ITOME

Enciclopedia Italiana (1933)

ITOME ('Ιϑώμη, Ithime)

Doro Levi

1. Monte della Messenia, oggi chiamato Vurkáno, dominante i colli che dividono in due la pianura messenica. La fortezza costruita sulla sua vetta, la più alta della Grecia dopo quella di Orcomeno di Arcadia e una delle più potenti del Peloponneso, fu nell'antichità la vera roccaforte della Messenia, e sbarrava il passo dal mare verso Megalopoli. Fu perciò essa il centro della resistenza dei Messenî già nella 1ª guerra messenica, nella seconda metà del secolo VIII a. C., e la sua caduta decise della sorte del paese; durante la sollevazione degli Iloti nel 464 a. C., la fortezza subì l'assedio degli Spartani e capitolò dopo dieci anni di resistenza (455); gli abitanti furono trasferiti a Naupatto. Nel 370-69 Epaminonda recinse la nuova capitale Messene con una fortificazione comprendente anche gran parte del monte, fortificazione giudicata imprendibile; contro essa trovò la morte nel 214 a. C. Demetrio di Faro, che cercava di conquistarla per conto di Filippo V di Macedonia; nel 201 Nabide prese la città bassa, ma non la rocca; questa rimase in efficienza ancora durante il Medioevo. Resti delle mura antiche, ma riferibili essenzialmente alle costruzioni di Epaminonda, rimangono su entrambe le vette del monte: Itome a nord (alta m. 802), ed Eua, a sud. Il monte fu anche sede del culto di Giove Itomata.

2. Antichissima città della Tessaglia Estieotide, chiamata da Omero "la rocciosa", la cui posizione è stata identificata sul colle dell'odierno Fanári fra Gónfoi e Mētrópolis. Deve essere presto decaduta d'importanza, poiché non sono state rinvenute né monete né iscrizioni sue di epoca classica.

Bibl.: E. Curtius, Peloponnesos, II, Gotha 1852, p. 136 seg.; D. Fimmen e F. Stählin in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX, col. 2305 segg.; F. Stählin, Das hellenische Thessalien, Stoccarda 1924, p. 128 seg.