SOCIETÀ, Isole della

Enciclopedia Italiana (1936)

SOCIETA, Isole della

Giuseppe Gentilli

SOCIETÀ, Isole della (A. T., 164-165).-Arcipelago dell'Oceania, compreso tra 148° e 155° O., e 16° e 18° S.; con 1647 kmq. e 27.614 ab. nel 1933. La batimetria rivela la presenza di una piattaforma ellittica, con l'asse maggiore orientato ONO.-ESE., alla profondità media di 3000 a 4000 m., comprendente due piattaforme minori inscritte, di cui la settentrionale più estesa regge le nove isole Sottovento, la meridionale le cinque Sopravento, dando così origine a una suddivisione naturale del gruppo insulare.

L'origine vulcanica delle isole maggiori è evidentissima, per quanto tracce di sienite tra le rocce di Tahiti facciano pensare a una possiblle presenza di rocce antiche nei terreni profondi. Parte importante hanno le costruzioni coralline, che cingono più o meno completamente tutte le isole. Il clima è buono, per l'influenza predominante degli alisei, ma non mancano violenti cicloni, per quanto meno frequenti che nel Pacifico occidentale. L'escursione annua è naturalmente minima, da 24°,3 in luglio a 29° in febbraio, e le precipitazioni raggiungono una media annua di 1135 mm. (Papeete). La posizione oceanica delle isole ha influito fortemente sul popolamento vegetale ed animale: le piante spontanee rappresentavano solo mezzo migliaio di specie, comprese le crittogame. Alberi, pochi: una specie di banano, l'albero del pane, il cocco, il noce d'areca, il bambù, varî Ficus e inoltre due specie spontanee di canna da zucchero. Pochissime le piante a fiori appariscenti, mancando quasi del tutto gl'insetti pronubi. L'uomo ha cambiato moltissimo l'aspetto del manto vegetale delle isole: oggi le coltivazioni sono rivolte principalmente al cocco, all'arancio, alla vaniglia, con buon esito, mentre il caffè e il tabacco prosperano meno bene, e il cotone e la canna da zucchero soffrono per la crisi economica e per la mancanza di mano d'opera indigena. Piante importate, di minor importanza economica, sono il mango, la papaia, la sapotiglia, il lauro americano ed altre.

Le specie animali accentuano ancora il carattere oceanico del gruppo, con l'assenza completa dei Mammiferi, tolti i topi e piccoli pipistrelli, e la presenza di varie specie dì Uccelli, tra cui un uccelletto mellivoro rosso, un piccolo colombo coronato, l'airone azzurro, il fetonte o uccello dei Tropici, sono i più caratteristici: numerosissimi gli uccelli di mare, fregate, procellarie, gabbiani ed altri. Domestici già prima della scoperta delle isole erano cani e maiali: ora si allevano altre specie domestiche, ma non tutte prosperano.

Non vi sono differenze notevoli tra le varie isole per quanto riguarda le coltivazioni e le occupazioni agricole prevalenti. Economicamente, sono di maggior importanza le Sopravento.

Di gran lunga la più estesa è Tahitì (v.), in cui si trova Papeete la capitale degli stabilimenti francesi dell'Oceania. Moorea, chiamata anche Eimeo, misura 132 kmq. e conta 2011 ab. E interamente contornata da costruzioni coralline, che lasciano solo due entrate libere sulla costa settentrionale, in corrispondenza alle due insenature di Papetoai e di Paopao, detta pure di Cook. L'isola è vulcanica e di forme fortemente incise e rilevate, con una ossatura montana a forma di V, aperta a nord, e con la massima altezza al vertice, dove il monte Tohivea tocca 1212 metri. Sulla riva del mare sorgono varî villaggi: Teaharoa e Teavaro alla punta nordest, Papetoai sull'insenatura omonima, Marae e Haapiti sulla riva sud-ovest, Afareaitu su quella sud-est. Tetiaroa, Mohetia e Tubuaimanu (Maiao Iti) sono poco importanti.

