ZANTE, Isola

Enciclopedia Italiana (1937)

ZANTE, Isola (A. T., 82-83)

Aldo Sestini
Doro Levi
Angelo Pernice

Zante è una delle Isole Ionie, la terza per estensione misurando kmq. 401 di area. L'isola si solleva da una piattaforma sottomarina comune con Itaca e Cefalonia, ma è separata dalla costa occidentale del Peloponneso da un braccio di mare (largo 16 km.) dove le profondità massime si aggirano sui 500 m. Ancora più profondo è il mare a ovest dell'isola, e l'isobata di 1000 metri può trovarsi a soli 6-7 km. dalla costa.

L'isola è allungata da NO. a SE. per una lunghezza di km. 37, mentre la sua larghezza massima è di km. 17; il contorno costiero misura km. 123. La metà occidentale dell'isola è montuosa, la parte orientale collinosa, quella centrale piana. Le montagne occidentali formano un lungo e compatto rilievo, dalla punta più settentrionale (C. Schoinári) a quella più meridionale dell'isola (C. Marathiãs). Elevata solo 300-400 metri presso le estremità, la catena si rialza nella parte mediana dove diverse cime, pur sempre dalle forme arrotondate, si avvicinano ai 700 metri o li superano (M. Vrachionás, metri 844, o 758 secondo altre fonti). In questa zona mediana si aprono valli e bacini più o meno carsificati, e dal fondo ricoperto di terra rossa. La catena occidentale è infatti costituita interamente di calcari mesozoici (almeno in massima parte cretacici), di solito bianchi e puri, talora con selce o marnosi, piegati ad anticlinale. Numerose sono le grotte scavate in questi calcari. Sul fianco orientale della montagna si addossano terreni assai più recenti, cioè brecce e conglomerati pliocenici, a sud anche miocenici e forse eocenici. Qui, presso il piccolo seno di Kerí, si hanno manifestazioni di bitume e petrolio, ricordate già da Erodoto.

Le colline, lungo la costa orientale non formano un rilievo continuo né. di costituzione uniforme. La maggiore altura è il M. Skopós (m. 502), che si erge ben distinto e ripido dal mare, in forma quasi conica, e si prolunga verso SE. in un basso dossone collinoso, che forma una svelta penisoletta, la quale, con quella più massiccia del C. Marathiãs, racchiude un largo golfo poco profondo, aperto a sud. Il M. Skopós è costituito da sedimenti miocenici fortemente inclinati: conglomerati duri, gessi, marne arenacee e marne fogliettate, molasse, ecc. Presso la cima sembra che affiori anche l'imbasamento mesozoico, mentre il Pliocene compare di nuovo nella penisoletta sud-orientale.

Una seconda collina, pure situata presso la costa, si erge a NO. dello Skopós e porta il vecchio forte di Zante; la cittadina omonima (v. sopra), capoluogo dell'isola, si stende al suo piede. Questa collina, elevata solo 202 metri, è costituita da terreni pliocenici, anch'essi fortemente inclinati; sono marne e argille azzurre, incise da tipici calanchi sul versante che guarda la città. Anche un terzo gruppo di colline, più a NO., ha le sue massime altezze intorno a 200 m. ed è costituito in massima parte dal Pliocene (argille azzurre, calcari concrezionati e arenacei, calcari conchigliferi). Anche il Miocene, mal distinguibile, vi compare in alcuni punti.

La pianura centrale dell'isola, lunga 18 km. e larga fino a 9, è bassa e alluvionata, ma emergono qua e là poggetti di terreni pliocenici e verso SO. anche miocenici. La pianura raggiunge il mare a nord tra le colline plioceniche e la montagna calcarea, lungo una costa dolcemente incurvata (dove sono impiantate piccole saline), a est tra la collina del forte e le pendici dello Skopós, e più estesamente a sud sull'ampio golfo meridionale. Qui è orlata da una linea di dune ed è in parte paludosa. La pianura è la zona più fertile dell'isola e, ben coltivata, mantiene una numerosa popolazione. Però gl'insediamenti umani hanno preferito situarsi al margine della montagna e sulle colline, in posizione più salubre.

La pianura, accompagnata ai due lati da terreni pliocenici, rappresenta probabilmente una zolla sprofondata; Zante è terra eminentemente sismica, e ha avuto a soffrire più volte gravissimi danni per i terremoti, per esempio nel 1840, nel 1893, nel 1912. Si fanno sentire di frequente anche rombi e boati non accompagnati da agitazione tellurica.

