Kasprowicz, Jan

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Poeta polacco (Szymborze, Cuiavia, 1860 - Poronin, Zakopane, 1926). Studiò a Lipsia e a Breslavia; si stabilì (1889) a Leopoli, dove (dal 1909) insegnò letteratura comparata all'università. Scrisse dapprima Poezje (1889) a sfondo sociale, ma poi andò sempre più rivelando, nella sua opera, uno spirito fondamentalmente religioso. Il poema Chrystus (1894) e le liriche Anima lachrymans (1894) e Miłość ("Amore", 1895) sono quasi il preludio alla tumultuosa crisi spirituale, oscillante tra la preghiera e la bestemmia, che trova la sua espressione nel poema Na wzgórzu śmierci ("Sull'altura della morte", 1898) e negli inni Gincemu światu ("Al mondo morente", 1901). Ritrovato il contatto con la vita quotidiana (Chwile "Momenti", 1911) e con la saggezza del popolo (Marchołt gruby a sprośny "M. grasso e lascivo", 1907-13 e pubbl. 1920: mistero tragicomico), il poeta si placa nell'amore umile per tutto il creato e in un suggestivo conversare con Dio e con gli uomini fratelli (Księga ubogich "Il libro dei poveri", 1916, che contiene alcune fra le più belle liriche della letteratura polacca; Mój świat "Il mio mondo", 1926). Notevole è anche l'opera di K. come traduttore di poeti classici e moderni.

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