Imprunare

Enciclopedia Dantesca (1970)

imprunare

Vincenzo Valente

Parasintetico da ‛ pruno ' (presente anche nel Novellino: " si pensò d'imprunarlo e di guardarlo ", LXXIV; " perciò che 'l ciriegio è finemente imprunato ", LXXXIV); in D. soltanto in Pg IV. 19

Maggiore aperta molte volte impruna / con una forcatella di sue spine / l'uom de la villa quando l'uva imbruna.

I puristi alla maniera del Cesari sentivano " correre l'acquolina alla lingua " per queste bellezze verbali della Commedia, e ne traevano " gran diletico del piacere ". Quasi tutti gl'interpreti recenti spiegano parcamente " chiudere con pruni ", che è il " claudit cum paucis spinis " di Benvenuto. Solo il Mattalia, scomponendo la parola nelle sue implicazioni concettuali, indulge nel sottolineare l'" attentissimo calcolo " linguistico del poeta.

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