Marianne, Isole

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(sp. Islas Marianas) Arcipelago della Micronesia (1018 km2 con 86.616 ab. nel 2007; esclusa l’isola di Guam 549 km2 e 175.877 ab.), situato circa 2400 km a E delle Filippine. È costituito da 15 isole principali, che si estendono da N a S formando un ampio arco corrispondente a una catena vulcanica di cui le isole sono vette emerse, circondate o ricoperte, nella sezione meridionale dell’arcipelago, da spesse formazioni coralline. Nella parte retrostante tale arco è presente un bacino marginale in attiva espansione (Mar delle Filippine), impostato su crosta oceanica. L’isola maggiore è Guam (561 km2), nella sezione meridionale dell’arcipelago; in quella settentrionale le più estese sono Saipan (122 km2), Tinian (101 km2) e Rota (85 km2). Montuose e fertili, con molte delle cime vulcaniche (700-900 m) ancora attive, le isole sono popolate dai discendenti dei nativi Chamorro, da Micronesiani e Giapponesi; solo le più settentrionali sono disabitate. La vegetazione originaria è in gran parte distrutta e sostituita da quella comune del Pacifico. L’economia si basa soprattutto sulle rendite derivanti dall’affitto delle basi militari agli Stati Uniti e sulle attività a queste collegate. Altre risorse sono l’agricoltura, le attività industriali e il turismo. I principali prodotti di esportazione sono noci di cocco, banane, zucchero e ananas. Di modesto rilievo l’allevamento di bovini e suini.

Le M. furono scoperte nel 1521 da F. Magellano, che le chiamò ‘Isole dei ladroni’. Furono ribattezzate con il nome attuale, in onore di Marianna d’Asburgo regina di Spagna, dai missionari gesuiti spagnoli giunti nel 1668. Gli Spagnoli dominarono fino al 1898, quando, dopo la guerra ispano-americana, Guam passò agli USA. Nel 1899 le altre isole furono vendute dalla Spagna alla Germania, per passare dopo la Prima guerra mondiale sotto il mandato del Giappone, che vi estese la propria sovranità nel 1935. Durante la Seconda guerra mondiale le M. furono occupate dagli USA, cui furono affidate dalle Nazioni Unite in amministrazione fiduciaria (1947). Negli anni 1970 la popolazione delle M. settentrionali (tranne quella di Guam, che ha la condizione di territorio non incorporato e ospita un’importante base statunitense) decise di non perseguire l’indipendenza, ma di legarsi ancor più agli USA; nel 1978 entrò in vigore il Commonwealth in unione politica con gli USA. Il 3 novembre 1986 gli abitanti dell’arcipelago sono diventati cittadini americani. Il 22 dicembre 1990 le M. settentrionali sono divenute un territorio incorporato dagli USA e dotato di autogoverno.

La cultura degli isolani presentava all’epoca della scoperta i caratteri comuni ai Micronesiani: sviluppo della navigazione con il bilanciere e a vela, economia basata sulla pesca e sull’agricoltura, vestiario minimo in fibre vegetali, capanne su palafitte con tetto a spioventi, sfruttamento dell’osso, delle conchiglie e dei denti di squalo per le armi e gli attrezzi agricoli o da pesca. Progredita l’intrecciatura e conosciuta la ceramica. I defunti erano seppelliti, ma i loro teschi, cui si attribuivano poteri magici, si conservavano nelle case.

Fossa delle M. Fossa del Pacifico, a E delle Isole M. meridionali. Ha la forma allungata comune alle maggiori depressioni del fondo del Pacifico occidentale. Il margine orientale culmina nella cresta sottomarina da cui emergono le M., e scende con pareti ripide; a E la pendenza è minore e comunica con la vasta depressione detta Fossa di Brooke.

Nel 1951 la nave inglese Challenger II rilevò, tra Guam e Yap, una profondità di 10.863 m; misurazioni nel 1959 (nave sovietica Vitjaz), nel 1960 (J. Piccard e D. Walsh con il batiscafo Trieste) e nel 1982 hanno accertato profondità maggiori: in quel tratto della fossa (Abisso Vitjaz o Abisso Challenger) si scenderebbe a 11.034 m.

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