Nièvo, Ippolito

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Scrittore e patriota (n. Padova 1831 - m. 1861 per naufragio mentre tornava dalla Sicilia nel continente). N. visse intense esperienze intellettuali e militari con una forte volontà di presenza nella vita pubblica. I suoi molteplici scritti mostrano la ricerca di un modello positivo di comportamento morale e politico, e insieme un netto rifiuto del Romanticismo sentimentale. C'è in lui una esigenza di maturità virile, di vigore intellettuale, che egli realizzò partecipando come soldato al seguito di Garibaldi, alla guerra del '59 e all'impresa dei Mille. La sua opera più famosa, il romanzo Confessioni di un italiano, è un imponente affresco di un' epoca, una grandiosa saga del Risorgimento italiano, che attesta una caratteristica inconfondibile della poetica di N.: la varietà delle voci e degli spazi, degli elementi narrativi e linguistici, degli stili e delle intonazioni, che N. vi assume nello sforzo di riprodurre in tutta la gamma delle sue sfumature possibili la molteplicità inesauribile del reale. Esso rappresenta il ponte di passaggio tra il romanzo storico del primo Romanticismo e il romanzo realistico-veristico del secondo Ottocento.

Vita

Nacque da padre di nobile famiglia mantovana e madre proveniente dal patriziato veneziano. Nell'infanzia e nell'adolescenza visse e studiò tra il Friuli, il Veneto e la Lombardia. Si dedicò allo studio del diritto, compiuto dalla fine del 1850 all'univ. di Pavia e dal 1852 all'univ. di Padova. La sua ricchissima attività di giornalista e di scrittore, solcata sin dagl'inizi da forti venature satiriche e umoristiche, ebbe principio in quegli anni. Di ideali patriottici, partecipò ai moti insurrezionali di Mantova nel '48. Nel '57, colpito da un mandato di cattura della polizia austriaca, fuggì a Mialno, dove lo richiamava la preparazione del decennio che sfociò nel '59 e l'amore per la cugina Bice Melzi d'Eril, amore che, in vivo contrasto con le sue idee sulla famiglia, tenne profondamente agitato il poeta, specie dal 1858 in poi, e si rifletté fortemente sulla sua operosità di scrittore, massimamente sulla più originale delle sue creazioni, la Pisana delle Confessioni. Dopo intensa attività patriottica iniziatasi già nel 1848, fu (1860-61) colonnello, vice-intendente, poi intendente, della spedizione dei Mille.

Opere

Intensissima è stata l'attività di N. come scrittore e giornalista. Le poesie (Versi, 1854-55; Lucciole, 1858; Amori garibaldini, 1860), le novelle, particolarmente Il Varmo (1856), due romanzi (Angelo di bontà, 1855; Il conte pecoraio, 1856), due tragedie (Spartaco, I Capuani, 1857) rappresentano i suoi primi tentativi e interessano soprattutto perché aiutano a comprendere la sua opera maggiore, Le confessioni di un italiano, lungo romanzo composto in 8 mesi nel 1858 (pubblicato solo nel 1867, col titolo di Confessioni di un ottuagenario). La narrazione si svolge in prima persona ed è divisa in ventitre ampi capitoli, ciascuno dei quali è preceduto da una sintetica rubrica. L'insieme costituisce l'autobiografia immaginaria dell'ottuagenario Carlino Altoviti, le cui vicende personali si intrecciano con gli eventi politici, dalla caduta della Repubblica di Venezia alla dominazione francese, alla Restaurazione, alle cospirazioni e alle battaglie del Risorgimento, fino al 1858. Quando N. vi si abbandona alla descrizione di caratteri visti attraverso «quel lume di fiaba che è il ricordo», o attinge alla sua diretta esperienza, si delineano felici consonanze dell'ambiente col protagonista, nascono figure indimenticabili (la Pisana, Clara, Giulio del Ponte), interni di mitica bellezza (la cucina di Fratta). Allorché, al contrario, gli eventi storici narrati (dalla caduta della Repubblica di Venezia al 1858) prendono il sopravvento sulle figure, la vastità della tela non è più dominata dall'autore, che indulge allo straordinario e allo scenografico. L'importanza storica del romanzo, tra i Promessi Sposi e i Malavoglia, sta appunto nel tentativo, anche se solo in parte riuscito, di fondere l'interesse storiografico con lo psicologico. Al suo realismo sfumato nella fiaba guardò con vivo interesse molta narrativa contemporanea.

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