ISABELLA d'Inghilterra, regina di Sicilia, imperatrice

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 62 (2004)

ISABELLA d'Inghilterra, regina di Sicilia, imperatrice

Fulvio Delle Donne

Nacque molto probabilmente alla fine del 1214 a Gloucester, quarta figlia, la seconda femmina, di Giovanni, re d'Inghilterra, e di Isabella di Angoulême. Il fratello Enrico III, succeduto al padre nel 1216, si servì di lei per realizzare la sua rete di alleanze attraverso un'accorta strategia matrimoniale. Infatti, già nel giugno del 1220, quando la sorella Giovanna venne promessa in sposa ad Alessandro II di Scozia, nel contratto matrimoniale si voleva inserire una clausola (che però poi non venne ratificata) secondo la quale, in caso di improvvisa indisponibilità di Giovanna, Alessandro avrebbe sposato Isabella. Nel 1225, poi, si pensò di farla sposare con Enrico, re dei Romani, figlio di Federico II; e, qualche anno dopo, con Luigi IX, re di Francia. Solo nel 1234 i progetti matrimoniali di Enrico III d'Inghilterra trovarono esito concreto: infatti, in quell'anno l'imperatore Federico II, rimasto vedovo di Isabella di Brienne, si decise, su istanza di papa Gregorio IX, a chiedere la mano di Isabella. Così, in agosto, l'imperatore svevo inviò in Inghilterra Pietro Della Vigna che, insieme con un cavaliere teutonico, aveva il compito di regolare i preliminari del contratto matrimoniale. I patti furono stabiliti in maniera chiara e conveniente; perciò, alla fine di novembre dello stesso anno, Della Vigna si recò nuovamente in Inghilterra, questa volta con la procura matrimoniale. La nuova ambasceria arrivò in Inghilterra all'inizio del 1235: Enrico III si prese tre giorni per discutere con i vescovi e con i magnati del Regno e, quindi, per dare la sua definitiva approvazione.

In quell'occasione - come ci racconta dettagliatamente Roger di Wendover - fece chiamare la sorella, che alloggiava nella torre di Londra, e la fece portare a Westminster, dove, dopo essere stata attentamente ispezionata, fu ritenuta idonea al matrimonio; quindi le fu messo al dito l'anello nuziale. Il contratto matrimoniale fu stipulato il 22 febbraio: Enrico III diede alla sorella una dote di 30.000 marchi, che dovevano essere pagati entro due anni, nonché un ricchissimo apparato di stoffe preziose, utensili, anelli, monili e altri gioielli, tra i quali spiccava una finissima corona intarsiata, d'oro e pietre preziose, adatta alla dignità imperiale.

La nuova imperatrice fu, quindi, affidata alla custodia del vescovo di Exeter, Guglielmo Brewer, e, disposta ogni cosa, il giorno di S. Giovanni Evangelista, ovvero il 6 maggio, il re organizzò solenni festeggiamenti dinanzi alla porta Latina presso Westminster, dove nel frattempo erano giunti il vescovo di Colonia, Enrico, e il duca Enrico di Brabante. Il giorno dopo, il corteo nuziale, sfarzoso per il gran numero di cavalli pregiati e di eleganti cavalieri, partì da Londra destinato ad arrivare, passando per Canterbury, a Sandwich, dove la sposa si imbarcò con la sua scorta l'11 maggio. La flotta entrò nella foce dello Schelda il 14 maggio e, dopo un altro intero giorno di navigazione, giunse finalmente ad Anversa, in territorio imperiale. Appena approdata, I. fu accolta da un grandissimo numero di preti e chierici festanti, nonché di nobili armati che avevano il compito di proteggerla da eventuali attacchi dei soldati del re di Francia, intenzionato a impedire che la definitiva formalizzazione del matrimonio sancisse l'alleanza tra l'imperatore e il re d'Inghilterra, suo nemico. L'ingente scorta scoraggiò ogni aggressione e il corteo giunse felicemente a Colonia il 20 o il 24 maggio, accolto da una folla di diecimila cittadini che salutarono, con tripudi di fiori e palme, I., che ricambiò quell'entusiasmo levandosi il velo e mostrando il volto. A Colonia rimase per più di sei settimane, in attesa dello sposo che in quel periodo era impegnato a debellare la rivolta del proprio figlio Enrico (VII), re di Germania, accordatosi segretamente con la Lega lombarda. Infine, accompagnata dal vescovo di Colonia, da quello di Exeter e dal resto del suo seguito, si mosse per recarsi a Worms, dove giunse dopo un viaggio di sette giorni. Ad attenderla c'era Federico II, che aveva condotto in quella città il figlio ribelle, nel frattempo catturato. L'imperatore, quando la vide, rimase deliziato della bellezza e della grazia della sposa e il vincolo nuziale venne finalmente formalizzato domenica 15 luglio 1235 con una solenne cerimonia, celebrata dall'arcivescovo di Magonza.

Seguirono quattro giorni di festeggiamenti, ai quali parteciparono in gran numero re, duchi, conti, marchesi e alti prelati. A quanto ci racconta Matthew Paris, Federico non volle trascorrere la prima notte di nozze con la sposa: per giacere con lei aspettò fino all'alba, perché, secondo gli astrologi, quella sarebbe stata l'ora opportuna al concepimento di un maschio. E del fatto che sarebbe nato un figlio Federico fu così sicuro che lo fece preventivamente annunciare al cognato Enrico III, al quale, come pegno della nuova alleanza, promise aiuto contro il re di Francia e inviò tre leopardi. Secondo alcuni cronisti di epoca successiva I. partorì nel 1236, a Ravenna, un figlio maschio, chiamato Giordano, morto poco dopo la nascita: questa notizia sembra priva di fondamento.

