IRUDINEI

Enciclopedia Italiana (1933)

IRUDINEI (lat. scient. Hirudinea dal nome del gen. Hirudo L., detti anche Discophora per la forma della ventosa posteriore; it. volg. sanguisughe; fr. Hirudinées, sangsues; sp. Hirudíneos, Sanguijuelas; ted. Blutegel, Egel; ingl. leeches)

Pasquale Pasquini

Nome attribuito dagli zoologi a un gruppo abbastanza omogeneo di animali rappresentanti una classe (Hirudinea) di Anellidi (v., III, p. 230) affini ai Chetopodi ai quali molto si assomigliano per l'organizzazione interna ed esterna. Ectoparassiti di altri animali di cui succhiano il sangue, gl'Irudinei sono caratterizzati dalla presenza di due ventose situate alle estremità del corpo. Sono lunghi in genere pochi centimetri, sebbene qualche specie americana possa raggiungere la lunghezza di 76 cm., a differenza dei Chetopodi sono privi di setole (Autobdellae) eccettuato un genere parassita dei salmoni (Acanthobdellae) che, per tale carattere, è stato avvicinato agli Oligoccheti (Discodrilidi). Come gli Anellidi, anche gl'Irudinei sono spiccatamente metamerici, ma con il corpo compresso dorso-ventralmente e costituito da un numero di segmenti assai minore. A differenza degli Anellidi, nelle sanguisughe la metameria interna non corrisponde a quella esterna, che può risultare di 70-80, un centinaio di segmenti apparenti (annuli) corrispondenti a un massimo di 26 segmenti interni (Hirudo) indipendentemente dalla ventosa anteriore che risulta costituita dalla fusione di più segmenti (4 in Glossiphonia).

La parete del corpo degl'Irudinei è costituita dalla cuticola esterna molto sottile e dall'epidermide, provvista di ghiandole unicellulari, spesso approfondate nel connettivo sottostante, e di cellule di pigmento che dànno una colorazione varia alle diverse specie. In determinati segmenti del corpo (IX, X, XI, nella sanguisuga comune) sono localizzate nell'epidermide particolari ghiandole secernenti i materiali per la formazione del cocoon (vedi appresso) e tali segmenti, detti genitali, costituiscono il clitello la cui presenza, secondo alcuni autori, permette di riunire Irudinei e Anellidi Oligocheti nel gruppo dei Clitellata.

La muscolatura consta di uno strato esterno di fibre circolari e di uno interno di fibre disposte longitudinalmente; vi sono inoltre fibre dorsoventrali, oblique, e fibre radiali disposte fra la parete del corpo e l'intestino. Lo sviluppo notevole delle fibre oblique contribuisce alla riduzione della cavità del corpo che è caratteristica di questi animali. Questo complesso muscolare conferisce al corpo delle sanguisughe una grande contrattilità.

L'apparato digerente s'inizia cefalicamente con la bocca che si apre al fondo della ventosa orale diretta in basso e all'indietro: può essere armata, come nelle Gnathobdellae, di mascelle più o meno sviluppate nelle varie forme; nelle Rhynchobdellae, invece, l'estremità anteriore è retrattile in una specie di tasca e costituisce una proboscide estroflettibile simile a quella dei Gefirei (v.). Seguono la faringe muscolosa che favorisce l'ingestione e il succhiamento del sangue e nella quale sboccano i dotti di speciali ghiandole salivari (nella sanguisuga comune secernenti una sostanza anticoagulatrice del sangue, l'irudina), l'esoíago e un proventriglio o stomaco munito di un numero vario di tasche appaiate (ciechi intestinali) a pareti molto sottili e tappezzate da un epitelio a secrezione acida; seguono: l'intestino propriamente detto, separato dallo stomaco da uno sfintere muscolare, e il retto, dilatato in una tasca stercorale e che termina nell'ano, in genere situato dorsalmente alla ventosa caudale o posteriore.

La cavità viscerale è ridotta a un complicato sistema di canali, di lacune - nelle quali circula il liquido celomatico - che si originano, nello sviluppo, da spazî celomatici: ciò dimostra come il celoma si sia secondariamente obliterato in seguito all'accumularsi in esso di uno speciale tessuto (fibre connettivali) di origine mesenchimale e dei muscoli.

Il sistema vascolare, completamente indipendente dalle lacune celomatiche, è costruito sul tipo di quello degli Anellidi Oligocheti, con un vaso dorsale e uno ventrale riuniti nella regione celalica da anelli vascolari periesofagei e con un seno sanguifero periintestinale. Manca un sistema sanguifero vero e proprio nelle Arhynchobdellae, dove è sostituito, nella sua funzione, dai seni celomatici. Il sangue può essere colorato con emoglobina disciolta nel plasma, che può contenere elementi figurati incolori (Arhynchobdella), oppure è incoloro (Rhynchobdellae).

Gl'Irudinei respirano attraverso la pelle, abbondantemente vascolarizzata da una fitta rete di capillari sanguiferi; alcune forme marine, ectoparassite di Batoidi, sono fornite di delicate appendici funzionanti da branchie.

