IBN SA‛ŪD

Enciclopedia Italiana (1933)

IBN SA‛ŪD

Giorgio Levi Della Vida

Sovrano arabo, il cui titolo ufficiale dal 22 settembre 1932 è "re del regno arabo sa‛ūdiano", nome dato allo stato unificato comprendente il Neǵd, il Ḥigiāz e i territorî annessi (Asīr, al-Aḥsā', ecc.). Ibn Sa‛ūd (figlio di Sa‛ūd) è nome della famiglia del sovrano, discendente da Sa‛ūd, il padre del primo emiro wahhābita Muhammad ibn Sa‛ūd (v. Wahhābiti): il suo nome personale è ‛Abd al-‛Azīz ibn ‛Abd ar-Rahmān; è nato nel 1867. L'emirato dei suoi antenati era stato dal 1886 assoggettato dalla dinastia dei Banū Rashīd, emiri dello Shammar (capitale Ḥā'il), che aveva deposto suo padre e lo aveva sostituito con altri membri della sua famiglia, ridotti a condizione di vassalli. Nel 1902 I. S. riuscì a sconfiggere i Banū Rashīd e a riacquistare la propria capitale ar-Riyāḍ, nel Neǵd orientale; nel 1904 sconfisse nuovamente i Banū Rashīd, nonostante l'appoggio chiesto da questi al governo ottomano. I. S. non solo si mantenne al potere, ma nel 1913 scacciò le guamigioni turche dalle città di al-Hofhūf e al-Qaṭīf, aprendosi così la via al Golfo Persico e riuscendo a farsi riconoscere dalla Turchia la qualità di governatore del sangiaccato di al-Aḥs̄a' sul golfo stesso. Le sue relazioni con la Turchia erano alquanto tese allo scoppio della guerra mondiale (agosto 1914); ma, benché l'Inghilterra facesse ogni sforzo per indurlo a cooperare con lo sceriffo della Mecca, Husein, nelle operazioni militari contro i Turchi, I. S. si limitò a dichiarazioni platoniche, e profittò della situazione per rafforzare il proprio stato. Dopo la guerra, forse non senza l'appoggio della Francia, assunse un atteggiamento aggressivo, sconfisse ‛Abd Allāh ibn Mit‛ab emiro dello Shammar, si annettè il suo emirato (novembre 1921) e parve voler invadere lo ‛Irāq e la Transgiordania, mentre minacciava contemporaneamente Ḥusein, divenuto re del Ḥigiāz (1922-1923). Destreggiandosi abilmente in trattative con l'Inghilterra, da cui riceveva un regolare sussidio, assalì Husein, s'impadronì della Mecca (13 ottobre 1924) proclamandosi, come capo del movimento religioso wahhābita, restauratore della rigida legge islamica e proponendo un congresso musulmano alla Mecca. Ciò lo rese popolare negli ambienti musulmani conservatori e indusse l'Inghilterra (mentre egli, nel corso del 1925, conquistava la costa del Ḥigiāz e la stessa Gedda, ultimo rifugio della dinastia di Husein, e assediava Medina) a venire a un accordo: nel gennaio 1926 I. S. era proclamato re del Ḥigiāz e sultano del Neǵd, titolo che cambiava nel 1927 con quello di re del Ḥigiāz e Neǵd e dipendenze. Intanto, venuto a contrasto coll'imām del Yemen per il piccolo stato cuscinetto del ‛Asīr (v.), concludeva con questo (1926) un trattato che nel 1930 era sostituito da un altro che lo riduceva a un'effettiva sudditanza.

Alcune gravi rivolte scoppiate nel 1928 e 1929 fra le tribù del Neǵd (nella primavera del 1932 anche tra quelle del Ḥigiāz e nell'autunno nel ‛Asīr) furono da lui represse, e il suo prestigio andò sempre aumentando, consentendogli una vasta opera di riforme interne (tendenti a disciplinare i beduini e a ridurli a vita sedentaria), nelle quali, oltre all'incivilimento materiale del suo popolo, egli mira a un'opera di epurazione religiosa nel senso della dottrina wahhābita, meditando tra l'altro la codificazione del diritto musulmano in base alle quattro scuole ortodosse. Il suo atteggiamento d'indipendenza rispetto alle potenze europee (esempio quasi unico nel mondo islamico contemporaneo) e la sua intransigenza religiosa, per la quale egli ha più volte solennemente affermato che l'adozione dei progressi tecnici dell'Occidente non deve significare rinunzia alla tradizione islamica, lo fanno segno alla simpatia di molti musulmani e alle speranze panislamiche pur trasformate dalla guerra mondiale.

Bibl.: A. Musil, Zur Zeitgeschichte von Arabien, Lipsia-Vienna 1918; id., Northern Neǵd, New York 1928, pp. 256-304 (Amer. Geogr. Soc. Orient. Esplor. and Studies, n. 5); H. Philby, The Heart of Arabia, Londra 1925; id., Arabia of the Wahhabis, Londra 1928; Amin ar-Rihani, I. S. of Arabia: his people and his land, Londra 1928. Per il periodo più recente, la rivista Oriente moderno, X-XIII, passim.