SALOMONE, Isole

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Salomone, Isole

Anna Bordoni
Silvia Moretti
VOL 3 Tab Salomone 01.jpg

Geografia umana ed economica

di Anna Bordoni

Stato insulare dell'Oceania, nell'Oceano Pacifico occidentale. La popolazione (409.042 ab. al censimento 1999) cresce a un ritmo intenso (2,6% annuo nel periodo 2000-2005) grazie a un elevato coefficiente di natalità (30‰ nel 2005) cui fanno riscontro un basso coefficiente di mortalità (3,9‰) e una totale mancanza di flussi migratori. La capitale, Honiara (56.000 ab. nel 2003), è l'unica città di un certo rilievo demografico ed economico.

Il 2 aprile 2007 le isole sono state investite da uno tsunami provocato da un terremoto di intensità pari a 8,1 gradi della scala Richter. L'economia dell'arcipelago rimane una delle meno sviluppate della regione: i progressi sono ostacolati dalla mancanza di infrastrutture, dall'inclemenza del clima, dall'alta crescita demografica e dalle fluttuazione sui mercati internazionali dei prezzi dei prodotti agricoli e forestali esportati (noce di cocco, da cui si ricava la copra, cacao e legname). Tra il 1995 e il 2004 il PIL ha registrato un decremento medio annuo dell'1,6%, su cui hanno influito gli aspri scontri che hanno segnato i primi anni del 21° sec. (dal 2003 è presente sulle isole una forza multinazionale di pace; v. oltre: Storia). Tuttavia, grazie agli aiuti forniti dagli Stati dell'area del Pacifico, il governo è riuscito a migliorare le finanze pubbliche e a ridurre il deficit, e il PIL è tornato a crescere (3,6% nel 2003, 4,5% nel 2004 e un'analoga percentuale nel 2005). Questa inversione di tendenza è stata stimolata anche dai positivi risultati del settore pesca e dai buoni raccolti che ha registrato il cacao. Sono ricomparsi anche gli investitori stranieri, particolarmente interessati alle prospezioni al fine di accertare la presenza di giacimenti di oro, nichel e diamanti.

Storia

di Silvia Moretti

Nei primi anni del nuovo secolo l'instabilità politica dell'arcipelago degenerò in violenza e criminalità diffuse, alimentate dai forti contrasti tra gli immigrati dell'isola di Malaita e gli abitanti di Guadalcanal. Disordini su larga scala scoppiarono nei primi mesi del 2000 e, nel mese di giugno, un colpo di Stato organizzato dal Malaita Eagle Force (MEF) costrinse alle dimissioni il primo ministro B. Ulufa'alu. Nei mesi successivi, mentre nel Paese si riaccendeva lo scontro tra i militanti dell'organizzazione di guerriglia malaitiana e i ribelli dell'Isatambu Freedom Fighters (IFF), in seguito più noto come Isatambu Freedom Movement (IFM), il Parlamento procedeva all'elezione a capo del governo dell'ex ministro delle Finanze, M. Sogavare, leader del People's Progressive Party (PPP). Nell'ottobre 2000, intanto, i principali gruppi ribelli siglarono gli accordi di pace di Townsville, sottostando all'ingiunzione di riconsegnare le armi. Nel Paese, tuttavia, permaneva una pericolosa instabilità; nelle elezioni del dicembre 2001 il PPP, al governo dopo il colpo di Stato del giugno 2000, subì una secca sconfitta, e alto fu il numero di candidati indipendenti eletti. Dopo una difficile consultazione, A. Kemakeza, leader del People's Alliance Party (PAP), fu nominato primo ministro. Tra il 2002 e il 2003, di fronte all'escalation di violenze, il governo mostrava tutta la sua impotenza, bersagliato anche dalle critiche per episodi di cattiva amministrazione. In seguito agli assassini del ministro della Gioventù e dello Sport (ag. 2002), e di un membro del National Peace Council (febbr. 2003), e all'istituzione di una commissione incaricata di monitorare l'attuazione degli accordi di pace del 2000, furono intensificate le ricerche di H. Keke, leader della Guadalcanal Liberation Force (GLF), responsabile di numerosi attentati e azioni di guerriglia, e il governo fu spinto a cercare l'aiuto della comunità internazionale. Un contingente di pace diretto dall'Australia (Regional Assistance Mission to the Solomon Islands, RAMSI), si dispiegò nel Paese nel luglio 2003, contribuendo a ripristinare l'ordine; dopo l'arresto di Keke (ag.), molti ribelli si arresero e consegnarono le armi, permettendo all'Australia di ritirare parte delle sue truppe per la fine dell'anno.

Nel corso del 2005 si intensificarono gli episodi di corruzione, ricatto e violenza che vedevano coinvolta tutta la classe politica, punita dall'elettorato nelle competizioni dell'aprile 2006, in occasione delle quali la metà dei parlamentari perse il proprio seggio e un'associazione indipendente di candidati guidata da S. Rini si aggiudicò il maggior numero di voti. La nomina di Rini a capo del governo scatenò un'ondata di disordini nel Paese tale da spingere il Parlamento a revocarne la nomina in favore dell'ex primo ministro Sogavare. Tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007 diventavano sempre più tesi i rapporti tra le Isole S. e l'Australia, accusata da Sogarave di eccessiva ingerenza negli affari interni dell'arcipelago.

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