I Paesi scandinavi

Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)

Catia Di Girolamo
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Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook

Lotte civili e scontri tra sovrani, nobiltà e clero cristiano fanno da scenario al rafforzamento della monarchia nei Paesi scandinavi che, attraverso alleanze matrimoniali, raggiungono con l’Atto costituzionale di Kalmar (1397) l’unione politica ed economica sotto l’egemonia danese.

La Norvegia

Il XIII secolo si apre in Norvegia con le lotte tra il re Sverre Sigurdsson, accettato nel 1184 come sovrano, e i Bagler, ribelli sostenuti dall’alto clero. Il sovrano riesce a sottometterli, ma le lotte sono alimentate nel Paese dai signori del Vestland e del Trøndelag.

Alla morte di Sverre sale al trono il figlio Haakon III che s’impegna a porre fine alle rivolte civili, ma muore avvelenato due anni dopo. Si apre la lotta per la successione tra Haakon Galin e il fratello Inge II Bardson, che prevale. Alla morte del sovrano, gli succede il nipote Haakon Haakonsson IV, figlio naturale di Haakon III, un fanciullo di 13 anni che viene affidato al tutore Skule Baardsson, di cui il sovrano sposerà la figlia. Durante il suo regno, si riaccendono le lotte civili, che si estinguono solo con la morte di Skule nel 1240. Haakon, inoltre, sostiene il commercio attraverso rapporti diplomatici con l’Inghilterra, Lubecca, che è il cuore della Lega Anseatica, la Russia, la Danimarca e la Svezia. Partecipa, quindi, su invito di Luigi IX di Francia alla settima crociata in Egitto. Nel 1261 dà inizio all’occupazione di Groenlandia e Islanda, che impegna i Norvegesi fino al 1264. Alla sua morte, gli succede il figlio Magnus VI Lagabötes [il Legislatore] che presto si trova a cedere alla Scozia le isole Ebridi (1266), malgrado il desiderio paterno di ristabilirvi la propria autorità.

Magnus riorganizza l’amministrazione e la giustizia, dotando la Norvegia di un codice che stabilisce i diritti dei cittadini sull’intero territorio. Favorisce, inoltre, il commercio con grande beneficio per le città: in questo periodo vengono infatti fondati nuovi centri cittadini per raccogliere una popolazione che risulta in crescita. Segnale delle vaste opere di dissodamento in corso, poi, è la comparsa nella Legge del 1267 del termine “plog” che indica l’aratro.

Durante il suo regno, però, l’alleanza con la Danimarca, cementata dal matrimonio con Jngebiørg, si converte in guerra per il mancato rispetto dei patti. Alla sua morte gli succede il figlio Erik Magnusson, un fanciullo di 12 anni.

Durante la reggenza vi sono aspre lotte con l’alto clero; in seguito il potere viene diviso con il fratello Haakon V, di due anni più giovane, che nel 1285 si stabilisce a Oslo e governa la parte orientale della Norvegia. Erik continua a combattere contro la Danimarca per la questione della dote di sua madre e nel 1295 firma con la Danimarca un accordo per la cessione dell’Öland settentrionale alla Norvegia, ma non ottiene quanto gli è stato promesso. Alla sua morte gli succede il fratello Haakon V Magnusson, che riprende la guerra contro la Danimarca finché non riesce a ottenere, nel 1309, l’Öland. Combatte anche contro la Svezia e, per la difesa del Paese, fa costruire una serie di fortezze, presidiate da milizie professionali. Sua figlia Jngebiørg sposa il duca svedese Erik: sono poste così le premesse per l’unificazione della Norvegia e della Svezia.

Con la morte di Haakon V si estingue nel 1319 la dinastia degli Hrald Harfagré. Il successore è Magnus Eriksson Smek l’Accalappiatore, nipote di Haakon V e figlio di Jngebiørg, un fanciullo di tre anni, già re di Svezia e che vuole unificare i due regni mantenuti separati dai reggenti precedenti. La Norvegia, però, chiede nel 1344 un proprio re, che è scelto nel figlio di tre anni del sovrano, Haakon VI, affidato a un consiglio di reggenza. Magnus riesce inoltre a realizzare, nel 1359, un’importante alleanza con il re di Danimarca Valdemaro IV, cementata dal contratto di matrimonio tra il figlio Haakon e Margherita di Danimarca. Il matrimonio è celebrato nel 1370.

