più nutrita rappresentanza di gallerie statunitensi, seguite dalle tedesche e dalle svizzere. L’Italia era presente con circa 20 gallerie. Inoltre, per la prima volta dagli anni Settanta del Novecento hanno esposto anche le gallerie di Thailandia, Libano e Ungheria. La mostra mercato d’arte è rimasta aperta dal 15 al 19 giugno; sono stati presenti tutti i vincitori del Leone alla Biennale di Venezia, da Christian Marclay a Haroon Mirza, da Sturtevant a Franz West ecc.

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