CERIO, Ignazio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 23 (1979)

CERIO, Ignazio

Federico Di Trocchio

Nacque a Giulianova (Teramo) il 28 febbr. 1840 da Pasquale e da Raffaella Fossi. Laureatosi in medicina nel 1860, fu avviato dal padre alla carriera militare che abbandonò nel 1869 per ritirarsi a vivere a Capri. Dedicò il resto della sua vita all'isola di Capri e al suo popolo, come medico e come studioso, tanto da essere indicato come "a perfect mine of general information and the final court of Appeal in all matters connected with the history, archaeology, flora and climatic conditions of Capri" (H. E. Trower, Guide to Capri, Napoli 1899, p. 10). Per suggerimento dell'archeologo C. Bonucci iniziò dapprima una serie di ricerche per individuare testimonianze dell'epoca paleolitica, ricerche che abbandonò quasi subito per interessarsi della flora e della fauna marina dell'isola.

Si era in quegli anni costituita una scuola napoletana di naturalisti diretta da A. Scacchi, G. e A. Costa che fornì una accurata descrizione delle specie animali e vegetali locali; gli studiosi che si interessarono in particolare della fauna del golfo di Napoli: G. Acton, N. Tiberi, A. Castriota Scanderberg, C. Praus e R. Bellini si riunirono attorno al C. che aveva attrezzato una draga con la quale esplorava il fondo marino, e forniva loro materiale di studio organizzando e guidando le loro escursioni. Nel complesso tali studi portarono notevoli conoscenze sulla fauna dei molluschi del golfo e sulla loro distribuzione batimetrica; l'opera del C. fu proseguita, in tale campo, da F. A. Krupp nei primi anni del '900.

Nel 1874 il C. collaborò alle ricerche dell'aracnologo P. Pavesi e scoprì, tra l'altro, la lucertola verde dei faraglioni (Lacerta faraglionensis) e il Liocranum Cerioi. Nel 1885con scavi nella grotta delle felci mise in luce una abitazione risalente al Neolitico, che conteneva, assieme a resti umani e animali, armi ed utensili litici. Tutto il materiale fu donato al Museo antropologico dell'università di Napoli e descritto da A. Di Blasio (Gli avanzi preistorici della Grotta delle felci nell'isola di Capri, in Bull. di paletn., XXI[1895] 1-3, pp. 58-72). Ilproseguimento di tali ricerche lo portò, nel 1906,a scoprire nella valletta di Tragara testimonianze di insediamenti umani relative al Paleolitico; ne dette notizia al Pigorini con una Lettera al sig. prof. Luigi Pigorini (in Materiali paletnologici..., pp. 3-8).Parte del materiale andò al Museo preistorico-etnografico Kircheriano di Roma, diretto, appunto, da L. Pigorini il quale descrisse e valutò favorevolmente le scoperte del C. in Materiali paletnologici dell'isola di Capri (in Bull. di paletn., XXXII[1906], 1-3, pp. 1-15)e ne difese la genuinità scientifica contro le critiche ad esse mosse da I. Dall'Osso nel congresso della Società italiana per il progresso delle scienze del 1908.La polemica si protrasse però ancora per alcuni anni fino a quando A. Bassani e A. Galdieri in Strumenti "chelléens" dell'isola di Capri (ibid., XXXVII [1911], 4-8, pp. 57-63)le confermarono definitivamente.

Tra il 1880e il 1886sollecitato dall'amica e paziente Sophie Anderson dipinse una serie di "testine ideali" di fanciulle che ebbero un certo successo in Inghilterra dove furono vendute dal mercante d'arte Arthur Tooth. Sfruttò queste capacità artistiche anche nelle attività saltuarie di marmista e restauratore. Nel corso dei suoi studi, non pubblicati, sulla malacofauna terrestre classificò e distinse le specie di Helix esclusivamente capresi da quelle sorrentine. Dalle ricerche di botanica compiute assieme a R. Bellini nacque la Flora dell'isola di Capri, Napoli 1900,catalogo delle specie vegetali dell'isola che aggiornava il precedente di G. A. Pasquale pubblicato nella Statistica fisica ed economica dell'isola di Capri di O. G. Costa (in Esercitazioni accademiche degli aspiranti naturalisti, II [1840], 1, pp. 42-63) e rimase il catalogo più attendibile fino al lavoro di A. Béguinot, La vegetazione delle isole ponziane e napoletane (in Archivio di botanica, III[1905], 2, pp. 181-453).

Il C. morì a Capri il 1º maggio 1921.

Uomo di profonda umanità, aveva fondato nel 1870 il cimitero acattolico di Capri, ed alleviato le sofferenze della popolazione nel corso della epidemia colerica che colpì l'isola nel 1873. Dal matrimonio con Elisabeth Grimmer ebbe tre figli, Giorgio, Edwin e Arturo. In suo onore il figlio Edwin e la nuora Mabel Norman Cerio fondarono il Centro caprense di vita e di studi I. Cerio.

Tra le altre pubblicazioni ricordiamo quella, con annotazioni, dell'opera di G. Feola, Rapporto sullo stato attuale dei ruderi augusto-tiberiani dell'isoladi Capri, Napoli 1894,e la prefaz. a M. Fasulo, L'isola di Capri, Napoli 1906.

Fonti e Bibl.: Roma, Arch. del Museo preistorico etnografico L. Pigorini, Preistoria (Doni), catt. 48, 96, 97, 98; E. Cerio, La vita e la figura di un uomo: I. C.,Roma 1921.

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