La Norvegia, come gli altri Paesi europei, è colpita tra il 1349 e il 1350 dall’epidemia di peste che ha forti ripercussioni sugli assetti demografici e sulle risorse economiche e questi fattori sono avvertiti fortemente durante il regno di Haakon. A questi succede il figlio Olaf V Haakansson, che come figlio di Margherita è diventato re di Danimarca alla morte del nonno Valdemaro IV Atterdag avvenuta nel 1375. Olaf unifica, quindi, le corone di Danimarca e di Norvegia, dissolvendo per la seconda volta l’unità nazionale: la Norvegia rimarrà unita alla Danimarca fino al 1814. Alla morte di Olaf, la regina vedova Margherita fa nominare re suo nipote Erik VII di Pomerania, ma assume la reggenza che mantiene fino alla morte (1412). Dopo la conquista della Svezia da parte di Margherita nel 1389, Erik ottiene nel 1396 anche la corona di Danimarca e diventa Erik XIII di Danimarca e di Svezia.

La Svezia

Alla morte di Knut Eriksson (1195), il re che ha introdotto il sistema monetario comune, il potere è preso dal rivale Sverker Karlsson; Erik X Knutson nipote di Erik il Santo, però, rivendica la successione.

Scoppia, quindi, la guerra civile tra Erikidi e Sverkeridi che porta Erik X a rifugiarsi in Norvegia. Ritornato in Svezia, sconfigge Sverker il Minore sulla Lena, s’impossessa del trono e regna dal 1208 al 1216. Alla sua morte la nobiltà sceglie come re Giovanni I, figlio di Sverker, il quale, durante il suo regno, riesce a diffondere il cristianesimo in Estonia. Alla sua morte si impongono gli Erikidi, che riescono a far eleggere re il figlio di Erik X, Erik XI, un fanciullo di sei anni, deposto però nel 1229 in seguito a una rivolta promossa dal cugino Knut Länge. Erik XI è messo in salvo in Danimarca, dove rimane fino all’anno di scomparsa dell’usurpatore. La reggenza è esercitata dai duchi Ulf e Birger. Birger seda una rivolta organizzata dal figlio di Ulf e consolida i rapporti con il sovrano sposandone la sorella Jngebiørg: dal matrimonio nasce Valdemaro, che succede allo zio, Erik XI, privo di eredi.

Valdemaro, che è il primo re della dinastia dei Folkungar, realizza la fusione tra gli Svedesi e i Goti che si convertono al cristianesimo. La Svezia è diventata uno Stato e il re fonda Stoccolma. Alla morte di questi, succede al trono il fratello Magnus Ladulos che crea una nobiltà ereditaria ed estende i poteri del clero, la cui autorità è stata rafforzata dal sinodo di Skenninge del 1248 che ha stabilito il celibato ecclesiastico e il diritto di riscuotere le decime. Grazie all’abilità strategica di Torkel Knutson, già precettore di suo figlio, Magnus conquista inoltre la parte sud-orientale della Finlandia. Il suo successore, però, il figlio Birger (1280-1321) deve affrontare, durante il suo regno, lotte tra due diverse fazioni guidate dai suoi fratelli Erik e Valdemaro e viene fatto prigioniero (1306). La Svezia risulta quindi smembrata tra i due fratelli: Erik, in particolare, governa le province occidentali e, con il suo matrimonio con la principessa ereditaria della Norvegia, pone le basi per l’unione dei due regni. Tornato in libertà, Birger riprende il potere e combatte contro i fratelli, che, imprigionati, sono poi uccisi nel 1317. Tale atto gli provoca però l’ostilità del popolo che lo costringe a rifugiarsi in Danimarca (1318).