Il sistema nervoso, come negli Anellidi, è rappresentato dalla catena ganglionare ventrale, compresa in un seno ventrale, la quale cefalicamente, in corrispondenza dell'esofago, si unisce mediante due brevi connettivi periesofagei, a una massa infraesofagea (cervello). I ganglî nervosi degl'Irudinei hanno una struttura più perfezionata di quella dei ganglî degli Oligocheti. Gli organi di senso sono rappresentati da papille sensitive e da organi fotoricettori (occhi), questi ultimi situati al margine della ventosa anteriore (Hirudo) in numero variabile, in altre forme presenti anche all'estremità posteriore o addirittura assenti. Le papille sensitive sono organi di senso segmentali la cui funzione è però ancora dubbia.

Il sistema escretore consiste in nefridî segmentali più o meno modificati nella struttura degli imbuti ciliati che si aprono nel seno celomatico ventrale e che non comunicano, come negli Oligocheti, direttamente con i canali escretori. Questi si aprono all'esterno sulla faccia ventrale del corpo. In alcune forme (Pontobdella) il sistema escretore non è metamerico, ma è rappresentato da un complesso reticolo nefridiale ventrale, comune ai varî segmenti.

Sono animali ermafroditi, ma a ermafroditismo insufficiente: i testicoli, che si originano dalla parete della cavità celomatica, sono numerosi (da 5 a 12 paia) e metamerici, salvo qualche rara eccezione (Herpobdella). Da ciascun testicolo parte un dotto efferente che, insieme con quelli derivati dagli altri testicoli di ciascun lato, sbocca in un deferente unico che si continua nel dotto eiaculatore. I dotti eiaculatori si riuniscono in una porzione comune che porta all'orificio genitale maschile situato ventralmente. Posseggono un organo copulatore alla cui base alcune ghiandole unicellulari costituiscono la prostata; la secrezione di tale ghiandola permette che gli spermî si aggreghino in spermatofore. La gonade femminile è rappresentata da un paio di ovarî racchiusi in sacchi ovarici, ciascuno provvisto di un ovidutto e di un dotto mediano, che termina in un canale a pareti muscolose, la vagina; questa si apre all'esterno lungo la linea mediana ventrale. La fecondazione si compie fra due individui diversi: le uova sono deposte in genere in cocoon, cioè in involucri prodotti dal secreto dei segmenti clitellari (IX-XI) in cui sono raccolte spermatofore, uova, e una certa quantità di albume prodotto dalle pareti dell'ovidutto. In altri casi (Glossiphonia) le uova sono portate sul ventre ove vengono anche trasportati i piccoli appena sgusciati che vi rimangono per qualche tempo attaccati per mezzo della ventosa posteriore.

Nel cocoon le uova, ricche di tuorlo, sono numerose; presentano uno sviluppo simile a quello degli Anellidi Oligocheti, e subiscono una segmentazione a spirale. I primi studî di genealogia cellulare (v.) sono stati appunto compiuti dal Whitman sulla sanguisuga del gen. Nephelis.

Classificazione e habitat. - Gl'Irudinei si dividono in due ordini: Rhynchobdellida e Arhynchobdellida. I primi sono muniti di proboscide, che manca invece negli Arhynchobdellida, e hanno sangue incoloro. Gli Arhynchobdellida, si raggruppano nei due sottordini Gnathobdellida ed Herpobdellida che si distinguono, i primi, per avere la bocca armata di due o tre mascelle a margine dentellato, mentre i secondi sono privi di vere mascelle. Gl'Irudinei contano circa 200 specie diffuse in tutto il mondo, abitatrici degli stagni a fondo fangoso-argilloso con acque tranquille e ricche di vegetazione: durante il giorno, specie ai calori estivi, nuotano attivamente, standosene invece di notte arrotolati su sé stessi con il capo nascosto nella cavità della ventosa posteriore. Fra i Rincobdellidi ricordiamo i generi: Glossiphonia (Clepsine) che succhia il sangue di gasteropodi d' acqua dolce, Marsupiobdella parassita dei granchi in Africa, Haementeria sanguisughe adoperate nel Messico per scopi terapeutici; il gruppo degl'Ictiobdellidi, parassiti, la maggior parte, di pesci marini (Teleostei e Selaci) a eccezione di alcuni generi (Ozobranchus) parassiti di uccelli e di rettili; la Piscicola geometra parassita dei pesci d'acqua dolce; Pontobdella e Branchellion parassite di razze e di torpedini. Fra gli Arincobdellidi ricordiamo i generi Herpobdella (Nephelis) parassita di molluschi e di planarie, Hirudo parassita di rane e di pesci ma che si nutre di preferenza del sangue caldo dei mammiferi; a questo genere appartiene la sanguisuga medicinale (v. sanguisuga); il genere Haemopis, carnivoro che si ciba di vermi, molluschi e larve d'insetti. Alcuni Irudinei di piccole dimensioni del gruppo degli Haemadipsinae (gen. Haemadipsa), abitano le foreste umide del tropico, sull'erba, sui tronchi degli alberi, ove attendono di portarsi sui mammiferi che giungono a loro portata e di succhiarne il sangue (abbondantissimi a Ceylon).

Bibl.: E. Blanchard, Hirudinées d'Italia, in Boll. Mus. Zool: Torino, IX (1894); Apathy, Süsswasser Hirudineen, in Zool. Jahrb. Syst., III (1888); F. E. Beddard, Oligochaeta and Hirudinea, in The cambridge Natural History, II; É. Ébrard, Monographie des Sangsues, Prigi 1857; A. Moquin-Tandon, Monographie de la famille des Hirudinées, Prigi 1846.