ICARO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)

ICARO (῎Ικαρος, Icarus)

A. de Franciscis

Personaggio mitico, figlio di Dedalo (v.).

Nelle varie versioni della leggenda I. è sempre associato al padre: col padre infatti partì da Atene alla volta di Creta; col padre venne rinchiuso nella prigione di Cnosso, dalla quale fuggì a volo, grazie all'ingegnosa costruzione di ali fatta da Dedalo. Ma nella fuga, per l'imprudenza di I. che salì troppo alto nel cielo, si sciolse al calore del sole la cera con cui erano tenute insieme le ali, e I. cadde nel Mare Egeo, nei pressi di Samo. Pausania (ix, 11, 5) ricorda che in seguito a ciò un'isola e un tratto di mare presero nome da lui. I. venne considerato l'inventore della lavorazione artistica del legno. Secondo una tradizione raccolta da Aristotele (De mir. ausc., 81; Steph. Byz., s. v. ᾿Ηλεκτριᾒδες) Dedalo avrebbe effigiato se stesso e il figlio su due colonne che erano nelle isole Elektrides nel Mare Adriatico; Servio (Ad Aen., vi, 14 ss.) ricorda che Dedalo sulle porte del tempio di Apollo a Cuma da lui costruito aveva rappresentato l'infelice destino di I., mentre secondo un'allusione di Virgilio (Aen., vi, 30) Dedalo, sopraffatto dal dolore, non sarebbe riuscito in tale rappresentazione. Descrizioni retoriche di una statua di I. nelle terme di Giustiniano, sono contenute in epigrammi dell'Anthologia Planudea, xvi, 107 ss.

La più antica raffigurazione di I. è probabilmente quella di un frammento ceramico dell'Acropoli, del 560 circa. Nel campo dell'arte etrusca va ricordata anche l'immagine contraddistinta dal nome Vicare sulla bulla aurea alla Walters Art Gallery di Baltimora; databile nella prima metà del V sec. a. C. e contrapposta alla figura di Dedalo.

La figura di I. può forse riconoscersi in un'urna etrusca con Dedalo e Pasifae. Il motivo di Dedalo che munisce di ali il figlio si trova su un'anfora a figure rosse a Napoli e in un noto rilievo di Villa Albani. Su un vaso lucano è invece rappresentata una figura virile munita di ali, accanto alle quali sono iscritti i nomi sia di Dedalo che di Icaro. Ma il motivo più comune, preferito dagli artisti appunto perché ricco di pathos, è quello dello sfortunato volo di Icaro. Nelle più antiche rappresentazioni, volante è rappresentato il solo Dedalo, come in uno skýphos a figure nere del Louvre. Sono invece raffigurati entrambi su vasi (si veda, ad esempio, una coppa àpula), su lampade in terracotta, su gemme e nelle pitture parietali pompeiane, quasi tutte appartenenti al cosiddetto III stile: in esse è comune la prevalenza della rappresentazione paesistica nella quale si ambienta l'episodio mitico (Pompei, Casa del Sacerdos Amandus e altre pitture: v. Monumenti considerati). Infine, si hanno anche alcune raffigurazioni di I. in scultura: una statua frammentaria, in marmo, al Palazzo dei Conservatori, creazione del periodo adrianeo sul tipo del Kynìskos di Policleto; un bronzetto da Smirne, uno da Mariemont e uno frammentario da Aquincum, un gruppo da Amman che conserva solo la figura di Dedalo, identificazione recentemente proposta (v. dedalo) e un secondo gruppo affine a quello di Amman, del quale si conserva solo la base coi nomi iscritti, rinvenuta ad Efeso. Isolato appare un sarcofago, decorato sulla fronte con la storia di I., conservato a Messina.

Monumenti considerati. − Frammento ceramico dell'Acropoli: I. D. Beazley, in Journ. Hell. Studies, xlvii, 1927, p. 223, f. 2; N. Jalouris, in Bull. Corr. Nell., lxxvii, 1953, p. 304, f. 8. Bulla aurea: G. M. A. Hanfmann, Daidalos in Etruria, in Am. Journ. Arch., xxxix, 1935, p. 189 ss. Urna etrusca: H. Brunn-G. Körte, I rilievi delle urne etrusche, ii, tav. xxix ss. Anfora a figure rosse a Napoli: Dict. Ant., s. v., f. 2281. Rilievo a Villa Albani: Anderson 1889. Vaso lucano e skýphos a figure nere: Dict. Ant., s. v., f. 2279. Coppa àpula: E. Gerhard, Hyperb. röm. St., i, 173, n. 9. Lampada: Arch. Zeit., 1852, tav. 39, 2. Gemme: Cat. Engr. Gems, Brit., Mus., 1333; A. Furtwängler, Gemmen, Monaco 1901, tav. 27 (27); 37 (12); 42 (1) e 63 (32). Pitture pompeiane delle Regioni 1, 10, 7; v, 5, 3; vii, 1, 8 (Terme Stabiane); ix, 6; ix, 7, 16 e della villa imperiale: rispettivamente in K. Schefold, Die Wände Pompejis, Berlino 1957, p. 46 (dove la citazione di Not. Scavi è da correggersi in p. 290, f. 12), 89, 163, 266, 269 e 290. Statua al Museo dei Conservatori: D. Mustilli, Il Museo Mussolini, Roma 1939, p. 93, n. 16. Bronzetto da Smirne: A. Furtwängler, Coll. Somzée, xxxiii, n. 85. Bronzetto a Mariemont: Les Antiquités du Musée de Mariemont, 1954, p. 94, G. 75. Bronzetto da Aquincum: Ch. Picard, Comptes Rendus Acad. Inscr., 1955, p. 20 ss. Gruppo di Amman: H. Moebius, in Jahrbuch, lxviii, 1953, p. 96 ss. Base di Efeso: I. Keil, Oesterr. Jahresh., xxxix, 1952, p. 45 ss.; Ch. Picard, op. cit., p. 20 ss. Una raffigurazione di Dedalo che foggia le ali di I. si trova su una lastra di rivestimento in terracotta, rinvenuta presso Genzano: G. Moretti - C. Caprino, Il Museo delle navi romane di Nemi, Roma 1957, p. 23. Per il sarcofago: V. Tusa, Sarcofagi romani della Sicilia, Palermo 1957, n. 34, p. 81.

Bibl.: T. Schreiber, in Roscher, I, c. 934, s. v. Daidalos; id., ibid., II, c. 114 ss., s. v. Ikaros; E. Pottier, in Dict. Ant., II (1), 1892, s. v. Daedale, p. 4 ss.; Heeg, in Pauly-Wissowa, IX, 1916, c. 985 ss., s. v. Ikaros, n. 2; R. Holland, Die Sage v. Daidalos und Ikaros, in Gymn. Progr., 1902, p. 28 ss.; J. D. Beazley, in Journ. Hell. Studies, XLVIII, 1927, p. 223 ss.