INIZIAZIONE

Enciclopedia Italiana (1933)

INIZIAZIONE

Nicola Turchi

. L'iniziazione è data da un insieme di riti che esprime e consacra il passaggio dell'individuo da uno stato o condizione di vita religiosa e sociale a un altro del tutto nuovo, che si può considerare quasi una nuova vita rispetto a quella antecedente, una rinascita dell'uomo nuovo dopo la morte dell'uomo vecchio. Si può essere iniziati: alla classe degli adulti; a una società segreta; a una società religiosa.

L'iniziazione giovanile, che introduce il giovanetto nella società degli adulti, separandolo da quella delle donne e dei fanciulli, è largamente praticata presso i popoli primitivi ed è la più importante nella vita dell'individuo e costituisce il momento più notevole della vita sociale del clan o della tribù. Essa non coincide necessariamente con l'epoca della pubertà, ma avviene quasi dappertutto a quell'età. Senza la consacrazione sociale della sua condizione di adulto, che rende "perfetta" la sua virilità, il giovane non può né contrarre matrimonio, né prender parte alle discussioni degli anziani, né andare alla guerra. Le cerimonie esprimono appunto il suo distacco dalla società o gruppo al quale fino allora ha appartenuto e la sua aggregazione al gruppo nuovo.

Lo schema dell'iniziazione giovanile che vale, in sostanza, anche per le altre forme, comprende tre serie di riti: riti di separazione, di prova e di aggregazione.

I riti di separazione tolgono il giovanetto al gruppo delle donne e dei fanciulli al quale fino allora ha appartenuto e lo consegnano nelle mani di un adulto che rappresenta gli anziani della tribù, per il periodo d'istruzione e di prova. I riti di prova consistono in istruzioni impartite dagli anziani entro speciali edifici (la "casa degli uomini"), in digiuni, flagellazioni, depilazioni, fumigazioni, limatura o strappamento di denti, circoncisione (v.), subincisione e altre prove dolorose (v. deformazioni e mutilazioni), le quali tutte hanno lo scopo di porre il novizio in comunione mistica con gli spiriti protettori della società o gruppo nel quale deve entrare, i quali spiriti o dei si fanno sentire attraverso manifestazioni varie, soprattutto ronzio del rombo. Le istruzioni degli anziani vertono sulle norme relative ai connubî (v. esogamia), sulle leggi che riguardano il totem della tribù, l'obbligo di obbedire agli anziani, la storia mitica della tribù, il nome e l'essenza dell'essere supremo patrono della tribù e considerato fondatore delle sue istituzioni.

La comunione con il dio è facilitata dallo stato quasi patologico di recettività speciale in cui l'iniziando in quel momento si trova, per cui egli finisce per perdere la coscienza, sviene e quasi muore esalando la vecchia anima per acquistar quella nuova. I riti di aggregazione introducono il neofita nel nuovo gruppo, i cui adepti lo accolgono con danze, e altri movimenti ritmici espressivi dell'avvenuta cooptazione. Questa nuova condizione di vita è espressa dal nuovo nome che spesso l'iniziato riceve, dal nuovo segno (circoncisione, limatura o strappamento del dente, tatuaggi varî) che riceve sul corpo, dal nuovo linguaggio che egli parla con i suoi nuovi compagni.

Così, presso i Yuin (Nuova Galles del Sud) si radunano gli anziani attorno a uno spazio ovale, nel quale vengono fatti entrare i novizî. A ciascuno di essi viene strappato un incisivo e tracciato sul corpo il segno dell'animale totemico, il che costituirà il suo distintivo di aggregazione. Estratto il dente, si ode il ronzio acuto del rombo che è la voce (tuono) dell'essere celeste (Daramulun). Questa presenza del dio fa cadere morti gl'iniziandi e poi rialzare iniziati alla vita tribale.

In qualche caso il rito della morte e risurrezione riveste l'aspetto di una vera e propria rappresentazione drammatica qual'è quella degli Yibai, una delle quattro sottoclassi della tribù dei Wiradyuri (Nuova Galles del Sud), descritta da A. W. Howitt. Qui l'iniziando viene messo in una fossa, come un cadavere, tenendo nelle due mani incrociate il fusto di un alberello, le cui radici riposano sul petto del giacente e la chioma esce fuori della fossa che viene mascherata da zolle erbose. Poi, in seguito a invocazioni ritmiche a Daramulun, l'alberello si muove e in mezzo a danze vertiginose il morto si leva e balla la danza della risurrezione.

Le società segrete non esistono finché la vita sociale è ristretta nell'ambito del clan, perché questo comprende tutti i maschi adulti. Ma quando il clan stesso si sviluppa fino a diventare una tribù con intrusione di elementi estranei al nucleo primitivo, ma che pure fanno parte di quello più ampio, gli appartenenti a quel nucleo finiscono per costituire una società più ristretta, una società segreta, nella quale si entra attraverso un'iniziazione che mette l'iniziato in possesso di poteri speciali e fa degli adepti quasi un'aristocrazia nel seno della tribù.