Gli Svedesi, quindi, affidano la corona a Magnus Eriksson Smek IV l’Accalappiatore, figlio minore di Erik, che è il primo re di Svezia e Norvegia, quest’ultima da lui ereditata per via materna. Le grandi famiglie aristocratiche legate alla terra ottengono il riconoscimento dei privilegi e la creazione di un Consiglio del Regno che consente loro di governare con il re. Quanto a conquiste, però, Magnus deve cedere alla Danimarca Scania, Öland e Gotland.

Magnus, inoltre, condivide le corone con i figli avuti da Bianca di Namur: con Erik XII, un fanciullo di 11 anni, il trono di Svezia dal 1344 e con Haakon quello di Norvegia. Ma Erik XII, sostenuto dai nobili, si ribella nel 1356 per ottenere l’esercizio del potere. Magnus gli concede quasi tutta la Svezia con la Scania, per la quale Erik combatte contro il re di Danimarca Valdemaro III, sconfiggendolo. Erik XII muore nel 1359 con moglie e figli, forse avvelenato. Suo padre riprende il controllo e vuole instaurare un potere assoluto, appoggiandosi ai diritti territoriale (Landslag) e comunale (Stadslag), elaborati in quegli anni, ma viene deposto dai nobili. Nel 1363 si estingue la dinastia dei Folkunga, affermatasi nel 1250.

La nobiltà svedese, sostenuta dalla borghesia, per mantenere l’indipendenza eleva al trono il tedesco Alberto, secondogenito del duca di Meklemburgo, ledendo il diritto di Haakon VI re di Norvegia, figlio di Magnus. Alberto, ostaggio dei suoi elettori, è abbandonato quando la regina Margherita di Danimarca, che vanta il diritto ereditario al trono svedese come vedova del re Haakon VI di Norvegia, promuove la guerra contro di lui. Alberto è sconfitto a Falkoping (1389) e deve sottomettersi per aver salva la vita. La regina Margherita assume il potere e nel 1397, con l’atto costituzionale di Kalmar, unifica Svezia, Norvegia e Danimarca.

La Danimarca

Con Valdemaro I e suo figlio Canuto VI, sostenuti e consigliati dal ministro Assalonne, arcivescovo di Lund, primate di Danimarca, Svezia e Norvegia, la Danimarca si rafforza politicamente e militarmente. Con la costruzione del castello di Hafn nasce il nucleo di Copenaghen. Canuto VI, che non ha avuto figli dalla moglie Geltrude, figlia di Enrico il Leone, si associa al trono il fratello Valdemaro, che alla sua morte (1202) è proclamato re. Questi eventi sono narrati dalle Gesta Danorum (1186 ca.-1216) di Saxo Grammaticus, segretario degli arcivescovi di Lund, Assalonne e Andrea e storico di buona preparazione, protetto da Valdemaro I e da Valdemaro II.

Valdemaro II Sejr, il Vittorioso, porta a compimento l’opera di espansione di Canuto con la conquista di Schwerin, delle coste orientali e meridionali del Baltico, dell’Estonia, contro cui organizza nel 1219 una crociata per evangelizzarla. Sottopone, inoltre, la Norvegia a un tributo e fa compilare il Codice dello Jutland. Nel 1223, durante una partita di caccia, viene fatto prigioniero, con il figlio Valdemaro, dal conte Enrico di Schwerin, ed è condotto in Germania. La reggenza è, quindi, assunta dal conte Alberto di Orlamünde. Caduti i tentativi di mediazione dell’imperatore Federico II e del papa Onorio III, il re Valdemaro deve accettare condizioni durissime per la liberazione: la rinuncia ai territori della Germania del nord, a eccezione di Rügen, il pagamento di un riscatto, stabilito in una somma ingente, la concessione dei figli in ostaggio e, infine, il giuramento di non riprendere le armi al suo ritorno in Danimarca.