Dopo la partenza del corteo inglese, Federico II tenne segregata, per tutto il successivo inverno, la novella sposa ad Hagenau, e I. dovette partorire per la prima volta tra la fine del 1236 e i primi mesi del 1237, quando, probabilmente in Germania, nacque Margherita, destinata ad andare in moglie ad Alberto, langravio di Turingia. Nell'agosto di quell'anno I. giunse in Italia, dove, il 17 o il 18 febbr. 1238, a Ravenna, proprio poche settimane dopo la vittoria imperiale di Cortenuova, nacque, finalmente, l'auspicato figlio maschio: l'evento fu salutato dal sovrano come concepito sotto felice stella e accompagnato dai fasti dell'illustre vittoria. Il bambino, probabilmente, venne chiamato inizialmente Carlo o Carl'Ottone (Carlotto), poi, dopo la morte del fratello ribelle, ne prese il nome e fu battezzato Enrico: egli successe al padre sul trono di Gerusalemme, e morì sedicenne nel 1254.

Comunque, I. seguì sostanzialmente la stessa sorte delle due precedenti consorti di Federico II, che rimasero quasi sempre lontane dal marito e solo occasionalmente lo raggiunsero. Così, sappiamo che, su ordine di Federico, nel settembre del 1238 venne condotta in Puglia, dove fissò la sua residenza ad Andria, mentre, nel dicembre di quello stesso anno, fu accompagnata da Berardo, arcivescovo di Palermo, in Lombardia, dove si trovava anche Federico, che stava combattendo contro i Comuni: nei mesi di febbraio e di marzo del 1239 visse a Noventa, mentre l'imperatore si trovava a Padova. Lo stesso Berardo, poi, nel febbraio del 1240 ricondusse I. nel Regno, più precisamente a Napoli, nel castello di S. Salvatore, l'attuale Castel dell'Ovo, che diventò la residenza dell'imperatrice.

Del contegno di Federico II si mostrò turbato Enrico III d'Inghilterra, che si lamentò del fatto che la sorella non partecipasse alle cerimonie solenni accanto al marito, come sarebbe stato adatto a un'imperatrice, e che non le fosse concesso di portare la corona. Anche Riccardo di Cornovaglia, suo fratello, quando nel 1241 si recò presso Faenza per farle visita, non poté vederla se non dopo alcuni giorni, quando Federico lo permise. Tuttavia, a quanto ci racconta Matthew Paris, era trattata con ogni riguardo e il marito non le faceva mancare giocolieri e musici che potessero arrecarle diletto. Del resto, non dovette essere completamente esclusa dalla vita di corte, se è vero che intrattenne con Pietro Della Vigna uno scambio retorico-epistolare relativo alle virtù della rosa e della viola.

I. morì a Foggia il 1° dic. 1241, partorendo un altro figlio che non le sopravvisse. A quanto si ricava dalla lettera con cui Federico comunicò a Enrico III l'evento, l'ultima volontà di I. era stata quella che i due sovrani continuassero a rimanere alleati. Fu sepolta nella cattedrale di Andria, dove era già stato collocato il corpo di Isabella di Brienne.

Fonti e Bibl.: Ryccardus de Sancto Germano, Chronica, a cura di C.A. Garufi, in Rer. Ital. Script., 2a ed., VII, 2, ad ind.; Annales Marbacenses, a cura di R. Wilmans, in Mon. Germ. Hist., Script., XVII, Hannoverae 1861, ad ind.; Chronica regia Coloniensis cont., a cura di G. Waitz, ibid., ad ind.; Annales S. Pantaleonis, a cura di G. Waitz, ibid., XVIII, ibid. 1880, p. 266; Annales Veronenses, a cura di G.H. Pertz, ibid., XIX, ibid. 1866, p. 10; Rolandinus Patavinus, Chronica, a cura di Ph. Jaffé, ibid., p. 71; Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, a cura di L. Weiland, ibid., Const. et acta publica, II, ibid. 1896, pp. 230-236; Foedera, conventiones, litterae, a cura di T. Rymer - R. Sanderson, I, 1, London 1816, ad ind.; Historia diplomatica Friderici secundi, a cura di J.-L.-A. Huillard-Bréholles, IV-VI, Paris 1855-61, ad ind.; Royal and other historical letters, a cura di W. Waddington Shirley, London 1862, ad ind.; Matthew Paris, Historia Anglorum, a cura di F. Madden, London 1866, ad ind.; Id., Chronica maiora, a cura di H.R. Luard, London 1876-77, ad ind.; Roger de Wendover, Flores historiarum, a cura di H.G. Hewlett, London 1889, ad ind.; Acta Imperii inedita saeculi XIII, a cura di E. Winkelmann, Innsbruck 1880, p. 608; Chronicon Wormatiense, a cura di H. Boos, in Monumenta Wormatiensia. Annalen und Chroniken, Berlin 1893, p. 175; M.A. Everett-Green, Lives of princesses of England, II, London 1849, ad ind.; E. Winkelmann, Geschichte Kaiser Friedrichs des Zweiten und seiner Reiche, I, Berlin 1863; II, Reval 1865, ad indices; J.-L.-A. Huillard-Bréholles, Vie et correspondance de Pierre de la Vigne, Paris 1865, pp. 20-23, 107, 336-338; A. Haseloff, Die Kaiserinnengräber in Andria, Roma 1906, pp. 18 s.; E. Kantorowicz, Federico II imperatore, Milano 1976, ad ind.; W. Stürner, Friedrich II., II, Darmstadt 2000, ad ind.; Dictionary of national biography, X, pp. 499 s.

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