Il clima di Zante, se si tolgano le parti più elevate delle montagne occidentali e le loro conche carsiche, è tipicamente mediterraneo. La temperatura media del gennaio (Zante città) è di ben 11,8; l'inverno è dunque mitissimo, l'estate però è alquanto calda, poiché l'agosto (mese più caldo) ha una temperatura media di 27,1. Il cielo è molto sereno: la nebulosità media arriva solo a 3,5, ma le precipitazioni sono abbondanti (Zante città, mm. 1112 all'anno) e cadono specialmente nell'inverno. Il mese più piovoso è il dicembre, mentre l'estate è quasi del tutto secca. La neve è molto rara, mentre è piuttosto frequente la nebbia.

Tali condizioni climatiche rendono l'isola particolarmente adatta alle tcolture mediterranee, le quali costituiscono la ricchezza della laboriosa popolazione. La massima produzione è data dalla zona pianeggiante che sembra tutta un giardino, intensamente coltivata a oliveto presso i margini, in continuazione della fascia di oliveti delle colline e delle basse pendici dei monti, e, nella parte centrale, a vigneti, che dànno uva da vino e uva passa (uva di Corinto). Numerose case coloniche e ville sono sparse per la campagna e accrescono varietà al paesaggio, circondate come sono da gruppi di fichì e di olivi. Le montagne occidentali quasi soltanto nelle conche rivestite di terra rossa offrono possibilità di coltivazione; in massima parte esse servono solo come pascoli per il bestiame ovino e caprino, del resto non abbondante. Piccolissimi vi sono i residui del bosco.

Nella produzione agricola di Zante il maggior valore spetta all'uva passa (industria introdotta nell'isola solo verso la metà del sec. XVI), seguita dall'olio e poi a grande distanza dal vino, dal grano, dagli agrumi, dai fichi, dalle mandorle. Questi sono anche i principali generi d'esportazione, mentre gli articoli d'importazione consistono in prodotti industriali (l'isola è priva di vere industrie), cereali, legname, ecc. Il commercio di Zante si svolge quasi esclusivamente per il porto del capoluogo.

La popolazione di Zante è mista di sangue italiano. La maggior parte dell'aristocrazia di Zante ripete da Venezia la sua origine; il dialetto veneziano (e quindi l'italiano), già lingua dominante, ha lasciato durevoli tracce nell'attuale dialetto greco, che contiene tuttora numerosi italianismi. Nella seconda metà del sec. XVIII e nella prima metà del XIX, la popolazione è fortemente aumentata; da 25.300 ab. nel 1766 passò a 33.300 nel 1811, a 44.500 nel 1879, per raggiungere il massimo di 45.032 nel 1896. Tale aumento è andato soprattutto a beneficio della pianura e della zona marginale dei rilievi, dove si coltiva l'uva di Corinto. Successivamente la popolazione è diminuita (37.500 ab. nel 1920), per tornare ad accrescersi un po' negli anni successivi. All'epoca del censimento del 1928, Zante contava 40.469 ab., popolazione già fitta per un paese esclusivamente agricolo (100 ab. per kmq.). Circa il 30% della popolazione è concentrato nel capoluogo, mentre il rimanente è ripartito in numerosi villaggi e case sparse.

L'Isola di Zante, con due piccolissimi isolotti vicini (nel golfo meridionale), forma una provincia a sé, estesa kmq. 403, con 40.492 abitanti.

