Hus, Jan

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Riformatore religioso boemo (Husinec, Boemia Merid., probabilmente 1369 - Costanza 1415). Ordinato prete, divenne predicatore a Praga, dando prova di vasta cultura filosofico-teologica. Suoi argomenti principali erano l'accusa della corruzione del clero e la necessità di una riforma della vita morale di laici ed ecclesiastici. Sostenitore delle dottrine di J. Wycliffe e scomunicato nel 1410, fu costretto ad abbandonare Praga; condannato dal concilio come eretico per le tesi sostenute nel De ecclesia, nel 1415 fu arso sul rogo. Le dottrine di H. furono riprese dal movimento nazionale ceco, che si chiamò appunto hussitismo.

Vita e attività

Prima del 1386 passò a Praga dove si iscrisse alla facoltà delle arti, e presto intraprese la carriera ecclesiastica. Nel 1393 era baccelliere in artibus, nel 1394 magister, nel 1401 decano e nel 1402-03 rettore della facoltà delle arti. Nel 1400 o 1401, ordinato prete, iniziò la sua attività di eloquentissimo predicatore (nella chiesa di S. Michele detta di Betlemme) rivelando vasta cultura filosofico-teologica. Fin d'allora aveva come tema principale l'elevazione della vita spirituale dei laici e del clero e univa al tema religioso quello nazionale: riforma della vita morale e difesa della nazione ceca. Quando le opere di Wycliffe cominciarono a diffondersi in Boemia per opera di Gerolamo da Praga, l'università di Praga prese posizione contro l'insegnamento del riformatore inglese e ne condannò 45 articoli sotto la pressione dei teologi tedeschi, mentre la parte ceca, capeggiata da Stanislao di Znojmo (maestro di H.) e da Š. Páleč, si schierava a favore di Wycliffe. H. mantenne allora un atteggiamento neutrale, ma influenze wycliffiane non tardarono a manifestarsi in lui via via che si precisava la sua polemica contro la corruzione del clero e la sua dottrina teologica (tracce se ne possono riscontrare già nel De corpore Christi). Proprio attorno alla condanna di Wycliffe si sviluppò, anzi, la polemica di H. con l'autorità cattolica. Un primo conflitto si era già verificato quando l'arcivescovo di Praga Zbyňek di Hasenburg (che fino allora aveva appoggiato l'azione di H.) aveva iniziato, su esortazione di Innocenzo VII, la lotta contro le dottrine di Wycliffe. H. aveva assunto, invece, un atteggiamento conciliante scrivendo il De arguendo clero, in polemica con l'arcivescovo, che per colpirlo aveva proibito di predicare contro la corruzione del clero. Il dissidio si aggravò - e assunse un carattere spiccatamente nazionale - in occasione del grande scisma d'Occidente: H. seguì allora la politica neutrale del re Venceslao IV contro l'arcivescovo Zbyňek di Hasenburg e contro il clero tedesco che, fedele a Gregorio XII, aveva fatto approvare dall'università la posizione dell'arcivescovo con tre voti contro uno (quello della "nazione ceca"). Venceslao mutò allora il rapporto dei voti nell'università dandone tre alla "nazione ceca" e uno a quella tedesca: il partito ceco e H. vincevano così la loro battaglia per la neutralità, contro Roma, e la "nazione tedesca" lasciava l'università di Praga per fondare quella di Lipsia (1409). Ma l'arcivescovo colpì d'anatema H. e l'università e, con l'appoggio di Roma, condannò e bruciò (1410) i libri di Wycliffe: H. si oppose, scrisse De libris haereticorum legendis e difese il De Trinitate del riformatore inglese, che fu ancora condannato per eresia da Giovanni XXIII, mentre H. fu condannato per disubbidienza. Ancora una volta, lo salvò la protezione di Venceslao: questi ordinò ai cattolici di Praga di non obbedire all'interdetto lanciato contro la città, mentre Zbyňek di Hasenburg fuggiva. Prosegue così e si fa sempre più intensa l'attività di H. (dal 1405 aveva cominciato a scrivere in ceco e attorno al 1406 aveva fissato nel De ortographia bohemica dei canoni fondamentali per l'ortografia ceca). Si fa anche sempre più chiara la sua ammirazione per Wycliffe, che segue nella dottrina della predestinazione (Explicatio in septem priora capita Ep. I Pauli ad Corinthios) e più tardi difende (Defensio articulorum Wycliffe). Un nuovo conflitto con Roma scoppiò per la violenta opposizione di H. alla promulgazione delle indulgenze da parte di Giovanni XXIII (Quaestio de indulgentiis; Contra bullam papae). Ma allora egli perdette la protezione di Venceslao; quando da Roma giunsero gli ordini di deferire il ribelle all'autorità ecclesiastica, H. cedette alle sollecitazioni del re e abbandonò Praga per poco più d'un anno (vi tornò nel 1413). Il 14 ott. 1414 H. partì per Costanza, col salvacondotto imperiale, fiducioso di condurre il concilio dalla sua parte. In quei giorni scrisse il trattatello Utrum expediat laicis fidelibus sumere Sanguinem Christi sub specie vini, che avrà molta importanza per la dottrina degli utraquisti. Nonostante il salvacondotto, il cardinale Pierre d'Aily fece arrestare H., contro il quale, oltre ai Tedeschi, agiva anche l'antico seguace di Wycliffe, il ceco Š. Páleč. H. si difese dalle accuse non riconoscendo per sue o difendendo le 39 tesi che gli erano contestate, tratte quasi tutte dal già citato De ecclesia (finito nel 1413 e connesso con la dottrina wycliffiana, si svolge intorno all'idea della chiesa come società di predestinati il cui unico corpo è Cristo); rifiutò quindi di sottomettersi al concilio qualora la sua eresia non gli fosse esaurientemente dimostrata. Il 24 giugno i suoi libri furono bruciati; il 6 luglio fu condannato e arso vivo.

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