Le società segrete tendono tutte ad attuare, mediante le cerimonie iniziatiche, una relazione mistica con la divinità patrona della confraternita, divinità o potenza che in genere s'incarna in un dato oggetto, adoperato nelle cerimonie stesse. Hanno un capo, dotato di virtù magiche speciali che regola la vita associata dei confratelli; distintivi, che assimilano gli adepti tra loro e al patrono; un cerimoniale, che si applica minutamente nell'ammissione dei nuovi soci e nell'esplicazione delle prerogative della confraternita; e hanno diversi gradi d'iniziazione ai quali si accede dopo le relative cerimonie di aggregazione. Il rito fondamentale, che è proprio dell'iniziazione al grado supremo e che riveste il candidato delle virtù stesse del patrono, consiste in cerimonie mimetiche della vita e delle azioni di questo, che quasi sempre culminano nella morte dell'iniziando alla sua vecchia vita e nella risurrezione a una vita nuova ottenuta in virtù dei riti e ricca di quelle capacità soprannormali per la cui conquista il candidato si è sottoposto ai riti iniziatici.

Un caso tipico d'iniziazione a questo genere di società segreta è quello degli Ogibway (tribù americana stanziata un tempo presso il Lago Huron), che avevano una società segreta a quattro gradi d'iniziazione per attuare l'unione con il Grande Spirito, fondatore della confraternita. Il rito iniziatico rappresenta la morte e la risurrezione del candidato. Questi viene dapprima colpito dai suoi confratelli, già iniziati, con i loro sacchetti che contengono amuleti carichi di virtù magiche. Al contatto egli deve cadere come morto. Allora i presenti gli pongono sul dorso i sacchetti, provocando così l'uscita dalla bocca della vecchia anima sotto la figura di una conchiglia. Ritornato in vita, il presidente dell'assemblea gli rimette in bocca la conchiglia, il che provoca nuovamente la sua morte. Allora i confratelli gli girano attorno toccandolo con i loro sacchetti, provocando la sua risurrezione definitiva. Risorto, riceve il suo sacchetto dove ripone la conchiglia, veicolo di morte e di vita, e con quello sperimenta la virtù acquisita colpendo i suoi confratelli che cadono al suo tocco per poi rialzarsi.

In queste società segrete sono contenuti in germe quegli elementi mistico-religiosi che avranno la loro piena espansione nei misteri (v.). Questi pure hanno riti iniziatici che separano il candidato dalla società antica e lo aggiungono alla nuova e gli dànno distintivi, titoli, prerogative e cognizioni relative al dio al quale il candidato stesso si è votato. Ma in germe soltanto; perché mentre le religioni di mistero mirano alla palingenesi morale, proiettano nell'oltretomba beato l'effetto delle virtù ottenute mediante il rito e hanno implicita la vocazione universalistica, le società segrete invece mirano all'acquisizione di poteri magici, vogliono garantirsi durante la vita l'uso dei medesimi e limitano rigorosamente agli adepti i vantaggi dell'iniziazione.

I riti dell'iniziazione religiosa presuppongono quindi, come si è veduto, l'esistenza di un'associazione religiosa, sia di carattere privato, prima o a lato delle religioni nazionali (v. associazione: Religione), sia costituente già una chiesa, in senso largo (v. chiesa, X, p. 9). Sono pure in certo senso un'iniziazione nella religione ebraica la circoncisione e il bagno rituale imposto al proselita, e, nella Chiesa cristiana, il battesimo (v. battesimo, VI, pagine 393-394; catecumeno, IX, pagina 442).

Particolari riti d'iniziazione, spesso puramente simbolici o ridotti a una specie di giuoco, talvolta invece accompagnati da giuramenti, ecc., conservano le società segrete del mondo moderno; come riti d'iniziazione si possono anche considerare talune cerimonie, con cui l'iniziando viene ammesso in un gruppo sociale o incomincia una nuova vita: così, p. es., nella vita universitaria dal Medioevo in poi, con l'imposizione ai matricolini del berretto goliardico, ecc.

Bibl.: H. Webster, Primitive secret Societies, New York 1908, trad. italiana, Bologna 1922; J. G. Frazer, Totemism and exogamy, Londra 1920; A. Gennep, Les rites de passage, Parigi 1909; H. Schurtz, Altersklassen und Männerbünde, Berlino 1902; articoli Initiation, Mask, Mysteries, Secret Societies, in Hastings, Encyclopaedia of religion and Ethycs; v. anche: massoneria; società: Società segrete.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata