ISÈRE

Enciclopedia Italiana (1933)

ISÈRE (A. T., 35-36)

Emmanuel de Martonne

Dipartimento della Francia sud-orientale, che ha per capoluogo Grenoble (90.748 ab.) e che comprende le due sottoprefetture di La Tour-du-Pin (4451 ab.) e Vienne (25.092 abitanti). Il dipartimento ha in totale una popolazione di 584.018 abitanti (1931; 70 ab. per kmq.) e una superficie di 8289 kmq.

Esso si estende da un lato fino alle cime più elevate delle Alpi e dall'altro lato nella regione prealpina, fino alle porte di Lione. Pochi altri dipartimenti della Francia offrono altrettanta varietà di aspetti fisici, di valore economico e di densità della popolazione come l'Isère nelle sue diverse regioni; tanto che i dati numerici complessivi sono quasi privi di valore.

La parte anteriore corrisponde a un dipresso al Basso Delfinato, paese di colline e di pianure. Le maggiori altitudini (800 m. allo Chambaran) sono qui formate da resti d'altipiani di molassa argillo-sabbiosa del Terziario, coperti da ciottoli antichi molto decomposti che costituiscono un suolo argilloso e sterile, d'onde il nome di Terre fredde. Le zone pianeggianti sono formate da antichi corridoi tra le alture, colmati dai torrenti che uscivano dalla fronte dei ghiacciai quaternarî. Tali corridoi talvolta sono divenuti delle valli asciutte (Bièvre), talaltra sono invece rimasti ingombri di morene e presentano dei laghi (Paladru). Una parte delle Terre fredde, assai scarsamente popolate, è ancora coperta da foreste. Numerosi sono invece i villaggi sugli orli dei corridoi di pianure, dove le colture dei cereali si alternano con i pascoli. Rispetto alle vicine montagne (Alpi e Massiccio Centrale) questa regione offre condizioni favorevoli, la densità della popolazione vi è abbastanza forte, e vi si sono sviluppati molti piccoli centri industriali: Voiron è noto da tempo per le sue telerie, Rives per le sue cartiere. La vicinanza del centro lionese ha dato particolare impulso alle industrie, specie a quella tessile che si è diffusa dappertutto. L'antica città di Vienne, sul Rodano, deve a Lione - di cui tuttavia è più antica - un rinnovamento di vita attestato dai suoi sobborghi.

Il fiume Isère (v.) che dà nome al dipartimento, costeggia per un tratto del suo corso le Alpi in un'ampia vallata dove le sue alluvioni sono tagliate a terrazze. In questa valle, campi e praterie sono disseminati di noci che vengono coltivati per l'esportazione dei frutti freschi, e si trovano numerosi i grossi villaggi, talvolta divenuti piccole città industriali, come Saint-Marcellin e Moirans. A monte della chiusa di Voreppe, con la quale l'lsère taglia le alte catene delle prealpi calcari, separando il massiccio della Grande-Chartreuse da quello del Yercors, si sviluppa il corridoio del Grésivaudan, larga depressione longitudinale, scavata dall'Isère negli strati teneri del Liassico, tra le catene calcari e i massicci cristallini delle alte Alpi, allargata successivamente dai ghiacciai e riempita dalle alluvioni recenti che probabilmente vi hanno colmato un lago. Da molto tempo questa è una delle regioni più ricche e più popolate delle Alpi francesi: la viticultura sul versante esposto a mezzogiorno, i pascoli su quello volto a N., le grasse colture di cereali e le coltivazioni anche delicate (tabacco, alberi da frutto) sul fondo alluvionale, hanno consentito ai villaggi di moltiplicarsi. Lo sfruttamento dell'energia idrica ha trasformato i centri del versante meridionale in altrettanti centri industriali (cartiere, industrie tessili e metallurgiche). È in tale regione che è sorta Grenoble, la città maggiore delle Alpi francesi, centro dell'industria dei guanti, delle industrie connesse col carbone bianco e del turismo alpino (v. grenoble).

L'attività industriale si prolunga attraverso i massicci delle Alpi cristalline (Belledonne, 2984 m.) lungo le gole selvagge del fiume Drac e del suo affluente Romanche, fino al bacino di Bourg d'Oisans. Al di là si erge, coperto di ghiacciai, l'alto massiccio del Pelvoux (Barre des Ècrins, 4103 m.) di cui la maggior parte appartiene al dipartimento dell'Isère.

V. tav. CV.