Istamina

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Composto chimico, β-imidazoletilammina di formula

formula

Si presenta in cristalli incolori, deliquescenti, solubili in acqua; è largamente diffusa in natura, sia nelle piante (segale cornuta ecc.) sia negli animali. Nell’organismo si forma soprattutto dall’istidina sia nell’intestino, per azione dei batteri della putrefazione, sia nell’interno dei tessuti come prodotto metabolico. È contenuta all’interno di cellule specializzate, i mastociti, dove è racchiusa in particolari strutture (granuli) da cui viene liberata con conseguente dilatazione dei capillari fino alla trasudazione di plasma nei tessuti, aumento delle secrezioni (salivari, lacrimale ecc.), contrazione della muscolatura liscia (bronchi ecc.). A un’abnorme liberazione di i. (o di sostanze istaminosimili) si riportano alcune manifestazioni anafilattiche (orticaria, malattia da siero ecc.) fino al quadro clinico dello shock anafilattico.

Per le sue interessanti proprietà farmacodinamiche l’i. ha trovato varie applicazioni in diagnostica (per studiare la secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco e per svelare stati di spasmofilia latente) e in terapia (per realizzare una desensibilizzazione aspecifica in caso di malattie allergiche).

L’istaminasi è l’enzima che determina la degradazione dell’i. mediante la deamminazione ossidativa con formazione di acido imidazolacetico. Si trova specialmente nel rene, nella parete intestinale, nel fegato e nel sangue.

I batteri istaminogeni, nell’intestino o in terreni di coltura, trasformano l’istidina in istamina. Sono dotati di tale potere alcuni microbi della putrefazione intestinale.

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