Informatica umanistica

Lessico del XXI Secolo (2012)

informatica umanistica


informàtica umanìstica locuz. sost. f. – Campo di ricerche interdisciplinari il cui oggetto è lo studio degli artefatti e dei processi culturali, tradizionale dominio delle scienze umane, nelle loro varie forme espressive (testi, immagini, suoni, video, ecc.), con metodologie, linguaggi e strumenti informatici. In ambito anglosassone, dove questo campo ha avuto la sua maggiore diffusione, è stato a lungo denominato humanities computing; negli ultimi anni tuttavia sembra prevalere l'espressione più ampia e generale di digital humanities. Quella della denominazione non è aspetto meramente terminologico e allude a questioni legate alla concezione, delimitazione e autonomia della disciplina stessa. La storia del rapporto tra discipline umanistiche e metodologie informatiche è stata lunga e complessa: i primi approcci risalgono alla metà del 20° sec., con il progetto di padre Roberto Busa di digitalizzare l’opera completa di Tommaso D’Aquino. Nel corso dei decenni successivi i rapporti tra informatica e scienze umane sono divenuti sempre più frequenti e importanti. Naturalmente l’introduzione delle tecnologie informatiche nelle singole discipline umanistiche è avvenuta con modi e tempi diversi e ciascuna di esse ha sviluppato metodologie e strumenti informatici peculiari. Da queste molteplici esperienze, tuttavia, è progressivamente emerso un insieme di teorie, metodi e pratiche di ricerca comuni e non riducibili al solo apparato teorico e strumentale dell’informatica. Sono al centro di tale insieme i concetti di formalizzazione e di modellizzazione. In generale il metodo dell'i. u. consiste nella creazione di modelli formali degli oggetti e dei processi interpretativi delle scienze umane. Tali modelli formali, implementati in programmi, linguaggi e strutture dati (per es. la Text encoding initiative), consentono di adottare nuovi strumenti di analisi per lo studio dei fenomeni culturali. Il vincolo della formalizzazione, legato alla natura dei processi computazionali, ha conseguenze epistemologiche e metodologiche profonde. Infatti l’incontro con l’informatica impone l’esplicitazione di un metodo e il rigore formale nella rappresentazione degli oggetti e dei processi di analisi, pur nella consapevolezza che non tutta la ricerca nell’ambito delle scienze umane (e non solo) può essere formalizzata entro schemi e programmi prefissati. Dall'incontro con le tecnologie deriva anche una nuova e diversa dimensione della ricerca in quanto lo studioso può inserirsi in una rete interdisciplinare che permette l’utilizzazione di fonti e saperi molteplici. La circolazione e l’intersezione dei saperi è un elemento costitutivo di questa nuova area disciplinare, che può fornire importanti contributi e stimoli sia alle discipline umanistiche tradizionali sia alla stessa informatica. Infine appare evidente come questo insieme di caratteristiche, trasferite sul piano della formazione, risponde anche all’esigenza di nuove figure professionali richieste dalla cosiddetta società dell’informazione, capaci di produrre, selezionare, elaborare, presentare, preservare, analizzare contenuti informativi complessi e sistemi di conoscenze attraverso i nuovi strumenti digitali.