IGROFITE

Enciclopedia Italiana (1933)

IGROFITE (dal gr. ὑγρός "umido" e ϕύτον "vegetale")

Fabrizio Cortesi

Con questo nome e anche con quello d'igrofile s'indicano le piante e le formazioni vegetali che vivono nei terreni ricchi di umidità, ma non salini né troppo acidi, perché l'approvvigionamento fisiologico dell'acqua diminuisce con l'aumentare della concentrazione degl'ioni idrogeno. Però bisogna distinguere l'umidità fisica da quella fisiologica, tanto che possono esistere ambienti (aria, terreno) umidi fisicamente e secchi fisiologicamente; è solo l'umidità fisiologica quella che determina lo sviluppo delle igrofite.

In opposizione a esse vi sono le xerofite (v.) che vivono in ambienti secchi; in mezzo a questi due gruppi vi sono le tropofite o mesofite. Anzi, per la difficoltà di segnare un esatto limite fra le due categorie, E. Warming e P. Graebner riuniscono in un unico gruppo le igrofite e le mesofite.

Le igrofite tipiche hanno radici poco sviluppate, fusti allungati, foglie con lamina grande e cuticola sottile e generalmente sono ombrofile.

J. Wiesner ha dimostrato quale influenza abbia la grande umidità dell'ambiente sullo sviluppo delle foglie con alcune esperienze sul Taraxacum officinale: le foglie delle piante cresciute in ambienti assai umidi sono molto più sviluppate (fino a 60 cm. di lunghezza) delle foglie di individui cresciuti in ambienti di media (fino a 15 cm.) e di scarsa (12 cm.) umidità. Così pure le esperienze di Lothelier dimostrano che, coltivando una tipica xerofita come l'Ulex europaeus in ambiente umido, si modifica tutto l'aspetto della pianta che da spinescente e afilla perde le spine e sviluppa le foglie assumendo un habitus del tutto diverso.

Le igrofite presentano un'intensa traspirazione: F. Noll ha dimostrato, confrontando un'igrofita tipica, l'Aristolochia sipho, con un Echinocactus dal corpo sferico, che, a parità dipeso, quest'ultimo ha una superficie traspirante 300 volte più piccola; a questo si aggiunge la profonda differenza strutturale, perché l'A. sipho ha cuticola sottile e un ricco sistema d'intercellulari, mentre l'Echinocactus ha spessa cuticola, sistema d'intercellulari pochissimo sviluppato ecc., cosicché la differenza nella traspirazione diviene ancor più considerevole. Le igrofite dei climi molto umidi posseggono anche numerosi idatodi (v.): G. Haberlandt ne ha trovati nelle foglie di Gonocarpum piriforme, per ogni mmq., 55 nella pagina superiore e 58 nella inferiore. Molte igrofite hanno le foglie disposte verticalmente e lungamente appuntite, così da funzionare come gocciolatoi, facilitando l'eliminazione dell'acqua.