SIGISMONDO, imperatore

Enciclopedia Italiana (1936)

SIGISMONDO, imperatore

Eugenio Dupré Theseider

Figlio di Carlo IV e fratellti di Venceslao, nacque il 15 febbraio 1361, e fu l'ultimo della casa di Lussemburgo. Fin dal 1378 aveva ereditato il margraviato di Brandeburgo, e, fidanzatosi ancora fanciullo con Maria, figlia ed erede di Luigi il Grande, si era assicurato serî diritti alla successione nei due troni di Ungheria e di Polonia. Cinse la corona d'Ungheria nel 1387 e per tutta la vita curò particolarmente gl'interessi di quel paese. Trascurò invece del tutto il Brandenburgo che finì con l'alienare, nel 1388, a Jodoco e Procopio di Moravia; anche il territorio della Neumark, che ereditò nel 1402 dal fratello Giovanni, lo vendette subito all'ordine Teutonico. Morto nel 1410 Ruperto del Palatinato, i principi elettori, divisi in due campi dallo scisma d'Occidente, non seppero accordarsi ed elessero, gli uni Sigismondo (20 settembre 1410), gli altri Jodoco (1° ottobre). E poiché Venceslao, sebbene deposto per indegnità, non aveva rinunciato ai suoi diritti, anche nell'impero si era prodotto uno scisma "tricefalo": ma fu di breve durata, ché Jodoco moriva nel gennaio 1411, e Venceslao cedeva a Sigismondo, che rimaneva unico imperatore, e con una forte posizione personale datagli dai suoi diversi dominî.

La sua condizione di re d'Ungheria lo espose prima degli altri sovrani all'avanzata degli Osmani, e gliene fece comprendere tutto il pericolo, specialmente dopo la disfatta di Nicopoli (1396). Sembra che egli pensasse a una coalizione europea; ma a ogni modo le sue scarse doti di condottiero gl'impedirono di conseguire successi in questo campo. Assai più fruttifera e interessante fu la sua azione nel campo religioso. Fu condotto a occuparsi del più grave problema del tempo, la cessazione dello scisma d'Occidente, specialmente per le condizioni di turbamento religioso in cui si trovava la Boemia, dove risuonava l'accesa parola di Giovanni Hus. Trovandosi Sigismondo in Italia per la guerra contro Venezia, sua avversaria per causa della Dalmazia (che Sigismondo fini per perdere), indusse, anzi obbligò papa Giovanni XXIII a convocare per il 1° novembre 1414 il concilio di Costanza, e si gettò in questa nuova impresa con uno slancio straordinario, confortato in ciò anche dall'opinione pubblica del tempo, che salutò in lui il protettore del concilio, il messia inviato da Dio a terminare il miserando scisma. Efnttivamente si deve a lui se il concilio di Costanza poté svolgere i suoi lavori, nonostante l'avversità del papa. Se a lui personalmente l'azione svolta a Costanza recò alta gloria, non gli fu utile come sovrano, perché, avendo egli consegnato G. Hus al concilio, si attirò l'odio dei Boemi, i quali nel 1419, morto Venceslao, gli rifiutarono la corona che pur gli spettava per diritto ereditario. Le guerre che dovette sostenere contro gli Ussiti ebbero un decorso così sfavorevole, che fu costretto a scendere a patti e solo nel 1436 fu proclamato re di Boemia. Intanto era stato in Italia, dove aveva ricevuto la corona di re d'Italia (Milano 1431), aveva nominato marchese di Mantova Giovanni Francesco I Gonzaga facendosi pagare in contanti l'investitura (1432) e poi era stato incoronato in Roma da Eugenio IV (31 maggio 1433). Mentre in Boemia si preparava una nuova insurrezione contro di lui, egli moriva (9 dicembre 1437), designando come suo successore il duca Alberto V d'Asburgo, marito della sua unica figlia Elisabetta.

Un lato interessante della sua attività è il suo tentativo di riformare l'impero, del quale varî eventi gli avevano dimostrato le cause dell'insanabile debolezza. Ma la costante opposizione degli stati dell'impero e della maggior parte dei principi elettori resero vani i suoi sforzi, e l'unico risultato concreto che se ne ebbe fu la pubblicazione di uno scritto di anonimo, la Reformatio Sigismundi, apparsa poco dopo la sua morte. Ricordiamo ancora due atti politici che ebbero grande importanza per la storia della Germania: nel 1415 egli infeudò la Marca di Brandenburgo a Federico di Hohenzollern burgravio di Norimberga, che gli fu poi sempre devoto alleato entro il collegio dei principi elettori; nel 1423 concesse il principato elettorale di Sassonia a Federico il Bellicoso della casa dei Vettini.

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