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Nella diplomazia, in generale, titolo di ogni individuo investito di funzioni diplomatiche, quale che sia la concreta natura della missione affidatagli (politica, economica, di cerimonia), la durata di essa (permanente o speciale), il rango riservatogli. Il progressivo intensificarsi delle relazioni internazionali determinò, all’inizio dell’età moderna, l’opportunità di varie distinzioni e qualificazioni: i. d’affari, cioè per una missione politica; i. stabile o residente, l’organo diplomatico ordinario permanente; i. ad hoc, cioè per missioni speciali.

I. straordinari Classe di rappresentanti diplomatici sorta nel 18° sec., cui era affidata una missione straordinaria. Nella prassi internazionale, gli Stati che non potevano o non intendevano dare ai propri i. ordinari il rango di ambasciatore, originariamente riservato alle grandi potenze, attribuirono loro la qualifica di i. straordinari per assicurare al rappresentante più alti onori di quelli riservati agli inviati ordinari. Affinché il carattere stabile della missione fosse chiaro, a tale titolo si aggiunse quello di ministro, a sua volta seguito dalla qualifica (giuridicamente inesatta) di plenipotenziario.

Gli attuali i. straordinari e ministri plenipotenziari costituiscono, insieme agli internunzi, la seconda delle quattro classi degli agenti diplomatici.

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