Ipàzia ‹-zz-› (gr. ῾Υπατία). - Filosofa (n. Alessandria d'Egitto - m. ivi 415 d. C.), figlia di Teone Alessandrino; scrisse varie opere di matematica e astronomia, oltre che di filosofia neoplatonica, le quali sono andate perdute. Fu maestra di Sinesio. È nota soprattutto per la sua tragica fine: fu linciata dalla folla cristiana della città e i suoi resti furono dati alle fiamme.
(Alessandria d’Egitto, seconda metà del iv secolo - 415) matematica, astronoma e filosofa greca. Vissuta in epoca tardo-ellenistica, figlia di Teone, anch’egli matematico e astronomo, e da lui istruita, si dedicò allo studio della filosofia abbracciando il pensiero neoplatonico e dedicandosi all’interpretazione ...
Filosofa (n. Alessandria d’Egitto - m. ivi 415 d.C.). Figlia di Teone Alessandrino, scrisse di filosofia neoplatonica, di matematica e di astronomia; in partic. commentò Apollonio, Tolomeo e Diofanto. Le sue opere sono andate perdute. Fu maestra di Sinesio. È nota soprattutto per la sua tragica fine, ...
(‛Υπατία). - Figlia di Teone Alessandrino, il commentatore delle matematiche, nata in Alessandria, scrisse di filosofia neoplatonica, di matematica e di astronomia: in particolare commentò Apollonio, Tolomeo e Diofanto. Ebbe corrispondenza con Sinesio. Le sue opere sono andate perdute.
IPAZIA è celebre ...