Isòcrate

Enciclopedia on line

Oratore ateniese (436-338 a. C.). Seguace del sofista Gorgia, aprì ad Atene una scuola per l'insegnamento dell'eloquenza; nelle sue orazioni perorò l'unità panellenica in funzione antipersiana. Invocò di volta in volta l'egemonia sulla Grecia di Atene (380), poi di Filippo di Macedonia (346 e 344) e infine di nuovo di Atene. Morì, deluso, dopo la sconfitta degli alleati greci a Cheronea (338) contro i macedoni. Nonostante il fallimento del suo programma, I. ebbe una fortuna grandissima in tutto il mondo antico per il suo stile e il suo ideale di eloquenza.

Vita e attività

Educato secondo la dottrina sofistica e quella socratica, si perfezionò in Tessaglia presso Gorgia, accettandone la psicagogia, per cui il linguaggio è soprattutto mezzo di persuasione. Fino al 390 fu costretto dal tracollo delle finanze familiari, a causa della guerra del Peloponneso, a esercitare la professione del logografo in Atene scrivendo orazioni giudiziarie a pagamento: ne restano sei, di cui alcune (Contro Eutinoo; Trapezitico) di autenticità contestata. Aprì poi una scuola in cui l'insegnamento dell'eloquenza era base dell'educazione morale e civile, e diede così inizio sotto molti aspetti alla "cultura umanistica". L'orazione Contro i sofisti (390), proclama della nuova scuola (rivolto tanto contro i filosofi "eristici", quanto contro i fautori di una preparazione retorica formale), ebbe vasta eco; suoi allievi furono molti dei più insigni Greci, politici (Timoteo), storici (Eforo e Teopompo), oratori (Iperide e Licurgo), che auspicavano la formazione dell'oratore ideale, quel vir bonus dicendi peritus, cui mirerà tutta l'educazione retorica posteriore. A tale intento corrispondeva lo stile tipico dell'eloquenza di I., esemplare nel genere epidittico, dai periodi di largo movimento, divisi in parti simmetriche, senza iati, dignitosamente ma freddamente levigati. Seguirono scritti polemici, Busiride ed Encomio di Elena (nei proemî egli polemizzava rispettivamente con Policrate, autore di uno scritto ostile a Socrate, e con gli eristici, cioè Platone e la sua scuola); poi I. passò a una attività in cui l'eloquenza si faceva banditrice degli ideali panellenici della concordia interna e della lotta contro il barbaro persiano. La sua opera pubblicistica durata un quinquennio (I. non esercitò mai la politica attiva) fu tesa verso l'unità politica della Grecia, anche se non riuscì a comporre il dissidio fra il particolarismo delle singole città e l'unità nazionale. I. auspicava l'unità dei Greci sotto un egemone; nel Panegirico (380) invocava l'egemonia di Atene; nel Plataico (forse del 373) difendeva il programma della seconda lega navale attica contro Tebe, ma già volgeva l'attenzione più a uomini singoli che a città. Sono degli anni intorno al 370 le esortazioni e gli elogi dei re greci di Salamina e di Cipro, difensori dell'ellenicità contro il Persiano: il Nicocle, l'A Nicocle e l'Evagora. Poi si rivolse ad Alessandro di Fere, a Dionisio di Siracusa, ad Archidamo di Sparta. Disilluso da questi vani appelli, durante la guerra sociale (357-55) insisté presso i suoi concittadini, con le orazioni Per la pace e l'Areopagitico, sulla necessità di abbandonare la tirannide per l'egemonia e di dare maggiore autorità all'Areopago. Nell'Antidosi difende tutta la sua vita di maestro e fa l'elogio di Timoteo, esempio di egemonia non tirannica. Nel 346, e ancora nel 344, I. si appellò a Filippo di Macedonia ma invano. Egli espresse la sua delusione nel Panatenaico (fra il 342 e il 339), in cui riafferma la sua fede nelle città greche e soprattutto in Atene. Secondo la tradizione si lasciò morire d'inedia pochi giorni dopo la sconfitta di Cheronea (338), per il dolore della rovina della patria. Moriva così il più appassionato teorico di una unità che si conciliasse con la libertà. Il ritratto di I. è noto da un bustino marmoreo iscritto (Roma, Villa Albani), derivato da un originale del 4° sec. a.C.; l’amico Timoteo aveva dedicato a Eleusi una statua-ritratto di I., opera di Leocare. Una sua statua bronzea era nell’Olimpieo di Atene.

CATEGORIE
TAG

Guerra del peloponneso

Sconfitta di cheronea

Dionisio di siracusa

Filippo di macedonia

Alessandro di fere