Una volta liberato, però, Valdemaro si fa sciogliere dal giuramento estortogli durante la prigionia e organizza la guerra contro Enrico di Schwerin: dopo le prime vittorie, nel 1227 è sconfitto a Bornhöved e perde molti territori. Mantiene, comunque, la giurisdizione in Danimarca, Estonia, Rügen e territori della Prussia. Nel 1231 suo figlio Erik IV Plovpenning è eletto re, ma prende effettivamente il potere alla morte del padre, nel 1241. Erik IV, attaccato dal fratello, il duca Abele, deve tassare i contadini per raccogliere il danaro per la difesa, ma è sconfitto, fatto prigioniero e decapitato nel 1250. Il vincitore Abele regna due anni. Alla sua morte diventa re il fratello Cristoforo I, terzogenito di Valdemaro II, che lotta contro i vescovi del regno a favore del nipote Valdemaro, ma viene fatto prigioniero da Arnfasto, canonico della città di Riben, dove muore. È proclamato quindi re il figlio Erik V Klipping [il Guercio], un fanciullo di 10 anni. La reggenza è assunta dalla madre, che deve fronteggiare l’opposizione del clero e dei nobili. Uscito di minorità, Erik V deve fare promesse ai nobili e al clero, guidato da Giacomo Erlandsson (1274); s’impegna nel 1282, infatti, a convocare i nobili in assemblea una volta l’anno, ma è egli stesso vittima di una congiura nobiliare (1286). Il figlio Erik VI Menved, un fanciullo di 12 anni, è affidato alla reggente, la madre Agnese di Brandeburgo. I responsabili dell’uccisione del padre sono condannati nel 1287, ma riescono a fuggire in Norvegia, da dove organizzano spedizioni contro la Danimarca fino al 1310. Erik VI ha un temibile avversario nell’arcivescovo di Lund, Jens Grand, che è sostenuto dal pontefice Bonifacio VIII, anche se il re ottiene per breve tempo l’appoggio papale. Erik tuttavia riesce a portare avanti la politica espansionistica: s’impossessa di Rostock, sottomette Lubecca, che lo accetta come signore, e l’area a nord dell’Elba. Nel 1304, inoltre, ottiene la legittimazione delle conquiste dall’imperatore Alberto I d’Austria, che lo riconosce signore di quei territori e suo vassallo. La politica espansionistica ha, però, imposto un giro di vite nella tassazione. Erik VI muore il 13 novembre 1319 lasciando la Danimarca economicamente prostrata. Gli succede il fratello Cristoforo II, che deve fare larghe concessioni alla nobiltà, che, a sua volta, nomina reggente il conte Gerardo III di Holstein. Questi pone fine ai contrasti tra monarchia, nobiltà e clero e sconfigge in battaglia il re Cristoforo II, che si rifugia con il figlio Valdemaro IV presso l’imperatore Ludovico il Bavaro. Gerardo, quindi, fa proclamare re nel 1326 Valdemaro III, figlio del duca dello Schleswig, da cui ottiene in eredità lo Schleswig.

Valdemaro III, però, è sconfitto da Erik XII di Svezia e Gerardo viene assassinato nel 1340. Valdemaro IV Atterdag, figlio di Cristoforo II, ritorna in Danimarca ed è proclamato re; riporta la pace, riunifica il Paese e s’impegna a riorganizzare le finanze. Le sue mire espansionistiche contro Öland e Gotland sono, però, ostacolate dalla Lega Anseatica. Scoppia, quindi, la guerra con l’Hansa (1361-70), che è economicamente più forte e lo sconfigge, costringendolo all’esilio. Nel 1370 Valdemaro IV deve sottoscrivere l’umiliante pace di Stralsunda, che assicura all’Hansa il dominio economico sul Baltico; ma conserva il trono. Conclude con il re di Svezia Magnus Eriksson il matrimonio tra la sua unica figlia Margherita e l’erede Haakon VI, già re di Norvegia ed è Margherita, vedova di Haakon VI, a concludere abilmente a Kalmar, dopo la sconfitta in battaglia dell’usurpatore della corona svedese, Alberto di Meklemburgo, l’unione dei regni scandinavi sotto l’egemonia danese nel 1397.

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