Le isole Sottovento misurano insieme 383 kmq., con una popolazione di 8583 abitanti. La più estesa è Raiatea, con 192 kmq., importante perché il suo porto, Uturoa, è capoluogo del gruppo insulare. È un'isola aspra nelle forme, con una cima di 1033 metri, quota più elevata di tutto un piccolo sistema. Il rilievo determina i boschi del versante meridionale, mentre il settentrionale è più arido. Le costruzioni coralline sono molto estese, e cingono con Raiatea anche Tahaa, più piccola, pure aspra ed elevata, ma lasciando varî passaggi, come alla bella baia di Faaroa. Huahine è formata da due isolette cinte dalla stessa cerchia corallina, che lascia un buon passaggio al porto di Fane, sulla costa occidentale, ampio e sicuro: le isolette erano unite un tempo da un sottile istmo che la marea ricopriva. Sono relativamente molto popolate, per la fertilità della zona marginale pianeggiante.

Bora-bora è piccola e non molto popolata, ma va ricordata per il rilievo caratteristico: da una base piana e bassa sorge ripido un monte di 800 metri. Le isolette di Motu Iti e Maupiti hanno poca importanza, gli atolli Scilly e Bellingshausen dànno invece una certa quantità di madreperla. Mopelia è un atollo disabitato.

I prodotti principali, oltre ai vegetali già ricordati, sono: dalla pesca, perle e madreperla; dall'industria, copra lavorato, zucchero e rum; dai giacimenti, fosfati. Il valore delle importazioni eccede notevolmente quello delle esportazioni: s'importano principalmente tessuti, grano, metalli lavorati, mentre sì esportano copra, madreperla, vaniglia, noci di cocco, e fosfati.

La New Zealand Co., sovvenzionata dalla Francia, mantiene una linea mensile transpacifica con scalo a Papeete.

La scoperta delle Isole della Società data dal 1767, ad opera di Wallis, per quanto forse esse sieno state viste da Quiros nel 1606; nel 1768 Bougainville trovò loro il nome - riferito a Tahiti - di Nuova Citera, sostituito un anno dopo da Cook con quello attuale, in onore della Reale Società Geografica di Londra. Gli indigeni erano riuniti sotto il governo di Pomaré, residente in Tahiti, da cui dipendevano le altre isole Sopravento e le Paumotu. Le Sottovento erano monarchie indipendenti. Dal 1797 data la prima missione protestante inglese, dal 1836 la prima cattolica francese. L'urto era inevitabile, e varie vicende condussero all'annessione delle isole alla Francia, nel 1842. Un conflitto scoppiato poco tempo prima con alcuni Inglesi residenti aveva suscitato scalpore in Europa, e l'Inghilterra ottenne la revoca dell'annessione. Fu stabilito il protettorato francese che durò fino al 1880, anno in cui il re Pomaré V rinunciò ai suoi diritti in favore della Francia, che ebbe così Tahiti con le Sopravento, le Paumotu, le Gambier, e le Tubuai. Le Sottovento erano sempre rimaste indipendenti, dalla convenzione franco-inglese di non ingerenza in tali isole datante dal 1847: nel 1880 la Francia ottenne di poter annettere Raiatea e nel 1887 le altre isole.

Bibl.: Th. Arbousset, Tahiti et les îles adjacentes, Parigi 1867; J. Nadeaud, Énumération des plantes indigènes de l'île de Tahiti, Parigi 1873; H. Le Chartier, Tahiti et les colonies françaises de la Polynésie, Parigi 1887; D. Hort, Tahiti, the Garden of the Pacific, Londra 1895; L. G. Seraut, Tahiti et les Établissements français de l'Océanie, Parigi 1906; H. Courtet, Nos établissement en Océanie, Parigi 1920; v. inoltre alla voce tahiti.

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