Storia. - Secondo la tradizione, l'isola, da prima chiamata Irie, sarebbe stata colonizzata da Zacinto, figlio di Dardano, venuto da Psofide di Arcadia, donde avrebbe preso il nome l'acropoli della sua capitale omonima; Tucidide conferma che gli Zacinzî erano dei coloni achei dal Peloponneso. Sembra che la colonia fosse fiorente sino da antica data, poiché in età assai remota (secondo la leggenda già 200 anni prima della guerra di Troia) gli Zacinzî avrebbero partecipato, insieme con i Rutuli di Ardea, alla fondazione di Sagunto in Spagna. Ma questa è ritenuta da molti critici una semplice leggenda etimologica. L'isola fu spesso rifugio di fuggiaschi da Sparta; essendo una stazione navale eccellente per la sorveglianza delle coste del Peloponneso, fu attirata dal generale ateniese Tolmide nell'alleanza di Atene (455 a. C.), e fu dalla parte di questa durante la guerra del Peloponneso: per tale ragione il comandante spartano Cnemo già nel 430 ne tentò invano un'invasione; gli Ateniesi invece vi trovarono un'ottima base navale nella loro impresa contro Pilo. Gli Zacinzî sono poi nominati fra gli alleati autonomi di Atene durante la spedizione di Sicilia. Dopo la guerra del Peloponneso l'isola sembra però essere passata sotto il predominio spartano: infatti nel 374 a. C. il generale ateniese Timoteo, ritornando da Corfù, sbarcò nell'isola e aiutò a stabilirsi in un posto fortificato alcuni esuli Zacinzî, probabilmente del partito antispartano: e Sparta, chiamata in aiuto dal governo dell'isola, vi inviò una flotta di 25 navi. L'isola ospitò Dione di Siracusa esiliato dal tiranno Dionisio II e lo aiutò nel suo tentativo di conquistare la Sicilia (357 a. C.); dal 217 a. C. la troviamo in possesso dei Macedoni. Nel 211 a. C. il pretore romano M. Valerio Levino occupò tutta la città di Zante a eccezione dell'acropoli; riconsegnata l'isola a Filippo, fu definitivamente conquistata dai Romani nel 191 a. C. Nella guerra mitridatica fu invano attaccata da Archelao, generale di Mitridate.

Fu in seguito saccheggiata dai Vandali, dai Saraceni e dai Normanni, ma fino al sec. XII, come le altre Isole Ionie, fu sotto il dominio bizantino. Nel 1185 fu conquistata, con Corfù, Cefalonia e Santa Maura, da Margaritone da Brindisi. Fu quindi possesso degli Orsini, conti palatini di Cefalonia, dal 1194 al 1328, dei Tocco dal 1328 al 1479. In quest'anno essa fu occupata dai Turchi, il cui dominio però fu effimero: nel 1481 Antonio Tocco riuscì a riconquistarla. Non potendo poi egli difenderla dagli Ottomani la cedette, nel 1484, a Venezia, che ne mantenne il possesso fino al 1797. Il lungo e innterrotto dominio di Venezia lasciò nell'isola impronte indelebili. Il dominio veneziano ebbe fine con la caduta della Repubblica nel 1797. Passata, in forza del trattato di Campoformio, ai Francesi, Zante fu aggregata al dipartimento del Mare Egeo. Nel 1800, perduta dai Francesi, entrò a far parte della repubblica settinsulare sotto il protettorato russo. I Francesi la rioccuparono nel 1807; ma due anni dopo essa cadde in potere degl'Inglesi, i quali, impadronitisi anche di Corfù, Cefalonia, Santa Maura, Cerigo e Paxo, formarono gli Stati Uniti delle Isole Ionie, posti sotto il protettorato inglese. I lord alti commissarî inglesi, che furono in generale dei filelleni, ressero le isole con molto tatto e fecero del loro meglio per promuoverne la cultura e il benessere economico: ciò tuttavia non impedì che nelle isole si diffondesse dopo il 1821 il desiderio di unione alla Grecia. Nel 1821 e negli anni seguenti scoppiarono a Zante dei moti antibritannici e quando, nel 1850, Gladstone, accompagnato dal suo amico napoletano G. F. Lacaita, fece un viaggio nelle isole per rendersi conto dell'opinione pubblica ivi esistente, si tennero, anche in Zante, delle clamorose manifestazioni per l'unione alla Grecia. All'abbandono delle isole il governo britannico s'indusse dopo la rivoluzione che costò il trono ellenico a Ottone di Baviera; per il trattato del 14 novembre 1863 Zante, con le altre isole, fu unita alla Grecia.

Bibl.: O. Riemann, Recherches archéologiques sur les îles Ioniennes. III, Zante, Parigi 1880 (Bibliothèque de l'École Française, 18); J. Partsch, Die Insel Zante, in Peterm. Mitteil., 1891; A. Issel, Cenni sulla costituzione geologica e sui fenomeni geodinamici dell'Isola di Zante, in Boll. Comit. geologico ital., 1893; Arciduca Salvatore d'Austria, Zante, Praga 1904.

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